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SPORT

La seconda di ritorno

La Roma vince a Verona e si avvicina alla Juve (-6)

Al ‘Bentegodi’ 3-1 per i giallorossi con Gervinho in grande spolvero. L’Inter, fischiata, pareggia 0-0 col Catania. Incredibile rimonta del Milan nel finale: 2-1 a Cagliari. Nel posticipo, 3-3 tra Fiorentina e Genoa

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di Mauro CaputiRoma
La Roma approfitta del mezzo passo falso della Juve e accorcia a 6 punti il distacco dalla capolista. I giallorossi, oltretutto, si portano a +6 dal Napoli che nell’anticipo si fa bloccare sul pari dal Chievo al ‘San Paolo’. Per i partenopei due punti nelle due partite del girone di ritorno fin qui disputate e secondo posto sempre più lontano. La Fiorentina, impegnata nel posticipo del ‘Franchi’ contro il Genoa, potrebbe avvicinarsi al terzo posto che vale i preliminari della Champions.
 
La trasferta del ‘Bentegodi’ per la squadra di Garcia ha in Gervinho il protagonista assoluto. L’ivoriano, che gestisce il reparto offensivo con Destro e Ljajic (preferiti a Destro e Totti) spacca due volte la partita. Innanzitutto nel recupero di una prima frazione che aveva offerto veramente poco, quando semina il panico nella difesa del Verona e serve a Ljajic la comoda palla del vantaggio. Quindi al 60’, quando salta Donati e Romulo e fulmina Rafael per il nuovo vantaggio giallorosso. Già perché al 49’ il Verona, ordinato nel primo tempo, aveva raggiunto il pari con Hallfredsson, bravo a capitalizzare una bella incursione di Iturbe perfezionata da Donati. La ripresa della Roma è più convincente e il Verona si ritrova spesso alle corde. Dopo il gol del 2-1 gli ospiti continuano a spingere, concedendo al solo Hallfredsson una buona occasione. A chiudere la partita ci pensa Totti (entrato da pochi minuti). Il capitano realizza su rigore (contatto Gonzalez-Torosidis molto contestato dagli scaligeri) il definitivo 1-3 e raggiunge quota 232 nella classifica marcatori di serie A all-time. Dopo l’1-1 della Juventus sul campo della Lazio, per i giallorossi un successo che vale molto in chiave psicologica.

Alla Fiorentina non basta un Alberto Aquilani in serata di grazia e nell'insolita veste di goleador (tripletta): il Genoa strappa al Franchi un meritato pareggio (3-3) e gli uomini di Montella devono rinviare ad altra data i propositi di aggancio al terzo posto del Napoli. Subito Matri vicinissimo al vantaggio: la scivolata disperata di De Maio evita il peggio. Minuto 26: Neto atterra Antonini (fallo molto dubbio), è rigore, l'ex Gilardino non sbaglia. A ruota altro penalty tutt'altro che solare concesso da Tommasi: Ambrosini viene affossato da De Maio, Aquilani pareggia (33'). Palla al centro, difesa viola in vacanza e Genoa ancora avanti con il preciso diagonale di Antonini (34'). Ma le mille emozioni del primo tempo non si esauriscono qui, perchè al 42' Aquilani fa doppietta risolvendo di destro una mischia furiosa.

Ripresa sempre a tinte forti. Al 53' ospiti ancora minacciosi, con il palo che dice no alla capocciata di Konatè. Ma dal possibile 2-3, ecco che arriva invece il sorpasso viola: l'uomo del match si conferma Alberto Aquilani, che timbra la rete del 3-2 su assist di Joaquin. La partita sembra a questo punto in discesa, la doccia fredda è però dietro l'angolo, perchè il Genoa ha sette vite e impatta di nuovo il match con De Maio (77'). L'ultimo brivido lo regala Roncaglia al 91': destro potentissimo fuori di un soffio. Gara divertente e pareggio alla fine che non fa una piega.   
 
L’Inter continua a non vincere. A ‘San Siro’ il Catania, ultimo in classifica, strappa lo 0-0 senza neanche troppe palpitazioni. E finisce fra i fischi, com’era cominciata. Mazzarri comincia con Alvarez dietro Milito e Palacio, con quest’ultimo incaricato di aiutare in fase di ripiego. Maran risponde con un 3-5-2 teorico, perché i due esterni di centrocampo sono rapidi ad abbassarsi e a infoltire la difesa. L’Inter spinge, Milito non ha lo spunto decisivo in un paio di circostanze, i rossazzurri controllano e non rinunciano a ripartire. Riprea con Kovacic per Kuzmanovic. Nerazzurri più convinti davanti, ma meno equilibrati dietro. Rolin, Legrottaglie e Bellusci sono un muro invalicabile per le incursioni dell’Inter. E il Catania in un paio di circostanze riesce a quasi a far male in contropiede (Bergessio e Rinaudo colpiscono di poco fuori). Nel forcing finale dei nerazzurri Frison deve disimpegnarsi solo su un buon colpo di testa di Rolando. Thohir, appena arrivato a Milano, in tribuna indossa una faccia che non promette nulla di buono. Inter, comunque, al quinto posto, anche se la concorrenza alle sue spalle è fittissima.
 
Un incredibile finale rilancia il campionato del Milan. La trasferta sarda vede i rossoneri prevalere 2-1 sul Cagliari. Seedorf insiste col 4-2-3-1, con Rami e Bonera difensori centrali e Balotelli supportato dal trio Honda-Kakà-Robinho. Il primo tempo è un po’ confuso e premia i rossoblù. Il Milan sciupa con Balotelli e due volte con Honda. Sau, invece, è bravissimo al 28’ ad approfittare di un errore in disimpegno di Amelia (bravo Pinilla a servirlo). Nel corso della ripresa entra Pazzini per uno spento Robinho. Il Cagliari tiene ma è troppo rinunciatario. E’ graziato ancora da Honda. Poi il finale che cambia faccia alla partita. Cabrera concede una punizione ingenua (fallo di mano inutile) e Balotelli realizza con una conclusione delle sue. E’ l’87’ e il Milan cambia faccia. All’89’ corner per i rossoneri, colpo di suola al volo di Pazzini e Avramov battuto. Benzina per la classifica e crisi allontanata per i rossoneri.
 
Continua la sua corsa il Parma che, al ‘Tardini’, stende 1-0 l’Udinese e ottiene la quarta vittoria consecutiva, ovvero decimo risultato utile di fila. Per i friulani, belli in Coppa Italia, prosegue la serie di sconfitte, questa è la quarta. Primo tempo a senso unico, con l’Udinese che bada a contenere. Nel Parma non c’è Biabiany, coppia d’attacco Amauri-Cassano. Brkic si esibisce su Gargano e su Acquah, ma al 35’ si arrende alla torsione di testa di Amauri, servito da Cassano. Nella ripresa Mirante chiude la porta a Nico Lopez, poi rischia grosso su una svirgolata di Felipe. Nel finale Biabiany, subentrato ad Acquah, manca il raddoppio in contropiede. A 32 punti il Parma sente odore d’Europa League.
 
Area continentale e 32 punti anche per il Torino che ha ragione 1-0 dell’Atalanta. Colantuono è prudente, Livaja punta unica e Denis in panca. Ventura mette El Kaddouri dietro Immobile e Cerci e prende il comando delle operazioni. Gli ospiti tuttavia, non corrono rischi. Il gol partita arriva nella ripresa ed è frutto di un rigore molto contestato: Consigli affronta Cerci che va giù. Decisione di Tagliavento per il dischetto, che Cerci trasforma al 60’, roventi proteste degli orobici. La risposta dell’Atalanta è nel colpo di testa di Denis (entrato nella ripresa) che Padelli vola a togliere dal sette. Poi, al 90’, altro rigore per il Toro (Brivio mette giù Darmian e prende il secondo giallo): batte Immobile, risponde Consigli. Resta l’1-0.
 
 A ‘Marassi’ finisce 1-1 fra la Sampdoria e un coriaceo Bologna. Partita non bella, con i padroni di casa che fanno, gioco forza, di più e con gli ospiti pronti a sfruttare gli spazi con Diamanti a cercare il jolly. I felsinei imbrigliano bene i blucerchiati nel primo tempo ma si disuniscono nella ripresa. Al 61’ arriva il gol partita, con Eder che sfonda sulla sinistra e serve a Gabbiadini il facile piatto. La risposta del Bologna è in una conclusione di Lazaros. Gastaldello va vicino al raddoppio. La Samp sembra in controllo ma un’incursione di Lazaros rovina i piani. E’ proprio il 90’ quando il greco viene abbattuto in area e dal dischetto Diamanti non perdona.
 
La cura Di Carlo dà la scossa al Livorno. I labronici stendono 3-1 il Sassuolo in uno spareggio salvezza ad altissima tensione. Gli emiliani collezionano il secondo ko dopo lo storico successo sul Milan, mentre il Livorno rilancia le sua candidatura per la permanenza in massima divisione. Decisiva la primissima fase di partita. Al 4’ la conclusione al volo di Greco brucia Pegolo; all’11’ Paulinho, dal limite, non dà scampo all’estremo nero verde. Emeghara, reduce da un periodo negativo, appare pimpante. Al 26’ il tris lo firma Benassi con un pregevole diagonale dopo un’iniziativa del nigeriano naturalizzato svizzero. L’unico acuto degli ospiti genera il rigore (Bardi stende Sansone) che Berardi trasforma al 28’. L’ora è più che resta dice pochissimo. Il Livorno abbandona l’ultimo posto.