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MONDO

Il voto di Stoccolma

La Svezia di fronte al rebus governo. Il premier Löfven "Non mi dimetto"

La crescita - senza sfondamento - dei populisti anti-immigrati in Svezia ha già provocato i suoi primi effetti: seppur con percentuali superiori, i due blocchi tradizionali - socialdemocratici e centrodestra - saranno costretti al dialogo per risolvere il rebus di un governo di coalizione che al momento appare molto difficile

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Per formare il nuovo governo "servirà molta immaginazione". Il quotidiano Svenska Dagbladet fotografa così l'esito delle elezioni legislative di ieri in Svezia, da cui esce un Paese senza maggioranza, con i due principali gruppi rivali - socialdemocratici e centrodestra - "costretti" al dialogo per scongiurare l'onda nera dei sovranisti. I Democratici svedesi, populisti, anti-immigrazione ed eurofobici, hanno ottenuto il 17,6% delle preferenze: non lo tsunami di voti auspicato alla vigilia dal loro leader, Jimmie Akesson, ma quanto basta per stravolgere il panorama politico svedese e allungare ombre scure sull'Europa. 

Il socialdemocratico Löfven cerca un nuovo mandato 
Il premier uscente Stefan Löfven si è già messo al lavoro per un nuovo mandato quadriennale, ha lanciato un appello al dialogo all'opposizione conservatore ed ha escluso ogni tipo di collaborazione con l'estrema destra. Ma avrà difficoltà a formare un governo stabile. Potrebbe tentare di mettere in piedi un governo simile a quello formato nel 2014: una coalizione di minoranza con i Verdi che si basa sul sostegno informale in parlamento dell'ex Partito comunista della Sinistra, che ieri ha praticamente raddoppiato i voti, arrivando all'8%. Ma in questo caso sarebbe sotto costante minaccia da parte dei Democratici svedesi, che potrebbero rovesciarlo alla prima occasione.

L'ipotesi governo di centrodestra
Löfven potrebbe anche invitare il centro e i partiti liberali ad unirsi al tavolo delle trattative. Un'ipotesi che non viene esclusa da Mikael Gilliam, professore di scienze politiche dell'Università di Göteborg. "Se il blocco rosso-verde è il più grande, il Centro e i Liberali hanno la chiave, non Jimmie Akesson", ha spiegato l'esperto alla radio pubblica svedese. Con un avvertimento importante: il Centro e i liberali sono membri dell'Alleanza, insieme ai Moderati e ai Democratici cristiani. Nonostante le loro differenze, in particolare sulla politica di immigrazione, i partiti dell'Alleanza che hanno governato la Svezia dal 2006 al 2014 potrebbero provare a formare insieme un governo. Non è un compito facile.  Anche perché l'Alleanza avrebbe bisogno del sostegno dell'estrema destra per ottenere la maggioranza, dovrebbe o fare concessioni politiche in cambio del sostegno dei Democratici svedesi o offrire posizioni chiave nelle Commissioni parlamentari, che elaborano progetti legislativi.

I sovranisti: dovranno fare i conti con noi
Il leader dei sovranisti, Akesson, ha già annunciato che chiunque voglia formare il nuovo governo dovrà fare i conti con i Democratici svedesi. "Chi capisce per primo che può parlare con me avrà più facilmente modo di formare un governo e guidare questo Paese per i prossimi quattro anni", ha precisato. Ma, ha detto all'agenzia di stampa TT, "abbiamo una lunga lista di richieste che presenteremo in qualsiasi negoziato".

Il voto degli svedesi all'estero
Proprio quel 'ricatto' politico che alla vigilia del voto, socialdemocratici e opposizione conservatrice avrebbero voluto evitare. "La situazione è estremamente incerta. Solo 30.000 voti separano i due blocchi e mercoledì si avrà l'esito dello scrutinio dei 200.000 elettori svedesi all'estero. Lo scenario più probabile è che l'Alleanza resti costituita in coalizione e cerchi un sostegno a tutto campo", è l'opinione di David Ahlin, uno dei responsabili della società di ricerche Ipsos.

Mercoledì i risultati finali
I risultati definitivi delle elezioni non arriveranno prima di mercoledì, quando si conoscerà l'esito del voto degli svedesi all'estero. Il blocco "rosso-verde" al potere fino ad oggi è accreditato per il momento di un seggio in più (144, con il 40,1%) rispetto all'opposizione (143) conservatrice. Nessuno dei due gruppi è comunque vicino a ottenere il 50% dei 349 seggi in ballo al Riksdag, il Parlamento svedese. "Una cosa è certa, nessuno ha ottenuto la maggioranza, quindi è naturale avviare una collaborazione tra i blocchi", ha detto il primo ministro uscente Stefan Löfven. Queste elezioni hanno firmato "la sepoltura della politica dei blocchi", ha aggiunto, ricordando ai partiti della coalizione di centro-destra la loro "responsabilità morale".

Socialdemocratici più deboli ma primo partito
Löfven è determinato a rimanere al timone del governo, forte del fatto che nel Paese, tradizionalmente, il capo del governo è il leader del partito che ottiene il maggior numero di voti. E sebbene i socialdemocratici abbiano perso quasi tre punti percentuali rispetto alle elezioni del 2014, scendendo al 28,4% dei voti, al momento restano il primo partito di Svezia, secondo i risultati del 99,8% dei collegi elettorali.

Effetto migranti. Ma calano anche i conservatori
Ma il nuovo paesaggio politico post elettorale rende ogni congettura particolarmente rischiosa. Criticato da tutti i suoi avversari politici - e non solo - per la sua politica migratoria e sociale, il capo del governo uscente appare personalmente indebolito da quattro anni di un mandato tumultuoso che ha visto l'arrivo solo nel 2015 di 160.000 richiedenti asilo, un record in Europa rispetto al numero di abitanti. Magra consolazione per Löfven il risultato non certo soddisfacente dei conservatori di Ulf Kristersson, che hanno perso 3,5 punti percentuali in quattro anni, raggiungendo il 19,8% delle preferenze.

Il leader del centrodestra: "Premier si dimetta"
Il leader del centrodestra svedese Ulf Kristersson ha detto ai suoi sostenitori che si attende un mandato per formare un nuovo governo e che il primo ministro uscente Stefan Löfven dovrebbe dimettersi. L'alleanza di opposizione in parlamento - ha detto - "è chiaramente la più ampia e il governo deve andarsene". "Abbiamo vinto il primo round per formare un nuovo esecutivo", ha aggiunto. 
    
Sette conservatori su dieci, prima del voto, erano però contrari a un accordo con l'estrema destra. E questo complica non poco il rebus governo. Se il centrodestra vorrà rendere effettiva l'alternanza al potere, con ogni probabilità dovrà piegarsi alle richieste sovranisti. "Il suo governo dipenderà dai Democratici svedesi e non sarà libero", ha commentato Lisa Pelling, del centro studi Arena Ide.