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POLITICA

Ombre e polemiche

L'audio sulla sentenza che condannò Berlusconi, Tajani: "Golpe giudiziario contro la democrazia"

In una intercettazione telefonica, il relatore della sentenza, il magistrato Amedeo Franco, dice allo stesso Berlusconi di avere avuto "l’impressione che tutta questa vicenda sia stata guidata dall’alto". Era il 2013, Berlusconi fu condannato per frode fiscale. Il giudice che presiedeva la sezione della Corte di Cassazione dichiara di non aver "mai subito pressioni".  Fi chiede una commissione d'inchiesta, striscioni alla Camera e seduta sospesa per alcuni minuti.  Cassazione: "Pieno rispetto della legge". Anm: "Gravi distorsioni in ricostruzione vicenda"

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Emerge un audio sulla sentenza della Cassazione che nel 2013 condannò Berlusconi al carcere per frode fiscale. Sette anni dopo, una intercettazione telefonica, mandata in onda ieri nel corso della trasmissione Quarta Repubblica su Rete 4, getta ombre pesanti sull'esito di quel processo e fa scoppiare la polemica.

Nell'audio si sente il relatore della sentenza di condanna, il magistrato Amedeo Franco, dire allo stesso Berlusconi di avere avuto "l’impressione che tutta questa vicenda sia stata guidata dall’alto". Un processo pilotato, insomma. I cui esiti erano già stati decisi.

A presidere la sezione della Corte di Cassazione che pronunciò la sentenza era il giudice Antonio Esposito, che in queste ore ha dichiarato di non aver mai "in alcun modo, subito pressioni né dall'alto né da qualsiasi altra direzione".

E' Antonio Tajani, oggi, a intervenire sulla vicenda. "Mattarella conosce i fatti, siamo convinti che essendo anche presidente del Csm seguirà con grande attenzione ciò che accade nel mondo della giustizia, abbiamo fiducia in lui e siamo sicuri che continuerà a dare indicazioni affinché nel paese ci sia una giustizia giusta. In Italia non deve più accadere quello che è successo a Silvio Berlusconi" ha detto il vice presidente di Forza Italia, durante una conferenza stampa sulla sentenza.

Per Tajani "quella sentenza non è stata sbagliata soltanto per imperizia ma perché c'era una precisa volontà politica di colpire Silvio Berlusconi, leader della più grande forza politica del paese. Visto che non lo si poteva sconfiggere con le elezioni, allora si è cercato di sconfiggerlo per via giudiziaria".

"Le parole pronunciate dal dottor Franco - ha aggiunto - ci fanno capire che c'è stato un vero golpe giudiziario contro Berlusconi e contro la democrazia del nostro paese. Qualcuno dall'alto ha pilotato la sentenza e vorremmo sapere chi", anche perché "colpendo quell'uomo non si è soltanto colpita la persona e la sua famiglia, ma tutti coloro che avevano deciso liberamente di votarlo".

"Questa vicenda - ha detto ancora Tajani - conferma che avevamo ragione quando chiedevamo una riforma della giustizia e la separazione delle carriere", "il principio della legge uguale per tutti per Berlusconi non è valsa, la legge per lui era diversa rispetto agli altri". "Quello che facciamo, lo facciamo perché nessun'altro debba passare quello che ha passato Berlusconi", ha osservato.

"Ora commissione d'inchiesta"
"La democrazia nel nostro Paese è stata ferita: ora chiediamo l'istituzione di una Commissione d'inchiesta su quanto è accaduto a Berlusconi ma anche su tutto il cattivo funzionamento della giustizia penale, a partire da Togliatti quando inserì giudici che venivano dal Pci, prima che dallo Stato".

Cartelli FI in Aula Camera: "Giustizia per Berlusconi". Seduta sospesa per alcuni minuti
"Giustizia per Berlusconi". Lo scrive Forza Italia sugli striscioni issati nell'Aula della Camera. A prendere la parola, nell'emiciclo, la capogruppo Mariastella Gelmini. Sul caso, Forza Italia chiede che venga attivata una commissione parlamentare di inchiesta.

"Giustizia per Berlusconi", "Verità per Berlusconi", era scritto su due striscioni mostrati nell'Aula da alcuni deputati di Forza Italia al termine dell'intervento di Gelmini, che ha presentato la proposta di legge per istituire una commissione di inchiesta "sull'uso politico della giustizia negli ultimi 25 anni".

"Ci aspettiamo che accanto alla solidarietà che alcuni gruppi politici hanno manifestato, sotto quella proposta di legge  ci siano le firme di tutti i gruppi parlamentari, perché quanto è avvenuto ai danni del nostro leader politico non debba in futuro accadere a danno di nessun partito e di nessun leader politico", ha detto Gelmini. Il presidente di turno, Ettore Rosato, ha sospeso la seduta per alcuni minuti.

Esposito: mai subito alcuna pressione
Il giudice Antonio Esposito non ha mai "in alcun modo, subito pressioni né  dall'alto né da qualsiasi altra direzione". E' quanto afferma in una nota l'ex presidente della sezione di corte di Cassazione che emise la sentenza. In particolare, nella nota si sottolinea come Esposito "non subì mai pressioni dalla Procura della Repubblica di Milano con la quale mai ebbe contatto alcuno".

Cassazione: "Pieno rispetto della legge"
Il processo in Cassazione a Berlusconi si è svolto "nel pieno rispetto del giudice naturale precostituito per legge". Lo sottolinea una nota della Cassazione in relazione relazione alle polemiche sull'assegnazione del fascicolo alla sezione feriale. C'era l'imminente scadenza della prescrizione, aggiunge la nota, e il fascicolo venne assegnato a un collegio "già costituito in data anteriore all'arrivo" degli atti in Cassazione.

 Anm: "Gravi distorsioni in ricostruzione vicenda"
Dura la reazione dell'associazione nazionale magistrati. "Articoli di stampa e servizi televisivi hanno oggi fornito all'opinione pubblica una ricostruzione della vicenda processuale - sfociata nella condanna dell'allora senatore Berlusconi - basata su gravi e plurime distorsioni di dati di fatto, oltre che sull'utilizzo della registrazione delle presunte dichiarazioni di un ex magistrato, nel frattempo deceduto". Così la Giunta esecutiva centrale dell'Anm.   "Si commenta da sè - spiega l'Associazione nazionale magistrati - un tale metodo, che trascina nella contesa politico-mediatica una persona che non potrà smentire,precisare, spiegare tali pretese dichiarazioni, pur risultando il suo contributo processuale all'adozione della decisione e persino alla sua motivazione, da giudice esperto della materia oggetto del processo".