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MONDO

Dasha Zukhova si scusa e si difende: foto fuori contesto

Donna nera come sedia, bufera sulla compagna di Abramovich

È polemica in Russia, ma anche in Usa, per una foto diffusa su internet che ritrae Dasha Zhukova, la giovane compagna dell'oligarca e patron del Chelsea Roman Abramovich, seduta su una sedia "speciale": il manichino di una modella di colore quasi interamente nuda in versione 'bondage

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È polemica in Russia, ma anche in Usa, per una foto diffusa su internet che ritrae Dasha Zhukova, la giovane compagna dell'oligarca e patron del Chelsea Roman Abramovich, seduta su una sedia "speciale": il manichino di una modella di colore quasi interamente nuda in versione 'bondage' (lunghi stivali neri con tacco a spillo, lunghi guanti dello stesso colore e mutande, sempre nere), distesa sulla schiena con le gambe raccolte sul seno per reggere la seduta a Dasha, vestita in jeans e camicia bianca. L'immagine, pubblicata dal sito russo di moda Buro247.ru assieme ad una intervista a Zhukova, ha scatenato l'indignazione tra gli internauti, che hanno bollato la foto come razzista.

Non ha certo aiutato il fatto che la pubblicazione sia avvenuta in Usa nel giorno della celebrazione di Martin Luther King. Il website ha tagliato ora la foto, eliminando il corpo
della donna di colore e lasciando solo le gambe. La compagna di Abramovich, invece, si e' scusata ma si e' anche difesa: "Questa foto, pubblicata completamente fuori dal contesto, e' un'opera d'arte concepita in particolare come commento alle politiche su sesso e razza. Io aborrisco completamente il razzismo, e vorrei scusarmi con tutti coloro che sono stati offesi da questa immagine". Dasha Zhukova ha poi definito "deplorevole" la pubblicazione della foto nel website, in particolare nel giorno di Martin Luther King.

L'oggetto di arredamento al centro della polemica si ispira alla sedia nera "erotica" ideata (insieme a tavolo e appendiabiti) nel 1969 da Allen Jones, scultore e artista pop britannico che trasformo' i suoi soggetti femminili in elementi di arredo umani, attingendo all'immaginario del feticismo.