Coronavirus
36 milioni gli italiani che non hanno viaggiato all'estero
Confturismo: persi 78 milioni di arrivi a causa della pandemia
Il turismo è stato tra i settori più penalizzati dalla pandemia. Confturismo e Confcommercio chiedono un progetto per accedere al Recovery Fund. Intanto si vedono segni di una timidissima ripresa

Più che un salto nel futuro, è un salto nel passato, più esattamente a 30 anni fa. È la situazione del turismo nel nostro paese. "Il 2020 - ha detto Luca Patanè presidente di Confturismo Confcommercio - si chiude con meno 78 milioni di arrivi e meno 240 milioni di presenze turistiche in Italia, ai quali va aggiunta l'ulteriore perdita dei circa 36 milioni di italiani che non sono andati all'estero”. Numeri imponenti però, dice Patanè, “non solo nella legge di bilancio 2021 per il turismo c'è ben poco, ma ad oggi non abbiamo visto neanche un progetto vero e proprio per il settore nella pianificazione per accedere al Recovery Fund".
Proposte per ripartire
Piani, proposte per riavviare il settore Confturismo-Confcommercio le hanno messe sul piatto. Ma “concretamente, non è accaduto nulla - conclude Patanè - neanche la più volte annunciata apertura del tavolo per aggiornare il Piano strategico del turismo, fermo al 2017". La richiesta, si spiega, è investire sulle nostre imprese, “altrimenti sarà il Paese, non solo il nostro settore, a pagarne pesantissime conseguenze".
La timida voglia di viaggiare
Dopo il record negativo di novembre, l’indice di fiducia del viaggiatore italiano calcolato da SWG per Confturismo-Confcommercio recupera nove punti e si attesta a quota 48. Ora, dopo un lungo periodo di assenza di progetti di vacanza, cominciano ad affiorare le prime idee e qualche timidissima programmazione di ferie. Il 25% degli intervistati prevede così di concedersi a febbraio, una pausa di massimo 3 giorni in Italia. Il 72% non ha però ancora scelto la destinazione, né tanto meno prenotato, e la stragrande maggioranza delle preferenze si indirizza verso seconde case di proprietà o di amici. Insomma, spiega l'associazione, non è turismo.
Le vacanze estive
Se si sposta lo sguardo in avanti, il 28% degli italiani sembra puntare a una vacanza di 3/7 giorni tra giugno e luglio, e il 50% in un break di 7 giorni tra luglio e settembre. Progetti che devono fare i conti con l’andamento del virus e piano vaccinale. Nel complesso, sono sempre le località di mare ad attrarre di più, soprattutto per i progetti di vacanza se di maggiore durata, mentre per quelle più brevi le città d’arte - soprattutto di Toscana, Lazio ed Emilia Romagna - tornano finalmente a competere con la montagna: un piccolo segnale positivo per la tipologia di destinazione più duramente colpita dalla crisi Covid.
I viaggi all’estero
Qui il panorama si restringe ancora di più. Si prevede, ma da primavera in poi, e solo da parte di un italiano su quattro. La destinazione è quasi esclusivamente l’Europa, con la Grecia ampiamente favorita. Da notare che il 6% pensa di nuovo a destinazioni di medio-lungo raggio, come Mar Rosso, Stati Uniti e area caraibica, a partire da Cuba e Santo Domingo.
Proposte per ripartire
Piani, proposte per riavviare il settore Confturismo-Confcommercio le hanno messe sul piatto. Ma “concretamente, non è accaduto nulla - conclude Patanè - neanche la più volte annunciata apertura del tavolo per aggiornare il Piano strategico del turismo, fermo al 2017". La richiesta, si spiega, è investire sulle nostre imprese, “altrimenti sarà il Paese, non solo il nostro settore, a pagarne pesantissime conseguenze".
La timida voglia di viaggiare
Dopo il record negativo di novembre, l’indice di fiducia del viaggiatore italiano calcolato da SWG per Confturismo-Confcommercio recupera nove punti e si attesta a quota 48. Ora, dopo un lungo periodo di assenza di progetti di vacanza, cominciano ad affiorare le prime idee e qualche timidissima programmazione di ferie. Il 25% degli intervistati prevede così di concedersi a febbraio, una pausa di massimo 3 giorni in Italia. Il 72% non ha però ancora scelto la destinazione, né tanto meno prenotato, e la stragrande maggioranza delle preferenze si indirizza verso seconde case di proprietà o di amici. Insomma, spiega l'associazione, non è turismo.
Le vacanze estive
Se si sposta lo sguardo in avanti, il 28% degli italiani sembra puntare a una vacanza di 3/7 giorni tra giugno e luglio, e il 50% in un break di 7 giorni tra luglio e settembre. Progetti che devono fare i conti con l’andamento del virus e piano vaccinale. Nel complesso, sono sempre le località di mare ad attrarre di più, soprattutto per i progetti di vacanza se di maggiore durata, mentre per quelle più brevi le città d’arte - soprattutto di Toscana, Lazio ed Emilia Romagna - tornano finalmente a competere con la montagna: un piccolo segnale positivo per la tipologia di destinazione più duramente colpita dalla crisi Covid.
I viaggi all’estero
Qui il panorama si restringe ancora di più. Si prevede, ma da primavera in poi, e solo da parte di un italiano su quattro. La destinazione è quasi esclusivamente l’Europa, con la Grecia ampiamente favorita. Da notare che il 6% pensa di nuovo a destinazioni di medio-lungo raggio, come Mar Rosso, Stati Uniti e area caraibica, a partire da Cuba e Santo Domingo.