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MONDO

La capitale contesa

La questione di Gerusalemme secondo il piano di Trump

Capitale del futuro Stato di Palestina a est, oltre l'attuale barriera di separazione

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Gerusalemme resterà "capitale sovrana e indivisa dello Stato di Israele". Questo è quanto prevede il piano di pace pubblicato dalla Casa Bianca dopo l'annuncio di Trump. La "capitale sovrana dello Stato di Palestina" sorgerà, secondo il piano, nelle aree della parte est di Gerusalemme che si trovano oltre l'esistente barriera di separazione tra la parte israeliana e quella palestinese. In particolare il piano indica la futura zona della capitale palestinese in aree come Kafr Aqab, la parte est di Shuafat o Abu Dis. "Queste - si sottolineato nel piano - potranno essere chiamate Al Quds (come i palestinesi indicano Gerusalemme) o con il nome che sarà scelto dallo Stato palestinese". 

In sostanza, gli attuali confini israeliani di Gerusalemme unita restano immutati perché "il ritorno ad una Gerusalemme divisa", come era prima della Guerra del 1967, quando Israele conquistò alla Giordania la parte est della città, "sarebbe un grave errore".

Se una separazione fisica della città "deve essere evitata", il piano per questo sostiene che l'attuale barriera che già divide i quartieri arabi di Gerusalemme dal resto di quelli della città "deve restare in piedi". "E deve servire - viene sottolineato - come confine tra le capitali delle due parti".

Per quanto riguarda poi il cosiddetto 'Miglio Sacro' - che contiene il Muro del Pianto, la Spianata delle Moschee e il Santo Sepolcro, tutti nella parte est della città sotto controllo israeliano - il piano prevede che sia "lo Stato ebraico a dover salvaguardare i Luoghi Santi di tutti", mantenendo così "lo status quo".