MONDO
Le prove nelle carte di Washington
La spy-story de 'Il Dottor Zivago', intreccio della Cia per colpire l'Urss
Il romanzo di Pasternak fu al centro di un vero intrigo internazionale che coinvolse Stati Uniti, Italia, Vaticano e Olanda e che adesso viene raccontato in un libro

Il ‘Dottor Zivago’ per colpire l’Unione Sovietica, con l’aiuto del Vaticano e di due italiani, il giornalista Sergio D’Angelo e l’editore Giangiacomo Feltrinelli. E’ la tesi di due autori americani, Peter Finn e Petra Couvee nel libro ‘L'affare Zivago: il Cremlino, la Cia e la battaglia sul libro proibito’ e anticipata dal Washington Post - che pubblica anche i documenti della Cia - su come il romanzo di Boris Pasternak sia stato utilizzato da Washington per destabilizzare Mosca.
La spy-story inizia con due rullini fotografici contenenti immagini delle pagine di un romanzo intitolato "Dottor Zivago" che arrivano, nel gennaio del 1958, alla Cia dalle spie di Londra. Quel romanzo è stato messo al bando dall’Unione Sovietica e può diventare un ottimo strumento di propaganda, dato che il protagonista del romanzo, Yuri Zivago, viene travolto negativamente dalla rivoluzione bolscevica del 1917.
Dall’altra parte della cortina di ferro, oltre alla Cia, il romanzo viene notato anche da Sergio D’Angelo che convince Pasternak a firmare un contratto con Giangiacomo Feltrinelli, che a sua volta resiste alle pressioni di Mosca e del Partito comunista italiano per la soppressione del libro. Nel novembre del 1957 arriva nelle librerie italiane e la Cia inizia a studiarne il successo. John Maury, a capo della divisione sovietica russa della Cia, scrive che il libro è una chiara minaccia alla visione che il Cremlino vuole dare di sé nel mondo e suggerisce che il testo venga pubblicato in un numero massimo di edizioni estere per una distribuzione mondiale. E soprattutto in russo. Ma Washington non si può permettere di agire direttamente. Così coinvolge i servizi segreti olandesi che si mettono a stampare il libro e consegnano le copie a Walter Cini, l'agente della Cia a L'Aia.
Al quartiere generale dell'agenzia Usa ne vengono subito spedite 200 copie, il resto nell'Europa occidentale: 200 a Francoforte, 100 a Berlino, 100 a Monaco, 25 a Londra, 10 a Parigi e ben 365 a Bruxelles. Perché così tante copie nella capitale belga? Risposta facile. Il libro adesso deve essere diffuso tra i russi e la prima occasione è la Brussels Universal and International Exposition del 1958. Ci sono 43 nazioni partecipanti. Tra queste, Stati Uniti e Unione sovietica e l’agenzia d'intelligence americana vuole sfruttare una rara occasione: un ampio numero di cittadini sovietici sta per mettersi in viaggio per andare proprio lì. Ma Washington non può permettersi di distribuire il "Dottor Zivago", in russo, nel suo padiglione. Così sceglie un alleato: il Vaticano. E lì che le edizioni del romanzo di Pasternak vengono messe nelle mani di cittadini sovietici. Alcuni avrebbero strappato via la copertina, diviso e infilato le pagine nelle loro tasche per meglio nascondere il libro. Mosca sarebbe diventata da lì a poco imbarazzata dal successo del libro e poi della versione cinematrografica del 1965 voluta da David Lean, film che vinse cinque Oscar e fu nominato come migliore fotografia.
La spy-story inizia con due rullini fotografici contenenti immagini delle pagine di un romanzo intitolato "Dottor Zivago" che arrivano, nel gennaio del 1958, alla Cia dalle spie di Londra. Quel romanzo è stato messo al bando dall’Unione Sovietica e può diventare un ottimo strumento di propaganda, dato che il protagonista del romanzo, Yuri Zivago, viene travolto negativamente dalla rivoluzione bolscevica del 1917.
Dall’altra parte della cortina di ferro, oltre alla Cia, il romanzo viene notato anche da Sergio D’Angelo che convince Pasternak a firmare un contratto con Giangiacomo Feltrinelli, che a sua volta resiste alle pressioni di Mosca e del Partito comunista italiano per la soppressione del libro. Nel novembre del 1957 arriva nelle librerie italiane e la Cia inizia a studiarne il successo. John Maury, a capo della divisione sovietica russa della Cia, scrive che il libro è una chiara minaccia alla visione che il Cremlino vuole dare di sé nel mondo e suggerisce che il testo venga pubblicato in un numero massimo di edizioni estere per una distribuzione mondiale. E soprattutto in russo. Ma Washington non si può permettere di agire direttamente. Così coinvolge i servizi segreti olandesi che si mettono a stampare il libro e consegnano le copie a Walter Cini, l'agente della Cia a L'Aia.
Al quartiere generale dell'agenzia Usa ne vengono subito spedite 200 copie, il resto nell'Europa occidentale: 200 a Francoforte, 100 a Berlino, 100 a Monaco, 25 a Londra, 10 a Parigi e ben 365 a Bruxelles. Perché così tante copie nella capitale belga? Risposta facile. Il libro adesso deve essere diffuso tra i russi e la prima occasione è la Brussels Universal and International Exposition del 1958. Ci sono 43 nazioni partecipanti. Tra queste, Stati Uniti e Unione sovietica e l’agenzia d'intelligence americana vuole sfruttare una rara occasione: un ampio numero di cittadini sovietici sta per mettersi in viaggio per andare proprio lì. Ma Washington non può permettersi di distribuire il "Dottor Zivago", in russo, nel suo padiglione. Così sceglie un alleato: il Vaticano. E lì che le edizioni del romanzo di Pasternak vengono messe nelle mani di cittadini sovietici. Alcuni avrebbero strappato via la copertina, diviso e infilato le pagine nelle loro tasche per meglio nascondere il libro. Mosca sarebbe diventata da lì a poco imbarazzata dal successo del libro e poi della versione cinematrografica del 1965 voluta da David Lean, film che vinse cinque Oscar e fu nominato come migliore fotografia.