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SALUTE

E' una stima del ministero della Sanità

Celiachia, per ogni malato consapevole ce ne sono nove che non sanno di esserlo

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Anna Maria Castellazzi
di Anna Maria Castellazzi
Che cos’è
La celiachia è un’enteropatia cronica (patologia infiammatoria cronica del tratto gastrointestinale), che si sviluppa in individui geneticamente predisposti, il cui sistema immunitario riconosce in modo anomalo le proteine del glutine , un polipeptide contenuto in diversi cereali quali frumento, orzo, segale e avena. 
E’ caratterizzata da lesioni intestinali , quali atrofia dei villi, ipertrofia e iperplasia delle cripte e marcato infiltrato infiammatorio sia nell'epitelio di rivestimento che nella lamina propria della parete intestinale, che ostacolano l'assorbimento dei nutrienti e migliorano eliminando dalla dieta la gliadina di frumento e le prolamine di altri cereali (orzo e segale).

Come ce ne accorgiamo?
I sintomi più comuni di questa patologia includono diarrea, distensione e dolori addominali, perdita di peso, affaticamento e malnutrizione. L’eterogeneità dei sintomi permette di classificare la patologia celiaca in diversi modi: “classica o sintomatica” caratterizzata da diarrea e malnutrizione, “atipica o asintomatica” che non presenta sintomatologia del tratto gastrointestinale e la celiachia definita “silente” quando l’enteropatia si riscontra in pazienti apparentemente sani.

Qual è la dimensione del problema?
Il Ministero della Salute ha stimato che i soggetti potenzialmente celiaci, in Italia, potrebbero essere circa 600 mila, ma ad oggi ne sono stati diagnosticati solo 60 mila.

Test diagnostici
I tests diagnostici non invasivi si basano sulla ricerca, nel siero di:anticorpi anti-gliadina (proteina dl glutine) detti AGA, anticorpi anti transglutaminasi tissutale, enzima che converte i residui di glutammina presenti nel glutine in acido glutammico, favorendo la presentazione della proteina alle cellule immunitarie.Nei casi dubbi si possono eseguire i test EMA, che valutano gli anticorpi anti-endomisio ,utilizzando come substrato tessuto di esofago di scimmia.
Se i tests sierologici sono positivi si procede ad una biopsia duodenale che potrà dimostrare il danno a livello intestinale: atrofia dei villi, ipertrofia delle cripte e infiltrato linfocitario.

Come si cura?
L’unica terapia attualmente disponibile per la malattia celiaca è l’esclusione totale e permanente dei cereali e derivati contenenti glutine dalla dieta. 
Per i celiaci è indispensabile il rispetto della dieta priva di alimenti contenenti glutine, al fine di ottenere la remissione dei segni e sintomi della malattia, permettendo così all’intestino di riacquistare la sua normale morfologia e funzione assorbente. Seguire correttamente una dieta rigida senza glutine comporta importanti modifiche nello stile di vita del soggetto. L’assunzione di alimenti confezionati privi di glutine può portare, inoltre, ad un innalzamento dei livelli ematici di colesterolo.

Cosa si può mangiare ?
I pazienti celiaci possono consumare tranquillamente molti alimenti: tutti i tipi di carne, formaggi , frutta, latte e derivati, legumi e verdure, miglio, mais, olio di oliva, di arachide, di girasole e di mais; pesce, polenta, patate, riso, sesamo, soia, tapioca, uova e tutti quegli alimenti per cui è certificata l’assenza di glutine nelle varie fasi produttive. Per quanto riguarda l’avena, le evidenze sperimentali indicano che la stragrande maggioranza dei celiaci può tollerarla, tuttavia per precauzione è bene non includerla nella dieta priva di glutine soprattutto per il rischio di contaminazione. 

Per approfondire
1. Kupper C. Dietary guidelines and implementation for celiac disease. Gastroenterology. 2005; 128(4 Suppl 1):S121-7.
2. Ministero della Salute: www.salute.gov.it.
3. Saturni L, Ferretti G, Bacchetti T. The gluten-free diet: safety and nutritional quality. Nutrients. 2010; 2(1):16-34
4. Torres MI, López Casado MA, Ríos A. New aspects in celiac disease. World J Gastroenterol. 2007; 13(8):1156-61.


AnnaMaria Castellazzi, PhD
Specialista in Patologia Generale e Clinica
Specialista in Scienze dell’Alimentazione  
Dipartimento di Scienze clinico-chirurgiche, diagnostiche e Pediatriche
Università degli Studi di Pavia
mail:annamaria.castellazzi@unipv.it