MONDO
La morte di Castro, le reazioni dei grandi del mondo
Il mondo si è già diviso fra gli omaggi allo spirito della Rivoluzione cubana, la mano tesa al popolo cubano di Obama e degli altri leader che invitano a guardare al futuro, e i festeggiamenti in strada degli esuli cubani a Miami. Con Donald Trump che ha definito Castro "un dittatore brutale"

Cuba ha proclamato nove giorni di lutto nazionale per la morte di Fidel Castro, poche ore dopo l'annuncio commosso da parte del fratello Raul, che ha ereditato la presidenza. Le ceneri del 'lider maximo' saranno tumulate con una cerimonia solenne il 4 dicembre.
Intanto il mondo si è già diviso fra gli omaggi allo spirito della Rivoluzione cubana, la mano tesa al popolo cubano di Obama e degli altri leader che invitano a guardare al futuro, e i festeggiamenti in strada degli esuli cubani a Miami. Con Donald Trump che ha definito Castro "un dittatore brutale".
Tra i primi leader mondiali a commentare la scomparsa di Castro i presidenti dell'America Latina: da Enrique Pena Nieto in Messico ("E' morto un amico") a Nicolas Maduro in Venezuela ("Fino alla vittoria, sempre"), fino a Rafael Correa in Ecuador ("Se ne è andato un grande").
Papa Francesco ha inviato un telegramma di cordoglio al fratello e attuale presidente Raul Castro parlando di "dolore" per la "triste notizia".
"Tendiamo la mano dell'amicizia al popolo cubano", è stato il commento a caldo del presidente degli Stati Uniti Barack Obama: "La storia giudicherà l'enorme impatto di questa singolare figura sulla gente e sul mondo attorno a lui", ricordando di aver lavorato con l'Avana "per lasciarci il passato alle spalle".
A Obama si contrappone il giudizio netto di Donald Trump, che sembra unirsi ai festeggiamenti della Little Havana in Florida: "Oggi il mondo segna la scomparsa di un dittatore brutale che ha oppresso il suo popolo per quasi sei decenni. La nostra amministrazione farà tutto il possibile per garantire al popolo cubano che possa finalmente cominciare il suo cammino verso la prosperità e la libertà".
"La storia non lo assolverà", ha commentato l'ex candidato repubblicano alla Casa Bianca Marco Rubio, di origini cubane, facendo eco alla famosa frase dell'ex leader cubano ("La storia mi assolverà").
"La fine di un'era per Cuba e l'inizio di una nuova era per il popolo cubano", ha chiosato il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson.
Al leader cubano ha reso in qualche modo omaggio Vladimir Putin: "La Cuba libera e indipendente che lui e i suoi alleati hanno costruito è divenuta un membro influente della comunità internazionale ed un esempio di ispirazione per molti Paesi", ha detto il capo del Cremlino, aggiungendo che "è stato un sincero e affidabile amico della Russia".
E perfino il conservatore presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker lo ha riconosciuto come "un uomo che è stato un eroe per molti".
Intanto il mondo si è già diviso fra gli omaggi allo spirito della Rivoluzione cubana, la mano tesa al popolo cubano di Obama e degli altri leader che invitano a guardare al futuro, e i festeggiamenti in strada degli esuli cubani a Miami. Con Donald Trump che ha definito Castro "un dittatore brutale".
Tra i primi leader mondiali a commentare la scomparsa di Castro i presidenti dell'America Latina: da Enrique Pena Nieto in Messico ("E' morto un amico") a Nicolas Maduro in Venezuela ("Fino alla vittoria, sempre"), fino a Rafael Correa in Ecuador ("Se ne è andato un grande").
Papa Francesco ha inviato un telegramma di cordoglio al fratello e attuale presidente Raul Castro parlando di "dolore" per la "triste notizia".
"Tendiamo la mano dell'amicizia al popolo cubano", è stato il commento a caldo del presidente degli Stati Uniti Barack Obama: "La storia giudicherà l'enorme impatto di questa singolare figura sulla gente e sul mondo attorno a lui", ricordando di aver lavorato con l'Avana "per lasciarci il passato alle spalle".
A Obama si contrappone il giudizio netto di Donald Trump, che sembra unirsi ai festeggiamenti della Little Havana in Florida: "Oggi il mondo segna la scomparsa di un dittatore brutale che ha oppresso il suo popolo per quasi sei decenni. La nostra amministrazione farà tutto il possibile per garantire al popolo cubano che possa finalmente cominciare il suo cammino verso la prosperità e la libertà".
"La storia non lo assolverà", ha commentato l'ex candidato repubblicano alla Casa Bianca Marco Rubio, di origini cubane, facendo eco alla famosa frase dell'ex leader cubano ("La storia mi assolverà").
"La fine di un'era per Cuba e l'inizio di una nuova era per il popolo cubano", ha chiosato il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson.
Al leader cubano ha reso in qualche modo omaggio Vladimir Putin: "La Cuba libera e indipendente che lui e i suoi alleati hanno costruito è divenuta un membro influente della comunità internazionale ed un esempio di ispirazione per molti Paesi", ha detto il capo del Cremlino, aggiungendo che "è stato un sincero e affidabile amico della Russia".
E perfino il conservatore presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker lo ha riconosciuto come "un uomo che è stato un eroe per molti".