Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/La-fuga-dello-ergastolano-Johnny-lo-zingaro-le-tracce-portano-a-Genova-avrebbe-usato-un-taxi-806c1712-6b00-41e7-87f5-076f7c09b48d.html | rainews/live/ | true
ITALIA

L'ergastolano era in semilibertà dallo scorso agosto

La fuga di Johnny lo Zingaro: le tracce portano a Genova

Giuseppe Mastini, negli anni Ottanta vero e proprio terrore della Roma criminale, avrebbe usato un taxi per raggiungere il capoluogo ligure. La caccia è scatta ieri dopo che non si è presentato al lavoro

Condividi
Giuseppe Mastini nel 1989 (Contrasto)

Portano a Genova le tracce di Giuseppe Mastini, alias Johnny lo Zingaro. L'ergastolano, negli anni Ottanta vero e proprio terrore della Roma criminale, era in semilibertà dallo scorso agosto e da novembre si recava tutti i giorni alla scuola della polizia penitenziaria di Cairo Montenotte (Savona), dove svolgeva piccole mansioni. Ieri mattina non si è presentato al lavoro e da ieri sera è formalmente un evaso. Le ricerche sono coordinate dalla polizia penitenziaria di Fossano, dove stava scontando la sua pena, di concerto con le altre forze dell'ordine.

Secondo una prima ricostruzione, Mastini, 57 anni e alle spalle una lunga scia di sangue iniziata col primo omicidio quando aveva appena undici anni, si sarebbe fatto accompagnare da un taxi a Genova. L'avvistamento risale a ieri alle 12 in zona stazione Brignole del capoluogo regionale ligure. Le immagini relative alla zona sono al vaglio della polizia genovese.

Il primo omicidio a 11 anni
Analfabeta, figlio di giostrai lombardi di etnia sinti, Giuseppe Mastini, conosciuto anche come il 'Biondino', è uno dei personaggi di spicco della criminalità comune romana. Già a 11 anni, trasferitosi nella Capitale con la famiglia, divenne noto alle forze dell'ordine per un furto e una sparatoria con la Polizia. Il primo delitto che gli è stato contestato, è l'omicidio di un autista di tram, Vittorio Bigi, conseguenza di una rapina finita male: assieme ad un coetaneo, la sera del 28 dicembre 1975, Mastini, all'epoca 15enne, cerca di rubare a Bigi 10mila lire e un orologio. Non tutto fila liscio e i due giovani sparano due colpi di pistola, che feriscono a morte l'autista del mezzo, il cui cadavere viene nascosto e ritrovato solo una settimana più tardi, in un prato in zona Tiburtina.

Grazie alla testimonianza di un tassista i due minorenni vengono arrestati: nel carcere minorile di Casal del Marmo, Mastini conosce Pino Pelosi, in cella per l'omicidio di Pier Paolo Pasolini.

Johnny lo zingaro viene condannato a 15 anni di carcere: nel febbraio 1987 ottiene un permesso premio, del quale approfitta per rendersi latitante. Viene segnalato per una serie di rapine e riconosciuto in una fotografia dalla moglie di Paolo Buratti, console italiano in Belgio, ucciso nella sua villa a Sacrofano mentre tentava di resistere a una rapina. Il 23 marzo, mentre gira per Roma in macchina con una ragazza conosciuta nei giorni precedenti, Mastini viene fermato da due poliziotti contro i quali apre il fuoco. Uno degli agenti muore, l'altro viene ferito in modo grave, mentre Johnny, illeso, continua la sua fuga, sparando anche contro un carabiniere in borghese che gli intimava l'alt. Dalla Tuscolana, riesce a raggiungere la via Nomentana, dove la sua auto si ferma per un guasto: a quel punto, Mastini sottrae un'altra vettura ad una coppia minacciandola con la pistola; la ragazza che era a bordo, per lo spavento, non riesce a scendere dalla vettura. Viene sequestrata e condotta fino a via della Bufalotta dove Johnny decide di lasciarla andare. Poche ore dopo, Mastini e la sua amica vengono arrestati.

Nel processo celebrato nel 1989, viene condannato all'ergastolo per tutti i reati che gli vengono contestati, tranne l'omicidio di Sacrofano. Nel 2014 ha usufruito di un permesso premio, per partecipare al concerto dei Prodigy a Roma: con l'associazione Nessuno tocchi Caino ha infatti avviato un percorso di reinserimento sociale.  
A lui sono dedicati anche un film e una canzone.