MONDO
L'assalto al locale gay
La strage di Orlando. Il ruolo della moglie e la doppia vita di Omar Mateen
Nora Salman, seconda moglie del killer del "Pulse", sapeva dell'attacco. Insieme a Mateen, avrebbe partecipato ad appostamenti fuori del locale, ma sabato sera avrebbe tentato di dissuaderlo. Intanto, emergono altre testimonianze sulla doppia vita di Mateen. Psicologi: conflitto sessuale possibile molla del massacro

Si concentrano sempre di più intorno a Norr Zahi Salman, la moglie di Omar Mateen, le indagini dell'Fbi sulla strage di Orlando. La 30enne potrebbe essere incriminata come complice del marito nel massacro al night club gay in cui hanno perso la vita 49 persone. Interrogata dall'Fbi, la donna ha ammesso di aver accompagnato Mateen almeno una volta al Pulse, in quello che per l'uomo era un sopralluogo utile alla messa a punto della strage. Appostamento che si sarebbe verificato tra il 5 e il 9 giugno. Ma Salman, secondo quanto riporta il Washington Post, sostiene anche di aver tentato di dissuaderlo proprio sabato sera, mentre Mateen stava uscendo di casa per andare a fare di quel night club una trappola mortale. La donna da domenica è sottoposta a continui interrogatori. Sta collaborando con gli inquirenti, dicono fonti investigative, e si sarebbe anche sottoposta alla macchina della verità. La Fox riporta che potrebbe essere incriminata già oggi.
La doppia vita di Omar Mateen
Continuano intanto ad affiorare testimonianze sulla doppia vita di Omar Mateen- sposato, padre di un bimbo ma forse gay. Jim Van Horn, 71 anni, ha riferito di averlo visto diverse volte al bar del "Pulse". "Era omosessuale e cercava di rimorchiare uomini", ha sostenuto. Poi c'è Micah Bass, il proprietario di un altro locale gay di Orlando, il Revere, che racconta come Mateen abbia visitato più volte il locale. Il Revere ha chiuso i battenti giovedì scorso, due giorni prima della strage al "Pulse". Aveva una capienza di 750 persone, più del "Pulse". "Se avesse voluto uccidere più persone avrebbe avuto senso fermarsi qui", afferma Bass sottolineando che uno dei suoi ex dipendenti è tra le vittime della strage.
Alcuni psicologi hanno ipotizzato che Mateen avesse un profondo conflitto sessuale. Conflitto che potrebbe aver contribuito a scatenarlo contro i gay.
Killer 'auto-radicalizzato' con internet
"E' un caso di 'auto-radicalizzazione, basata sulle cose viste su internet'' ha affermato Jeh Johnson, il segretario alla sicurezza nazionale americano. Johnson, inoltre, ha sollevato il tema del rapporto fra le autorita' e i motori di ricerca e coloro che ne controllano i contenuti. ''Dobbiamo preoccuparci per l'aumento della violenza in casa'' ha aggiunto.
Il Pulse riaprirà. Anche in memoria delle vittime
Il Pulse riaprirà e sarà un posto sicuro e di divertimento per la comunità di gay, lesbiche e transgender. Lo assicura la proprietaria, Barbara Poma,aggiungendo che di sicuro nel locale ci sarà un segno, di qualsiasi forma, in memoria delle vittime della strage. Il Pulse, che da quando è stato aperto ospitava periodicamente raccolte fondi, è al momento oggetto di una raccolta per la ricostruzione. "Sono giunte offerte in denaro, offerte in lavori per ricostruire, offerte per quadri e altre opere d'arte - afferma Sara Brady, portavoce del Pulse -. Ringraziamo tutti per il sostegno".
La doppia vita di Omar Mateen
Continuano intanto ad affiorare testimonianze sulla doppia vita di Omar Mateen- sposato, padre di un bimbo ma forse gay. Jim Van Horn, 71 anni, ha riferito di averlo visto diverse volte al bar del "Pulse". "Era omosessuale e cercava di rimorchiare uomini", ha sostenuto. Poi c'è Micah Bass, il proprietario di un altro locale gay di Orlando, il Revere, che racconta come Mateen abbia visitato più volte il locale. Il Revere ha chiuso i battenti giovedì scorso, due giorni prima della strage al "Pulse". Aveva una capienza di 750 persone, più del "Pulse". "Se avesse voluto uccidere più persone avrebbe avuto senso fermarsi qui", afferma Bass sottolineando che uno dei suoi ex dipendenti è tra le vittime della strage.
Alcuni psicologi hanno ipotizzato che Mateen avesse un profondo conflitto sessuale. Conflitto che potrebbe aver contribuito a scatenarlo contro i gay.
Killer 'auto-radicalizzato' con internet
"E' un caso di 'auto-radicalizzazione, basata sulle cose viste su internet'' ha affermato Jeh Johnson, il segretario alla sicurezza nazionale americano. Johnson, inoltre, ha sollevato il tema del rapporto fra le autorita' e i motori di ricerca e coloro che ne controllano i contenuti. ''Dobbiamo preoccuparci per l'aumento della violenza in casa'' ha aggiunto.
Il Pulse riaprirà. Anche in memoria delle vittime
Il Pulse riaprirà e sarà un posto sicuro e di divertimento per la comunità di gay, lesbiche e transgender. Lo assicura la proprietaria, Barbara Poma,aggiungendo che di sicuro nel locale ci sarà un segno, di qualsiasi forma, in memoria delle vittime della strage. Il Pulse, che da quando è stato aperto ospitava periodicamente raccolte fondi, è al momento oggetto di una raccolta per la ricostruzione. "Sono giunte offerte in denaro, offerte in lavori per ricostruire, offerte per quadri e altre opere d'arte - afferma Sara Brady, portavoce del Pulse -. Ringraziamo tutti per il sostegno".