ECONOMIA
La guerra dei barili offende i listini, sale lo spread

La sfida tra Arabia Saudita e Iran per la difesa e la conquista di quote di mercato del greggio non accenna a placarsi e tramortisce l’umore degli operatori, che spingono sulla leva delle vendite sui listini azionari.
Dopo l’annuncio dell’Arabia Saudita, che ieri ha difeso i suoi livelli produttivi di petrolio senza avviare tagli per far ripartire le quotazioni, oggi è stata la volta dell’Iran, che in mattinata ha confermato le stesse impostazioni. E di fronte allo scenario di un’abbondanza di greggio sui mercati – in presenza di dati che confermano il rallentamento delle economie asiatiche e in particolare di quella giapponese – agli operatori non è rimasta che la previsione ribassista.
Il petrolio Brent è in calo a 33 dollari e 20 centesimi il barile, il Wti scivola sotto i 31 e lo si trova a 30 dollari e 85 centesimi il barile.
E via libera dunque alle vendite su tutte le borse. In questo clima a metà seduta Milano cede l’1 e 80%. Londra scende dell’1 e 43%, mentre Francoforte e Parigi cedono oltre due punti percentuali (rispettivamente il 2,4% e il 2,05%).
A Piazza Affari risultano in forte contrazione gli energetici e poi anche i bancari, in attesa dell’apertura di Wall Street che, secondo le prime indicazioni dei futures, appare anch’essa alquanto debole.
Niente da fare anche per le forze di resistenza dello spread, che torna a salire, a 143 punti base, con il rendimento dei btp decennali all’1 e 55%.
Unico elemento di stabilità in questo panorama ondivago è il rapporto di cambio tra euro e dollaro, che tremula intorno a quota 1 e 10.
aggiornamento ore 12:30
Dopo l’annuncio dell’Arabia Saudita, che ieri ha difeso i suoi livelli produttivi di petrolio senza avviare tagli per far ripartire le quotazioni, oggi è stata la volta dell’Iran, che in mattinata ha confermato le stesse impostazioni. E di fronte allo scenario di un’abbondanza di greggio sui mercati – in presenza di dati che confermano il rallentamento delle economie asiatiche e in particolare di quella giapponese – agli operatori non è rimasta che la previsione ribassista.
Il petrolio Brent è in calo a 33 dollari e 20 centesimi il barile, il Wti scivola sotto i 31 e lo si trova a 30 dollari e 85 centesimi il barile.
E via libera dunque alle vendite su tutte le borse. In questo clima a metà seduta Milano cede l’1 e 80%. Londra scende dell’1 e 43%, mentre Francoforte e Parigi cedono oltre due punti percentuali (rispettivamente il 2,4% e il 2,05%).
A Piazza Affari risultano in forte contrazione gli energetici e poi anche i bancari, in attesa dell’apertura di Wall Street che, secondo le prime indicazioni dei futures, appare anch’essa alquanto debole.
Niente da fare anche per le forze di resistenza dello spread, che torna a salire, a 143 punti base, con il rendimento dei btp decennali all’1 e 55%.
Unico elemento di stabilità in questo panorama ondivago è il rapporto di cambio tra euro e dollaro, che tremula intorno a quota 1 e 10.
aggiornamento ore 12:30