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SCIENZA

Spazio

La sonda Lisa Pathfinder è pronta al lancio: l'Esa sogna di dar vita a una nuova astronomia

La partenza è in programma dalla Guyana Francese il 2 dicembre, alle 5.15 ora italiana, condizioni meteo permettendo. Gioiello high-tech a cui l'Italia ha dato un grande contributo scientifico e industriale, testerà tecnologie che serviranno a studiare nello spazio le onde gravitazionali. Un progetto ambizioso che nessuno ha mai tentato prima e che potrebbe ampliare notevolmente la nostra conoscenza dell'universo

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di Andrea Bettini
A quasi 30 metri di altezza, in cima al razzo Vega posizionato sulla rampa di lancio, la sonda Lisa Pathfinder dell'Agenzia Spaziale Europea è in attesa di volare nello spazio. I controlli preliminari finora sono stati contrassegnati esclusivamente da una lunga serie di semafori verdi: tutto procede secondo i piani e il lancio, che sarà trasmesso in diretta da RaiNews24, è confermato per il 2 dicembre alle 5,15 del mattino italiane, quando nella base di Kourou, in Guyana Francese, sarà l'1,15 di notte.

Incognita meteo
L'unica incognita è rappresentata dalle condizioni meteo. Il cielo è minaccioso e le previsioni parlano di pioggia. Un acquazzone ha già dato il benvenuto agli ospiti arrivati ieri sera dall'Europa per assistere all'evento. A poche centinaia di chilometri dall'equatore, del resto, in questo periodo è piuttosto normale. Una decisione su eventuali cambi di programma sarà presa solo a ridosso del conto alla rovescia, ma fra i responsabili della missione prevale comunque l'ottimismo. “Può succedere, ma per imporre un rinvio servirebbe davvero condizioni pessime, come forte vento in quota o fulmini”, rassicura Marco Pallavicini, professore all'Università di Genova e presidente della Commissione Scientifica Nazionale 2 dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

Una missione che parla italiano
L'Infn, insieme all'Agenzia Spaziale Italiana e a molti istituti e imprese italiane, è in prima linea in questo progetto a cui il nostro paese ha dato un grande contributo. Lisa Pathfinder andrà nello spazio per sperimentare tecnologie all'avanguardia che serviranno per captare e studiare le onde gravitazionali, un fenomeno previsto dalla Teoria della Relatività di Einstein ma mai osservato direttamente.

Strumenti sensibilissimi
Come dice il suo nome in inglese, Lisa Pathfinder ha il compito di trovare un sentiero, di tracciare una rotta. Non sarà lei a rilevare direttamente queste increspature nello spazio-tempo generate da eventi di dimensioni catastrofiche, come l'esplosione di una supernova o la nascita di un buco nero. “L'obiettivo è verificare che gli strumenti funzionino per poi realizzare, nel 2034, un osservatorio spaziale delle onde gravitazionali costituito da tre sonde diverse posizionate stabilmente a milioni di chilometri di distanza – dice Alvaro Gimenez Canete, direttore dell'Esplorazione scientifica e robotica dell'Esa – Si tratta di un progetto molto costoso e con una certa componente di rischio, perché le tecnologie sviluppate opereranno a un livello di precisione senza precedenti. Di conseguenza, abbiamo ritenuto utile iniziare in questo modo”.

Investimento da 500 milioni di euro
Questo non significa che Lisa Pathfinder non sia un piccolo gioiello. Lo è dal punto di vista tecnologico e anche da quello economico. “Il costo globale è di circa 500 milioni di euro – spiega Marco Pallavicini – Però ha già permesso di sviluppare soluzioni avanzatissime, come la capacità di volare costantemente intorno a un oggetto senza toccarlo, che è quello che accadrà con le masse di prova presenti al suo interno. Se ne parla dalla fine degli anni '90 e per arrivare sin qui sono serviti 15 anni di lavoro”.

Una nuova astronomia
Se tutto andrà secondo i piani, il lancio di domani sarà l'avvio di una nuova fase dello studio del cosmo, basata sulle onde gravitazionali. “La Teoria della Relatività di Einstein si è rivelata sempre corretta e non abbiamo motivo di pensare che non ci siano, anche perché sono già state osservate delle prove indirette della loro esistenza – afferma Fabio Favata, responsabile dell'ufficio di coordinamento del Programma scientifico dell'Esa – Attraversano l'universo come se fosse trasparente e studiarle ci consentirebbe di fare ricerca astronomica in un modo nuovo, con prospettive entusiasmanti. È un progetto che permetterebbe agli scienziati europei di essere all'avanguardia nel mondo e uno dei tanti esempi di cosa può fare l'Europa quando lavora insieme”.