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SCIENZA

A caccia di informazioni sulla nascita del Sistema Solare

La cometa si avvicina al Sole, ora si balla: "Rosetta non è in pericolo, il lander Philae forse sì"

La sonda dell'Esa si prepara a studiare il momento di massima attività cometaria. Angelo Zinzi dell'Agenzia Spaziale Italiana: "Ci si concentrerà soprattutto sulla chioma. Il lander, che è sul nucleo, potrebbe anche essere colpito da un getto di gas e volare via, ma ha già fatto la sua parte"

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Raffigurazione artistica di Rosetta intorno alla cometa 67P (ESA ATG medialab)
di Andrea BettiniCerveteri (Roma)
Lassù c’è molto movimento: getti di gas sempre più intensi, un nucleo che più passa il tempo e più diventa attivo. Tra pochi giorni, il 13 agosto, la cometa 67P Churyumov-Gerasimenko arriverà nel punto della sua orbita più vicino al Sole. Sta iniziando la fase più delicata della missione della sonda Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea e soprattutto del suo lander Philae, che si trova nell’occhio del ciclone. A un anno dall’arrivo intorno a quel blocco di ghiaccio e roccia formatosi miliardi di anni fa, è però anche un momento importantissimo per svelarne i segreti.
 
Angelo Zinzi, responsabile dell’Esplorazione del Sistema Solare dell’Asi Science Data Center, segue da vicino tutti gli sviluppi e ne ha parlato a Cerveteri (Roma) durante l’evento “A testa in su – Le stelle e lo spazio”.
 
Dott. Zinzi, cosa vi aspettate che accada nei prossimi giorni?

Dobbiamo attenderci un aumento dell’attività, con una chioma sempre più evidente che ci chiarirà meglio la natura della cometa. Potremmo anche assistere a un cambiamento nella forma del nucleo: la grande insolazione potrebbe far staccare qualche pezzo, anche di grosse dimensioni.

La sonda e il lander Philae saranno in pericolo?
Il lander sì, anche perché non sappiamo nemmeno dove sia esattamente sulla superficie del nucleo: potrebbe anche trovarsi su un getto intenso e volare via. In ogni caso ha già fatto la sua parte. La sonda invece sarà tenuta a distanza per evitare di farle correre dei rischi.
 
Philae si è risvegliato a metà giugno dopo un lungo silenzio ma i contatti si sono interrotti da alcuni giorni. Dobbiamo preoccuparci?
Potrebbe essere stato un po’ spostato da qualche getto di gas e quindi è stato perso il collegamento. Da più di un mese ogni tanto comunque arriva qualche segnale, quindi non si è spento. Ora la priorità è studiare la chioma della cometa con la sonda Rosetta. Farla avvicinare troppo può essere rischioso perché le particelle di polvere disturbano gli strumenti che le consentono di mantenere l’orientamento. Quando le condizioni saranno migliori si potrà tentare di farla abbassare di quota per aumentare le probabilità di contattare il lander.
 
Finora quali sono state le informazioni più importanti che ci ha regalato questa missione?
In passato altre sonde avevano già compiuto dei passaggi vicino a una cometa, ma nessuna ne aveva mai studiato una così a lungo. Rosetta sta seguendo la 67P Churyumov-Gerasimenko da quando non era attiva. Ora siamo quasi al massimo dell'attività cometaria e poi la seguirà fino a settembre 2016. Nella prima fase è stato studiato soprattutto il nucleo, anche per capire dove rilasciare Philae. Si è scoperto che lo strato di ghiaccio di cui si pensa siano composte le comete è visibile solo in alcune zone perché è nascosto da una polvere molto scura. Si è iniziato a capire come funziona il rilascio di acqua dal suolo. Ora si sta studiando soprattutto la chioma.
 
Dopo Rosetta sarà ancora utile effettuare delle missioni di questo tipo o ormai sulle comete sappiamo tutto?

Nella scienza ogni volta che si risponde a un quesito se ne aprono cinque o sei di nuovi. Dovremo sicuramente continuare a studiare le comete. Del resto questo è il periodo dei corpi minori: dopo la prima fase dell'esplorazione spaziale rivolta ai pianeti, ci siamo resi conto che tante risposte vanno cercate su oggetti più piccoli, che non si sono evoluti e che conservano le informazioni sulla nascita del Sistema Solare.