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MONDO

Legge controversa

La riforma del lavoro voluta da Macron: meno regole per le aziende

In pillole i principali cambiamenti previsti dal nuovo codice

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La piazza in Francia dice 'no' a una legge che secondo i sindacati "consegna tutto il potere ai datori di lavoro" e "precarizza eccessivamente la vita dei lavoratori francesi".

Ma cosa cambia davvero per i lavoratori francesi con la riforma Macron, la più ambiziosa mai tentata nell'ultimo decennio? Lo scopo della nuova legge è indebolire il potere contrattuale dei sindacati e rendere più semplici i licenziamenti e quindi, in teoria, le assunzioni. Per farlo, la riforma introduce una serie di ampie modifiche al codice del lavoro francese, un documento lungo circa 3.400 pagine in cui alcuni articoli sono vecchi di oltre un secolo.

Riassumendo, ecco i 5 pilastri della riforma secondo Politico.eu. 

1) I contratti di lavoro potranno essere negoziati a livello aziendale, non soltanto a livello nazionale. Le singole imprese potranno derogare in parte ai contratti nazionali, anche se non è ancora chiaro in quale misura. 

2) Sarà eliminata la clausola della "salute globale dell'azienda", che consente di bloccare i licenziamenti collettivi se l'azienda ha complessivamente i conti in attivo. Il giudice potrà opporsi solo se la sezione francese dell'impresa in questione ha i conti in attivo. 

3) La legge stabilirà una tabella per le compensazioni monetarie in caso di licenziamento scorretto. Attualmente esistono simili tabelle ma sono considerate indicative. La cifra con cui compensare il lavoratore viene decisa durante un arbitrato ed è frequentemente molto più alta dei minimi previsti. 

4) Le imprese con meno di 50 dipendenti avranno meno regole. Per esempio non si potranno più formare una rappresentanza dei lavoratori, un comitato di controllo della salute dei lavoratori e uno dedicato alla loro sicurezza. Questi tre gruppi di controllo saranno unificati in un'unica struttura. 

5) I contratti a tempo determinato (CDD) saranno liberalizzati. Al momento la loro durata e la possibilità di rinnovarli (un massimo di due volte) sono stabiliti da una legge dello stato. Con la riforma questi dettagli potranno essere contrattati a livello di settore. I metalmeccanici e le industria del settore, per esempio, potranno decidere di allungare o accorciare la durata del contratto e il numero di volte in cui può essere rinnovato.