MONDO
Mosca
La strana storia del topo gourmet, ghiotto di orchidee e sconfitto dal montone macinato
Per mesi è sfuggito alle trappole dei giardini botanici di Mosca. Ora pare che sia al confino

Nei giardini botanici dell’Università di Mosca (MGU) chiamati “L’orto del farmacista” dopo mesi di appostamenti e trappole varie si è riusciti finalmente a catturare un ratto divoratore di rarissime piante.
Il topo, molto astuto, era riuscito per mesi a evitare abilmente le trappole più sofisticate e le esche avvelenate, ed era ingrassato in modo sproporzionato cibandosi esclusivamente del suo 'piatto' preferito: le piante rare, soprattutto orchidee.
A metà dicembre i giardini botanici ospitano l’annuale festival invernale delle orchidee e si temeva che l’esposizione non sopravvivesse alle razzie del roditore buongustaio, ma alla fine il ratto è stato catturato vivo grazie a una trappola 'farcito' cona particolarissima esca: un ceburek, ossia un delizioso fagottino fritto nell’olio e farcito con tenerissima carne di montone macinata.
Un comunicato uffciale dell’amministrazione dei giardini botanici assicura che al raffinato sorcio è stata risparmiata la vita, ma a causa della "sua inaffidabilità e del suo carattere distruttivo” è stato necessario esiliarlo a centinaia di chilometri da Mosca: si immagina in una qualche 'Siberia', dove non fioriscono le orchidee.
Il topo, molto astuto, era riuscito per mesi a evitare abilmente le trappole più sofisticate e le esche avvelenate, ed era ingrassato in modo sproporzionato cibandosi esclusivamente del suo 'piatto' preferito: le piante rare, soprattutto orchidee.
A metà dicembre i giardini botanici ospitano l’annuale festival invernale delle orchidee e si temeva che l’esposizione non sopravvivesse alle razzie del roditore buongustaio, ma alla fine il ratto è stato catturato vivo grazie a una trappola 'farcito' cona particolarissima esca: un ceburek, ossia un delizioso fagottino fritto nell’olio e farcito con tenerissima carne di montone macinata.
Un comunicato uffciale dell’amministrazione dei giardini botanici assicura che al raffinato sorcio è stata risparmiata la vita, ma a causa della "sua inaffidabilità e del suo carattere distruttivo” è stato necessario esiliarlo a centinaia di chilometri da Mosca: si immagina in una qualche 'Siberia', dove non fioriscono le orchidee.