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MONDO

585 provocatori, di tutti i colori ed età

La carica dei 585. Tutti candidati alla presidenza degli Stati Uniti d'America

Hillary Clinton al top, Donald Trump le tiene testa, ma i candidati ufficiali dei due grandi partiti sono ben 88. Con gli indipendenti arriviamo a 585 candidati registrati in totale, incluse persone che non hanno neanche i requisiti, a cominciare dall’età: minimo 35 anni.  

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Di tutti i colori alla corsa per la Casa Bianca
di Mariaceleste de Martino
Mai visti tanti candidati alla presidenza degli Stati Uniti d’America. E mai visti tanti sconosciuti. Effetto Obama? Il presidente quando si candidò, nonostante fosse già senatore, sembrava destinato al ruolo di comparsa.

Ora, per non far morire il sogno afroamericano, bisognerebbe votare o per il medico Ben Carson (Repubblicani) o per “Cynthia McKinney”, candidata del Green Party (partito dei Verdi), 60 anni, ex rappresentante della Georgia, che sarebbe un colpaccio, anzi due colpi in uno perché donna e nera. Peccato che non si sia ancora dichiarata ufficialmente, come anche Joe Biden, anche se si dà per scontato che entreranno nella gigantesca rosa degli aspiranti capi della stanza ovale.

È la gara dei numeri, dei soldi, come sempre. Divertenti, ma inutili le candidature presentate come provocazione. Durano il tempo necessario per far parte della Storia e svaniscono in un attimo, perché il tempo d’esposizione in TV costa, come costa allestire un comizio o riempire uno spazio su un giornale per esprimere i propri pensieri sul futuro degli Stati Uniti. Ma l’America è la Terra delle opportunità, chiunque può diventare presidente, anche un attore, Regan lo ha dimostrato. E per stare al passo con i tempi, questa volta sembra un reality show: spazio anche a un quindicenne dell'Iowa che usa lo pseudonimo di “Deez Nuts” (che in slang diventa "Queste palle"). Il liceale Brady Olson è diventato in tre Stati l'indipendente con maggior numero di consensi dai tempi in cui, negli anni Novanta, il miliardario H. Ross Perot fece da terzo incomodo tra democratici e repubblicani.

Un sondaggio di Public Policy Polling (PPP) dà al ragazzino il 9% dei giudizi favorevoli in North Carolina, l'8% in Minnesota e il 7% nel suo Stato di origine, il granaio di America da cui l'anno prossimo partirà il carrozzone di primarie e caucus. Brady, che va a scuola a Wallingford, non ha fatto, né intende fare, comizi o interviste televisive: si è limitato a riempire un modulo registrandosi tra i 585 candidati delle prossime presidenziali, alcuni dai nomi fantasiosi come il suo: tra questi Sydney Voluptuous Buttocks (indipendente, il cui cognome vuol dire “chiappe”) e President Emperor Caesar (democratico, il cui cognome è storicamente altisonante), ma che a differenza del liceale non hanno ricevuto alcun consenso nei rilevamenti ufficiali. Nel sondaggio PPP in North Carolina, Trump si è confermato il repubblicano in testa con il 24%, mentre Hillary Clinton resta, con il 55%, la frontrunner tra i democratici. Sempre in North Carolina, PPP ha chiesto agli elettori chi sceglierebbero in una corsa a tre. Trump ha preso il 40%, contro il 38% Hillary e il 9% di “Deez Nuts”, che ha preso a prestito il nome da un brano di The Chronic, l’album di Dr. Dre del 1992. Il giovane ha una piattaforma progressista in politica interna ed estera ed è sostenuto, secondo la pagina Facebook della sua campagna elettorale, da una banda punk che porta il suo nome. “È il segnale che c’è voglia di una alternativa ai due partiti maggiori”, ne ha spiegato il successo Jim Williams, un analista della casa di sondaggi: “Puoi dare al candidato del terzo partito qualsiasi nome e vincerebbe comunque il 7-8%”. Successe lo stesso nel 1992 e poi nel 1996 quando il tycoon texano Perot autofinanziò la sua corsa alla Casa Bianca con risultati lusinghieri per un outsider: 18% dei voti la prima volta e 8% in quella successiva.

“Nuts” ha peraltro un handicap che non lo farà andare lontano. Per essere eletti presidente degli Stati Uniti occorre avere 35 anni compiuti. La visibilità, dicevamo, costa denaro, anche se in passato ci fu una candidata che si fece largo in tv grazie al crowdfunding, ma durò poco. C’è, invece, chi di denaro ne ha a palate, somme inimmaginabili e incontabili, e che vuole contribuire all’ascesa di personaggi che verranno sicuramente ricordati nella Storia.
 

A questo giro, ce n’è per tutti i gusti. Dai 34 ai 72 anni. Ci sono  scrittori, filosofi e star televisive, un attore, vari imprenditori, un barista, un autista di pullman, diversi governatori e senatori, un ex allenatore di football, un ministro, un pastore, un diacono e un vescovo della Chiesa cristiana, un inviato della CIA, un paio di avvocati, un paio di medici, qualche esperto politico-finanziario, un attivista, due veterani, analisti e studiosi di marketing, uomini e donne d’affari, un agricoltore ed ex pilota di aerei, un leader del buon senso. 


Vari dibattiti e appuntamenti politici in programma, che portano alle Primarie e poi all’elezione finale . I preferiti, secondo i sondaggi più recenti, sono Donald Trump per i Repubblicani e Hillary Clinton per i Democratici. Su internet gira una trasformazione della Casa Bianca qualora dovesse vincere Trump: il famoso edificio stile coloniale si estende a più piani, come fosse un grattacielo newyorkese.
 
Bisognerà attendere le primarie per sapere chi siamo i candidati di ogni partito. La Convention nazionale dei repubblicani si terrà a Cleveland, in Ohio, dal 18 al 21 luglio 2016. Mentre quella democratica a Philadelphia, in Pennsylvania, subito dopo, dal 25 al 28 luglio. Ma prima ci sarà anche la Convention dei “Libertarian”, a Orlando in Florida, dal 27 al 29 maggio 2016 (6 i candidati già ufficiali e due in attesa di conferma). 18 gli indipendenti. I Verdi sono due, donne. E tre del Partito della Costituzione: quattro candidati e uno da confermare.

In testa, per i repubblicani: Donald Trump, seguito da Ted Bush. In testa per i democratici, Hillary Clinton, seguita da Bernie Sanders. 59% contro 32% è la gara Clinton Trump. The “Tramp” & the Trump. 19 i candidati ufficiali dichiarati per gli asinelli. Joe Biden ed Elizabeth Warren ancora non si sono dichiarati ufficialmente. 38 i candidati ufficiali per gli elefanti. 33 sono quelli tra indipendenti e altri partiti, con quattro non ancora ufficiali. Chuck Baldwin, Gary Johnson, Cynthia McKinney and R. Lee Wrights. 7 in tutti i potenziali aspiranti presidenti, che da loro si attende l’ufficializzazione della candidatura. 18 i partiti negli Usa, compreso il “Partito Comunista” di cui pochi sono a conoscenza. Ma poi emergono solo gli asini e gli elefanti, grazie agli “sponsor”. Quando i soldi contano più dei voti…martedì 8 novembre 2016 è il “D-Day”. E la deadline per le candidature è aperta: bisogna essere cittadini Usa, nati negli Stati Uniti, avere almeno 35 anni, riempire un modulo con una dichiarazione di intenti e aver ricevuto contributi o aver speso 5mila dollari in eccesso, dopo aver raggiunto questa soglia d'ingresso di procede ai passaggi successivi, tra cui l'autorizzazione alla sponsorizzazione della propria campagna elettorale. Tutte le informazioni step by step su www.fec.gov. 

(Le foto si riferiscono, in ordine di apparizione, a: Joy Waymire, Howell Astor, Derrick Michael Reid, Ryan Shepard, Andy Caffrey, cinque dei 585 candidati alla presidenza degli Stati Uniti)