SALUTE
Normativa antistress
La legge c'è non sempre applicata
Abbiamo una normativa molto avanzata che tutela i lavoratori contro incidenti e malattie usuranti, ma la medicina del lavoro, i controlli, sono a macchia di leopardo. E troppi ne approfittano. Colloquio con Alessandra Servidori, consigliera Nazionale di Parità del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Professoressa, la disciplina prevede una serie di malattie cosiddette "usuranti" che hanno a che fare con lo stress psicofisico del lavoratore, quali sono
Ci sono due grandi filoni: le malattie professionali e i lavori usuranti. Le prime sono 54, cosiddette "tabellate", e gestite da INAIL.
Le malattie professionali sono quelle di cui e' considerata automatica la connessione con l'attività lavorativa svolta, per esempio la silicosi e l'asbestosi che portano al cancro provocato dall'amianto. Ovviamente anche al di fuori dei 54 casi elencati e' sempre possibile al lavoratore dimostrare di aver sviluppato una patologia dovuta al proprio lavoro, secondo le leggi che regolano gli infortuni sul lavoro: la più recente e' dell'anno 2000.
Per quel che riguarda le cosiddette malattie usuranti, più che patologie sono condizioni lavorative di disagio per il lavoratore.
Secondo il decreto delegato che ha dato attuazione al collegato al lavoro della legge 183/2010 vengono previsti come lavori particolarmente usuranti quelli svolti in serra, in celle frigorifere, e poi
I lavori notturni, mansioni svolte nelle catene di montaggio, i lavori che prevedono il trasporto di almeno 9 passeggeri...per queste occupazioni e' previsto uno sconto sui requisiti previdenziali che pero' la legge Fornero del 2011 ha reso difficilmente acquisibile, tanto che in materia di lavori usuranti almeno 1 miliardo delle somme a copertura e' finito in economia
Anche nel terziario ci sono alcune condizioni di lavoro che pesano sulla salute del lavoratore, per esempio essere esposti per ore alla luce dei computer: anche in questi casi c'è una tutela di legge?
La norma più importante e' nel Testo Unico 81 del 2008, che ha superato la legge 626 degli anni novanta.
Per il terziario a prevalenza di lavoro femminile finalmente, con l'articolo 28 del Testo Unico 81 non si tutela più la sola maternità, dato che lo stress lavoro correlato e' stato identificato spesso nel genere femminile dovuto a difficoltà di conciliare tempi di vita e lavoro, ma anche tipologie di lavoro pesanti, e poi le molestie e il mobbing.
La commissione nata dal testo unico 81/2008, nel validare le buone prassi nel documento che le aziende devono produrre per la prevenzione, salute e sicurezza del lavoro, ha identificato 4 buone prassi: l'inserimento del fattore genere, le attività di prevenzione per genere, la particolarità delle patologie oncologiche, la formazione di genere.
Chi controlla che realmente il lavoratore esplichi la sua opera in sicurezza e senza essere sottoposto a condizioni stressanti? La medicina del lavoro, pure perfetta sulla carta, quanto è effettivamente praticata sui luoghi di lavoro, a parte le visite per l'assunzione?
In tutte le aziende pubbliche e private c'è a norma del Testo Unico 81 un responsabile della sicurezza, ma poi ci sono i servizi ispettivi dell'Inail, gli ispettori del lavoro, le ASL.
Chi non rispetta queste norme, va incontro a sanzioni amministrative e penali.Sulla medicina del lavoro ci sono purtroppo dei buchi neri perché è presente sul territorio a macchia di leopardo, con esempi virtuosi e altri meno.
Poi ci sono problemi di carattere istituzionale, le ASL hanno la mission della cura e stentano ad occuparsi di medicina del lavoro. A mio avviso occorrerebbe restituire questa competenza all'INAIL.
Ci sono due grandi filoni: le malattie professionali e i lavori usuranti. Le prime sono 54, cosiddette "tabellate", e gestite da INAIL.
Le malattie professionali sono quelle di cui e' considerata automatica la connessione con l'attività lavorativa svolta, per esempio la silicosi e l'asbestosi che portano al cancro provocato dall'amianto. Ovviamente anche al di fuori dei 54 casi elencati e' sempre possibile al lavoratore dimostrare di aver sviluppato una patologia dovuta al proprio lavoro, secondo le leggi che regolano gli infortuni sul lavoro: la più recente e' dell'anno 2000.
Per quel che riguarda le cosiddette malattie usuranti, più che patologie sono condizioni lavorative di disagio per il lavoratore.
Secondo il decreto delegato che ha dato attuazione al collegato al lavoro della legge 183/2010 vengono previsti come lavori particolarmente usuranti quelli svolti in serra, in celle frigorifere, e poi
I lavori notturni, mansioni svolte nelle catene di montaggio, i lavori che prevedono il trasporto di almeno 9 passeggeri...per queste occupazioni e' previsto uno sconto sui requisiti previdenziali che pero' la legge Fornero del 2011 ha reso difficilmente acquisibile, tanto che in materia di lavori usuranti almeno 1 miliardo delle somme a copertura e' finito in economia
Anche nel terziario ci sono alcune condizioni di lavoro che pesano sulla salute del lavoratore, per esempio essere esposti per ore alla luce dei computer: anche in questi casi c'è una tutela di legge?
La norma più importante e' nel Testo Unico 81 del 2008, che ha superato la legge 626 degli anni novanta.
Per il terziario a prevalenza di lavoro femminile finalmente, con l'articolo 28 del Testo Unico 81 non si tutela più la sola maternità, dato che lo stress lavoro correlato e' stato identificato spesso nel genere femminile dovuto a difficoltà di conciliare tempi di vita e lavoro, ma anche tipologie di lavoro pesanti, e poi le molestie e il mobbing.
La commissione nata dal testo unico 81/2008, nel validare le buone prassi nel documento che le aziende devono produrre per la prevenzione, salute e sicurezza del lavoro, ha identificato 4 buone prassi: l'inserimento del fattore genere, le attività di prevenzione per genere, la particolarità delle patologie oncologiche, la formazione di genere.
Chi controlla che realmente il lavoratore esplichi la sua opera in sicurezza e senza essere sottoposto a condizioni stressanti? La medicina del lavoro, pure perfetta sulla carta, quanto è effettivamente praticata sui luoghi di lavoro, a parte le visite per l'assunzione?
In tutte le aziende pubbliche e private c'è a norma del Testo Unico 81 un responsabile della sicurezza, ma poi ci sono i servizi ispettivi dell'Inail, gli ispettori del lavoro, le ASL.
Chi non rispetta queste norme, va incontro a sanzioni amministrative e penali.Sulla medicina del lavoro ci sono purtroppo dei buchi neri perché è presente sul territorio a macchia di leopardo, con esempi virtuosi e altri meno.
Poi ci sono problemi di carattere istituzionale, le ASL hanno la mission della cura e stentano ad occuparsi di medicina del lavoro. A mio avviso occorrerebbe restituire questa competenza all'INAIL.