ITALIA
Il dramma di Santa Croce Camerina
La madre di Loris tentò di suicidarsi con fascette di plastica
Il dettaglio, rivelato dal Corsera, fondamentale per l'inchiesta. Questi laccetti di plastica sarebbero infatti l'arma usata per uccidere il bambino di 8 anni. Segni di questi lacci anche sui polsi. Parla il padre che difende la moglie: "Veronica è una mamma speciale"

La mamma di Loris Stival alcuni anni fa tentò di togliersi la vita con una fascetta elettrica. A rivelare questo particolare fondamentale ora per le indagini è il Corriere della Sera: "Anni fa, - scrive il quotidiano - quando tentò di uccidersi per la prima volta, Veronica Panarello cercò di farlo con una fascetta da elettricista. Era poco più che una ragazzina, tormentata da un’infelicità perenne e mille insicurezze che avevano a che fare in buona parte con il rapporto conflittuale fra lei e sua madre. Oggi quel dettaglio del tentato suicidio (la fascetta) sembra quasi un particolare da libro giallo e, com’è ovvio, è diventato importante per l’inchiesta".
Fascette elettriche per legare i polsi del bambino
Questi laccetti di plastica usati dagli elettricisti tornano a essere protagonisti, ancora una volta e in maniera drammatica, nel caso dell'omicidio di Andrea Loris Stival. Sarebbero state utilizzate, infatti, secondo indiscrezioni, anche per legare i polsi del bimbo di otto anni, probabilmente prima che fosse ucciso. Nel corso dell'autopsia, sarebbero stati individuati graffi compatibili con i segni lasciati sul collo dalla fascetta usata per strangolare la piccola vittima. Un altro dettaglio, inoltre, metterebbe in dubbio la versione della madre. Un video, come già noto, immortala la Polo nera della donna a circa 50 metri dall'area di Mulino vecchio, dov'è stato recuperato il cadavere di Loris e dove la vettura non si sarebbe dovuta trovare secondo la ricostruzione della mamma: la macchina, questo il dato nuovo, impiegherebbe 9 minuti per attraversare l'area, molto più del tempo necessario.
Tutti i lati oscuri della vicenda
I contorni di questa brutta storia si fanno via via più oscuri. Tante le domande che gli inquirenti devono ancora chiarire. La mamma di Loris tentò davvero di suicidarsi con le stesse fascette con cui sarebbe stato ucciso suo figlio? E perchè, dopo il ritrovamento di Loris cadavere, Veronica ha tirato fuori un mazzo di questi laccetti di plastica per consegnarli alle maestre del figlio? Forse voleva incosciamente lanciare un messaggio agli inquirenti o peggio all'assassino? Di certo c'è un lato ancora più nero di questa vicenda che ancora deve venir fuori.
L'avvocato: "Per buttare spazzatura si deve passar da lì"
Intanto Francesco Villardita, l'avvocato della famiglia Stival, torna a spiegare il perchè la Polo nera di Veronica Panarello si trovasse a pochi metri dal vecchio mulino, luogo del ritrovamento del corpo del piccolo sabato 29 novembre. "Prima che uscisse fuori la telecamera, questo percorso era stato già da tempo detto alla Polizia" spiega il legale "Dire verso il Mulino Vecchio e dire verso Punta Secca è la stessa strada come direzione. Lei queste cose le ha già dette - dichiara Villardita -, perchè quella è la zona dove ci sono i cassonetti, non ci sono altre zone dove ci sono i cassonetti, quindi se deve buttare la spazzatura deve passare da lì".
"Veronica è una mamma speciale"
Dopo giorni di silenzio il padre del piccolo Loris parla per difendere a "spada tratta" la moglie: "Veronica è una mamma speciale, non voglio che si infanghi il nome di mia moglie". Davide Stival, marito di Veronica Panarello, parla tramite l'avvocato Francesco Villardita: "Abbiamo un dolore immenso, non mostrate più le foto dei nostri bambini" Poi conclude con un appello alla popolazione: "Chi è a conoscenza di qualcosa, parli". L'uomo chiede anche "dateci nostro figlio al più presto". Il corpo del piccolo Loris, infatti, non è stato ancora restituito alla famiglia ma rimane all'esame dei medici legali.
Il viceparroco ai cronisti: "Vergona!"
E in questa giornata di fine autunno il viceparroco di Santa Croce Camerina, padre Flavio Maganuco, attacca i giornalisti durante l'omelia della messa domenicale. "E' stata una settimana particolare - ha detto rivolgendosi ai tanti bambini presenti in chiesa - a scuola sono venute tante persone, anche troppe. E sono venute anche tante telecamere, anche qui in chiesa oggi, è una vergogna. Evidentemente non hanno altro da fare". Nel corso di tutta la messa il parroco non ha rivolto nè una parola nè una preghiera per Loris e per quello che è accaduto. "E' inopportuno da parte mia dire qualsiasi cosa prima che venga fuori la verità intera - ha spiegato ai cronisti al termine della messa - sono state dette troppe cose e finché non c'é niente di certo non mi sento di dire nulla". padre Flavio ha poi ribadito che la comunità è stanca e arrabbiata" soprattutto per le cose "che sono state dette sulla città e sugli abitanti". In chiesa non erano presenti nè i familiari del piccolo Loris nè Orazio Fidone, il cacciatore che ha ritrovato il corpo nel fosso di Contrada Mulino Vecchio.
Fascette elettriche per legare i polsi del bambino
Questi laccetti di plastica usati dagli elettricisti tornano a essere protagonisti, ancora una volta e in maniera drammatica, nel caso dell'omicidio di Andrea Loris Stival. Sarebbero state utilizzate, infatti, secondo indiscrezioni, anche per legare i polsi del bimbo di otto anni, probabilmente prima che fosse ucciso. Nel corso dell'autopsia, sarebbero stati individuati graffi compatibili con i segni lasciati sul collo dalla fascetta usata per strangolare la piccola vittima. Un altro dettaglio, inoltre, metterebbe in dubbio la versione della madre. Un video, come già noto, immortala la Polo nera della donna a circa 50 metri dall'area di Mulino vecchio, dov'è stato recuperato il cadavere di Loris e dove la vettura non si sarebbe dovuta trovare secondo la ricostruzione della mamma: la macchina, questo il dato nuovo, impiegherebbe 9 minuti per attraversare l'area, molto più del tempo necessario.
Tutti i lati oscuri della vicenda
I contorni di questa brutta storia si fanno via via più oscuri. Tante le domande che gli inquirenti devono ancora chiarire. La mamma di Loris tentò davvero di suicidarsi con le stesse fascette con cui sarebbe stato ucciso suo figlio? E perchè, dopo il ritrovamento di Loris cadavere, Veronica ha tirato fuori un mazzo di questi laccetti di plastica per consegnarli alle maestre del figlio? Forse voleva incosciamente lanciare un messaggio agli inquirenti o peggio all'assassino? Di certo c'è un lato ancora più nero di questa vicenda che ancora deve venir fuori.
L'avvocato: "Per buttare spazzatura si deve passar da lì"
Intanto Francesco Villardita, l'avvocato della famiglia Stival, torna a spiegare il perchè la Polo nera di Veronica Panarello si trovasse a pochi metri dal vecchio mulino, luogo del ritrovamento del corpo del piccolo sabato 29 novembre. "Prima che uscisse fuori la telecamera, questo percorso era stato già da tempo detto alla Polizia" spiega il legale "Dire verso il Mulino Vecchio e dire verso Punta Secca è la stessa strada come direzione. Lei queste cose le ha già dette - dichiara Villardita -, perchè quella è la zona dove ci sono i cassonetti, non ci sono altre zone dove ci sono i cassonetti, quindi se deve buttare la spazzatura deve passare da lì".
"Veronica è una mamma speciale"
Dopo giorni di silenzio il padre del piccolo Loris parla per difendere a "spada tratta" la moglie: "Veronica è una mamma speciale, non voglio che si infanghi il nome di mia moglie". Davide Stival, marito di Veronica Panarello, parla tramite l'avvocato Francesco Villardita: "Abbiamo un dolore immenso, non mostrate più le foto dei nostri bambini" Poi conclude con un appello alla popolazione: "Chi è a conoscenza di qualcosa, parli". L'uomo chiede anche "dateci nostro figlio al più presto". Il corpo del piccolo Loris, infatti, non è stato ancora restituito alla famiglia ma rimane all'esame dei medici legali.
Il viceparroco ai cronisti: "Vergona!"
E in questa giornata di fine autunno il viceparroco di Santa Croce Camerina, padre Flavio Maganuco, attacca i giornalisti durante l'omelia della messa domenicale. "E' stata una settimana particolare - ha detto rivolgendosi ai tanti bambini presenti in chiesa - a scuola sono venute tante persone, anche troppe. E sono venute anche tante telecamere, anche qui in chiesa oggi, è una vergogna. Evidentemente non hanno altro da fare". Nel corso di tutta la messa il parroco non ha rivolto nè una parola nè una preghiera per Loris e per quello che è accaduto. "E' inopportuno da parte mia dire qualsiasi cosa prima che venga fuori la verità intera - ha spiegato ai cronisti al termine della messa - sono state dette troppe cose e finché non c'é niente di certo non mi sento di dire nulla". padre Flavio ha poi ribadito che la comunità è stanca e arrabbiata" soprattutto per le cose "che sono state dette sulla città e sugli abitanti". In chiesa non erano presenti nè i familiari del piccolo Loris nè Orazio Fidone, il cacciatore che ha ritrovato il corpo nel fosso di Contrada Mulino Vecchio.