TECH
A dare vita alle cose sarà il computer Arduino
Rivoluzione tecnologica: dal 2020 miliardi di oggetti intelligenti
Tra meno di dieci anni avremo 50 miliardi di oggetti in grado di comunicare fra loro, per migliorare la nostra vita. Business stimato: 11 trilioni di euro
Prendere carta e penna e segnarsi sull’agenda una data. Il 2020. Sarà l’anno della quarta rivoluzione industriale e tutti i veloci progressi tecnologici visti finora saranno preistoria.
A determinare il cambio di passo sarà la possibilità di rendere intelligenti 50 miliardi di oggetti attraverso dei sensori. Un meccanismo che darà vita all’infosfera, un ambiente fatto di scambi di informazioni e di oggetti che parlano tra loro, e che rendono la vita dell’uomo più semplice. Come il frigo che comunica con il supermercato e avvisa di quello che manca o i sensori sui nostri vestiti, e grazie a 60 connessioni al giorno potremo avere dati continui sul nostro stato di salute.
La paternità della rivoluzione è di Massimo Banzi, docente all’università Supsi di Lugano che ha creato un piccolo pc, Arduino, in grado di ‘dare vita’ agli oggetti. Ma la nuova frontiera sarà anche quella di poter produrre ogni oggetto. Perché ad ‘Arduino’ si potrà affiancare un’invenzione made in Usa: una stampante 3D. Una scarpa pensata diventerà reale grazie al lavoro dei Fablab, idea del Massachusetts Institute of Technology. Luoghi, o meglio vere e proprie fabbriche, dove gruppi di persone condividono la spesa delle stampanti e realizzano i desideri dei clienti. Per un business che si stima possa arrivare intorno agli 11 trilioni di euro.
A determinare il cambio di passo sarà la possibilità di rendere intelligenti 50 miliardi di oggetti attraverso dei sensori. Un meccanismo che darà vita all’infosfera, un ambiente fatto di scambi di informazioni e di oggetti che parlano tra loro, e che rendono la vita dell’uomo più semplice. Come il frigo che comunica con il supermercato e avvisa di quello che manca o i sensori sui nostri vestiti, e grazie a 60 connessioni al giorno potremo avere dati continui sul nostro stato di salute.
La paternità della rivoluzione è di Massimo Banzi, docente all’università Supsi di Lugano che ha creato un piccolo pc, Arduino, in grado di ‘dare vita’ agli oggetti. Ma la nuova frontiera sarà anche quella di poter produrre ogni oggetto. Perché ad ‘Arduino’ si potrà affiancare un’invenzione made in Usa: una stampante 3D. Una scarpa pensata diventerà reale grazie al lavoro dei Fablab, idea del Massachusetts Institute of Technology. Luoghi, o meglio vere e proprie fabbriche, dove gruppi di persone condividono la spesa delle stampanti e realizzano i desideri dei clienti. Per un business che si stima possa arrivare intorno agli 11 trilioni di euro.