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MONDO

Le indagini

La morte in Egitto di Giulio Regeni: il suo computer è nelle mani degli inquirenti italiani

Il capo degli inquirenti egiziani ha aggiunto che l'ultima persona con cui Giulio Regeni ha avuto l'ultimo contatto telefonico è un lettore universitario italiano

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Giulio Regeni (Ansa)
Il computer portatile di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso in Egitto, era nella disponibilità dell'autorità italiane ed ora è in mano degli inquirenti che indagano sulla sua morte. Non è stato ritrovato invece il cellulare del ricercatore, come specificato anche dal capo della Procura di Giza (Egitto), Ahmed Nagy, che segue le indagini egiziane sulla morte del giovane trovato cadavere nei giorni scorsi sulla strada tra il Cairo e Alessandria. Il capo degli inquirenti egiziani ha aggiunto che la persona con cui Giulio Regeni ha avuto l'ultimo contatto telefonico "è un suo amico italiano, Gennaro Gervasio". Mentre il pc è stato trovato dalla famiglia del giovane friulano in Egitto e consegnato alle autorità italiane, i familiari di Regeni non hanno saputo dire niente di un eventuale Ipad: non risulta che Giulio avesse un tablet.

Intanto gli inquirenti italiani ascolteranno tutti gli accademici, i ricercatori e gli stagisti (di varie nazionalità), che dall'Egitto giungeranno in Italia per essere presenti ai funerali di Giulio Regeni, in programma venerdì prossimo a Fiumicello. Obiettivo degli investigatori, coordinati dal pm della Procura di Roma, Sergio Colaiocco, è quello di raccogliere il maggior numero di informazioni sull'attività svolta da Regeni in Egitto e sulla rete di informatori su cui poteva contare per il suo lavoro.    

All'attenzione del magistrato, che indaga per omicidio, c'è anche la prima informativa che gli uomini del Ros e dello Sco hanno inviato sull'attività istruttoria svolta al Cairo. L'attenzione di chi indaga è rivolta, sopratutto, su una serie di incontri a cui Regeni ha partecipato negli ultimi mesi, compreso uno del dicembre scorso con rappresentati del sindacato indipendente. Uno degli snodi fondamentali dell'inchiesta sulla morte del giovane - si sottolinea - è proprio il meeting avvenuto al "Centro servizi per i lavoratori e i sindacati (Ctuws)". Chi indaga ritiene che tra i 100 e oltre invitati al vertice possa nascondersi chi ha fatto del male al ragazzo. 

Dell'incontro di dicembre Regeni ne aveva riferito in un articolo pubblicato dal Manifesto. Ora si vuole definire quali erano i contatti di Giulio. Intanto secondo quanto si è appreso sono continui collegamenti con la magistratura egiziana da parte del pm Sergio Colaiocco.