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SALUTE

Rinite, sembra un raffreddore e invece è allergia

Prurito nasale, starnutazione, rinorrea. E poi tosse, spesso stizzosa, ed affanno. Problemi congiuntivali, con bruciore e lacrimazione frequente. Sintomi che possono far pensare ad un raffreddore comune, ma poi, perdurando nel tempo anche per diverse settimane, e ripresentandosi sempre nello stesso periodo, fanno sospettare la loro natura allergica. Ne soffre il 30% degli italiani.

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Gennaro D'Amato
di Gennaro D'Amato
Si tratta delle allergie cosiddette stagionali, che insorgono quando i pollini  di alcune erbe (Graminacee ,le erbe con le spighette diffuse su tutto il territorio nazionale, e, a Napoli ed in Campania, soprattutto la Parietaria, della famiglia delle Urticacee) o di alcuni alberi (Olivo, Betulla ecc.) vengono immessi in atmosfera onde garantire la riproduzione ed il  perpetuarsi della specie vegetale. Questi pollini, una volta depositatisi sulle congiuntive o sulle mucose nasali o bronchiali, liberano molto rapidamente il loro contenuto di allergeni. Se il soggetto è allergico, partono starnuti, lacrimazione, pruriti, problemi respiratori.

-Chi ne soffre?
Ne soffrono i soggetti (giovani e adulti) affetti da "allergia" verso i componenti dei pollini. Si tratta, come dicevo, di almeno il trenta per cento della popolazione generale, che produce anticorpi non protettivi ma appunto aggressivi verso se stessi, le cosiddette IgE, le quali interagiscono con gli allergeni dei pollini ed innescano tutta una sequela di eventi infiammatori nel naso, occhi e bronchi degli allergici con la sintomatologia descritta.

-Eventuali analisi/diagnostica a cui sottoporsi
Per essere sicuri che la sintomatologia sia sostenuta dagli allergeni dei pollini si effettuano i test cutanei  (prick test con estratti allergenici in gocce che si depositano sugli avambracci e si punge  appena la cute con una microlancia, attendendo il risultato, generalmente un lieve rossore pruriginoso con un pomfo che compaiono in pochi minuti) o il RAST, su siero di sangue. In realtà si preferisce effettuare il prick test ma fuori dal periodo stagionale di riacutizzazione, anche perchè nel periodo stagionale il paziente  deve  assumere antistaminici che inibiscono la risposta allergica della cute.

- Come si interviene?
La terapia più utile in caso di allergia congiuntivale e nasale è a base di antistaminici, che devono essere assunti con continuità e per tutto il periodo stagionale di presenza dei pollini in atmosfera (in media due mesi per le graminacee ed oltre tre mesi per la parietaria). Per fortuna attualmente abbiamo antistaminici molto utili e pressochè privi di effetti collaterali (oltre alla fexofenadina,  loratadina, cetirizina e derivati abbiamo l'ebastina e la recentissima bilastina) che possono essere assunti senza rischio di addormentarsi. Esiste anche una preferenza individuale dei pazienti per un antistaminico rispetto all'altro.  Nelle rinopatie si associano all'antistaminico anche lunghi cicli di inalazioni intranasali con cortisonici mentre sono assolutamente controindicati i decongestionanti spray, che alla lunga inducono il costituirsi di ipertrofia dei turbinati oltre a turbe cardiovascolari legate al loro assorbimento nel circolo sistemico. Assolutamente sono controindicate anche le iniezioni di cortisonici retard che hanno effetti collaterali molto dannosi per l'organismo. In presenza di tosse e o di asma occorre utilizzare gli spray o le polveri per inalazione di broncodilatatori e corticosteroidi anch'essi per tutto il perido stagionale di presenza dei pollini in atmosfera (che  si evidenzia dai calendari pollinici consultabili in internet).

-E' utile il  vaccino?
Per quanto riguarda i vaccini (correttamente definiti come terapia iposensibilizzante specifica) sono di prescrizione specialistica ma non vanno mai iniziati nel periodo stagionale. Possono essere utili nei soggetti con monosensibilizzazione (ad esempio pazienti con sensibilizzazione allergica  unica o prevalente  verso le graminacee o la parietaria) e vanno iniziati in autunno e continuati per lunghissimi periodi, fino a quattro anni. Attualmente si preferiscono i vaccini  che si assumono per via sublinguale o perlinguale. Occorre dire  che si tratta di estratti iposensibilizzanti e non desensibilizzanti ,per cui,  in presenza di sintomi, vanno associati alla terapia sintomatica che abbiamo descritto.

-Solo in primavera si soffre di allergia da pollini?
Non solo la primavera è una stagione foriera di reazioni allergiche dal momento che altre piante, ad esempio quelle della famiglia delle Composite (Assenzio o Ambrosia) liberano il loro polline allergenico  in autunno. D’altra parte anche le graminacee oltre che la Parietaria possono riprendere ad impollinare in autunno. Esistono poi taluni alberi, come il Cipresso, che, liberando il polline nel periodo invernale, possono indurre l’insorgenza di pollinosi invernali, con rinopatie che assomigliano a quelle indotte da virus, mentre sono di tipo allergico.  

- Ha un ruolo l'inquinamento atmosferico nella sintomatologia allergica?
Un altro aspetto da considerare è quello relativo al ruolo dell’inquinamento atmosferico delle città con intenso traffico veicolare. E’ dimostrato che gli agenti dell’inquinamento urbano (polveri, ozono ecc.) vanno a potenziare gli effetti degli allergeni o aumentandone il potere allergenico o favorendo la loro penetrazione nelle vie aeree per l’azione proinfiammatoria da essi posseduta. Ne risulta che a soffrire di pollinosi sono prevalentemente gli abitanti delle città e d’altra parte i periodi caratterizzati da sintomi clinici, per l'azione degli inquinanti dell'atmosfera,  tendono a diventare sempre più lunghi, non limitati quindi al periodo di presenza atmosferica del polline allergenico.

Gennaro D'Amato
Docente allergologia Universitá Federico II Napoli
gdamatomail@gmail.com
www.saluteeambiente.com