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ECONOMIA

La legge sulla sicurezza a Hong Kong trascina al ribasso le borse mondiali

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di Fabrizio Patti
Sono pesanti le ripercussioni sui mercati dell'annuncio del portavoce del Congresso Nazionale del Popolo cinese. Pechino, ha detto, intende introdurre una legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong. L'indice Hang Seng dell'ex colonia britannica scende del 5,7%, negativi anche gli indici a Shanghai (-1,9%), Tokyo (-0,8%) e Seul (-1,4%). Sale, anche a livello finanziario, la tensione tra Cina e Stati Uniti. Mercoledì il Senato a Washington ha votato a favore di una legge che rende più difficile la quotazione delle società che non si adeguano ai principi contabili statunitensi, tra cui molte cinesi. Ieri Wall Street ha chiuso in ribasso (Dow Jones -0,4%), anche con il Nasdaq (-0,97%), dove è quotata la cinese Alibaba. A Milano ieri il Ftse Mib è sceso dello 0,73 per cento. In apertura segna -1,25%. Londra -2%, Francoforte e Parigi -1,5%. Scende anche il petrolio: -5,2% per il Wti americano, tornato a 32,1 dollari al barile dopo una tendenza rialzista di alcune settimane. Scende del 4% il Brent del Mare del Nord, che si riporta a 34,7 dollari al barile. A Piazza Affari cali per tutti i settori con l'esclusione di quello sanitario (+0,15% per l'indice Ftse All Share Health Care). Tra i singoli titoli cali vicini al 3% per Salvatore Ferragamo e Moncler, marchi di moda sensibili alle tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina, così come Pirelli, che oggi registra la discesa maggiore (-3,18%). Giù anche i petroliferi: Saipem -2,7%, Eni -2,3%. In controtendenza la società di diagnostica Diasorin, +0,7%.