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SCIENZA

Pubblicato uno studio internazionale frutto del lavoro di 1200 scienziati

La collisione di due buchi neri conferma le teorie di Einstein sulle onde gravitazionali

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Ancora una volta le osservazioni degli astronomi danno ragione a Einstein, le onde gravitazionali esistono ed ora arriva il terzo 'scatto' a confermarlo. La terza osservazione, dal nome in codice GW170104, è avvenuta il 4 gennaio 2017. Lo hanno annunciato, in un'attesissima teleconferenza, gli scienziati del progetto internazionale Ligo-Virgo che hanno osservato nuovamente le 'increspature' del 'tessuto' dello spaziotempo previste da Albert Einstein nella sua teoria della Relatività Generale. La terza osservazione di onde gravitazionali, descritta in un articolo pubblicato su "Physical Review Letters", conferma anche l'esistenza di una grande diffusione dei buchi neri nel cosmo.
 
Il segnale è arrivato dalla distanza record di tre miliardi di anni luce ed è stato descritto su Physical Review Letters "Possiamo affermare che esiste una nuova categoria di buchi neri", ha detto Michael Landry, del California Institute of technology (Caltech) e direttore dell'osservatorio Ligo di Hanford, uno dei due rivelatori americani accanto a quello di Livingston (Louisiana). "Ci aspettavamo di avere altre osservazioni", ha spiegato Gianluca Gemme, responsabile nazionale di Virgo per l'Infn. "Questo evento - ha aggiunto - apre prospettive interessanti per la conoscenza dei buchi neri: oggetti misteriosi che cominciamo finalmente a comprendere.
 
Quella che potrebbe essere una scoperta di grande importanza scientifica si deve ad un gruppo di oltre 1200 ricercatori, appartenenti a più di 100 istituzioni scientifiche, sparse in quattro continenti, molti sono italiani. Con questa ulteriore rivelazione, la nuova finestra che l'astronomia ha aperto sul mistero delle onde gravitazionali è decisamente spalancata, i ricercatori che hanno partecipato allo studio potrebbero  anche ricevere il Nobel per la Fisica. Come nel caso delle precedenti due osservazioni anche questa volta le onde "sono state prodotte dalla collisione di due buchi neri e dalla loro successiva fusione in un unico buco nero di massa maggiore" spiegano gli scienziati.
 
Il nuovo buco nero si trova a una distanza di circa tre miliardi di anni luce, una distanza doppia rispetto a quella dei due sistemi osservati nel 2015, e ha una massa pari a circa 49 volte quella del nostro Sole, un valore intermedio rispetto ai sistemi osservati nel 2015, ciè 62 e 21 masse solari, rispettivamente, per la prima e per la seconda osservazione. L'evento è stato registrato dai due rivelatori Ligo situati a Hanford, nello stato di Washington e a Livingston in Louisiana, negli Stati Uniti, nel corso del periodo di osservazione, cominciato il 30 novembre 2016.
 
In tutte e tre le osservazioni annunciate, le onde gravitazionali sono state prodotte dalla violenta collisione di coppie di buchi neri: un evento che produce, "nel breve istante che precede la loro fusione, una potenza maggiore rispetto a quella emessa sotto forma di radiazione luminosa da tutte le stelle e da tutte le galassie nell'universo osservabile" spiegano i ricercatori. Questa terza osservazione fornisce anche qualche indizio sulla direzione dell'asse di rotazione dei buchi neri.