EUROPA
Accordo a Berlino
La Germania approva piano vincolante per rinunciare al carbone entro il 2038: "Applicato da subito"
Il ministro delle Finanze Scholz ha annunciato che ci saranno compensazioni per i gestori degli impianti che verranno spenti prima del previsto: i gestori nell'ovest della Germania riceveranno 2,6 miliardi di euro, mentre 1,75 miliardi saranno destinati ai gestori della zona est del Paese, con pagamenti spalmati sui 15 anni successivi allo spegnimento degli impianti

All'indomani del "green deal" lanciato dalla commissione europea a guida tedesca è proprio la Germania il primo Paese che annuncia un piano vincolante per abbandonare il carbone entro i prossimi due decenni. Il piano di Berlino per l'uscita dal carbone verrà applicato da subito: lo Stato federale e i Laender hanno infatti raggiunto un accordo che prevede l'abbandono degli impianti a carbone al più tardi nel 2038, ma se possibile già nel 2035.
Ad annunciarlo la ministra dell'Ambiente, Svenja Schulze, la quale ha spiegato che otto impianti a carbone "molto vecchi e molto inquinanti" verranno chiusi molto rapidamente, il primo già quest'anno, e riconoscendo che la Germania avrà bisogno di "una massiccia espansione di energia eolica e solare".
"Sono stati negoziati molto duri - sono durati a lungo, dal mio punto di vista troppo a lungo, ma il risultato è buono", ha proseguito la ministra, sottolineando che la Germania è "il primo Paese a uscire dal nucleare e dal carbone su base vincolante e questo è un segnale internazionale importante che stiamo mandando".
Il ministro delle Finanze tedesco, Olaf Scholz, ha annunciato che ci saranno compensazioni per i gestori di impianti a carbone che verranno spenti prima del previsto: i gestori nell'ovest della Germania riceveranno 2,6 miliardi di euro, mentre 1,75 miliardi saranno destinati ai gestori della zona est del Paese, con pagamenti spalmati sui 15 anni successivi allo spegnimento degli impianti.
"Quello che abbiamo è un buon accordo per la protezione del clima, perché chiarisce che intendiamo fare sul serio", ha dichiarato il ministro dell'Economia, Peter Altmaier, aggiungendo che il governo ha in programma di presentare la relativa legge in Parlamento entro la fine di gennaio.
Il governo federale ha già approvato un piano per spendere fino a 40 miliardi di euro entro il 2038 per attutire l'impatto dell'abbandono dei combustibili fossili sulle regioni dove c'è l'estrazione del carbone. I soldi dovrebbero cominciare a essere stanziati una volta che il Parlamento avrà approvato la legislazione che fissi le date e le condizioni dell'uscita della Germania dal carbone.
Un anno fa un panel nominato dal governo aveva raccomandato che la Germania smettesse al più tardi entro il 2038 di bruciare carbone per generare elettricità, nell'ambito di sforzi per tagliare il cambiamento climatico.
Gli sforzi per tradurre questo in politiche concrete, tuttavia, sono rimasti in stallo negli ultimi mesi dal momento che diverse aree, in particolare nell'est del Paese, dipendono in modo molto forte dalla lignite, un carbone fossile. Da qui il confronto tra il governo federale e i governatori dei Laender interessati che si è concluso con l'accordo di stanotte: il piano prevede che delle revisioni si terranno nel 2026 e nel 2029 per determinare se la Germania possa lasciare la generazione di elettricità dal carbone nel 2035, cioè tre anni prima rispetto alla scadenza ultima.
Ad annunciarlo la ministra dell'Ambiente, Svenja Schulze, la quale ha spiegato che otto impianti a carbone "molto vecchi e molto inquinanti" verranno chiusi molto rapidamente, il primo già quest'anno, e riconoscendo che la Germania avrà bisogno di "una massiccia espansione di energia eolica e solare".
"Sono stati negoziati molto duri - sono durati a lungo, dal mio punto di vista troppo a lungo, ma il risultato è buono", ha proseguito la ministra, sottolineando che la Germania è "il primo Paese a uscire dal nucleare e dal carbone su base vincolante e questo è un segnale internazionale importante che stiamo mandando".
Il ministro delle Finanze tedesco, Olaf Scholz, ha annunciato che ci saranno compensazioni per i gestori di impianti a carbone che verranno spenti prima del previsto: i gestori nell'ovest della Germania riceveranno 2,6 miliardi di euro, mentre 1,75 miliardi saranno destinati ai gestori della zona est del Paese, con pagamenti spalmati sui 15 anni successivi allo spegnimento degli impianti.
"Quello che abbiamo è un buon accordo per la protezione del clima, perché chiarisce che intendiamo fare sul serio", ha dichiarato il ministro dell'Economia, Peter Altmaier, aggiungendo che il governo ha in programma di presentare la relativa legge in Parlamento entro la fine di gennaio.
Il governo federale ha già approvato un piano per spendere fino a 40 miliardi di euro entro il 2038 per attutire l'impatto dell'abbandono dei combustibili fossili sulle regioni dove c'è l'estrazione del carbone. I soldi dovrebbero cominciare a essere stanziati una volta che il Parlamento avrà approvato la legislazione che fissi le date e le condizioni dell'uscita della Germania dal carbone.
Un anno fa un panel nominato dal governo aveva raccomandato che la Germania smettesse al più tardi entro il 2038 di bruciare carbone per generare elettricità, nell'ambito di sforzi per tagliare il cambiamento climatico.
Gli sforzi per tradurre questo in politiche concrete, tuttavia, sono rimasti in stallo negli ultimi mesi dal momento che diverse aree, in particolare nell'est del Paese, dipendono in modo molto forte dalla lignite, un carbone fossile. Da qui il confronto tra il governo federale e i governatori dei Laender interessati che si è concluso con l'accordo di stanotte: il piano prevede che delle revisioni si terranno nel 2026 e nel 2029 per determinare se la Germania possa lasciare la generazione di elettricità dal carbone nel 2035, cioè tre anni prima rispetto alla scadenza ultima.