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MONDO

Prime elezioni dopo il colpo di stato del 2014

La thailandia approva la nuova costituzione voluta dai militari

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Netta vittoria del 'sì' in Thailandia alla nuova Costituzione promossa dalla giunta militare. Con circa il 90% dei voti scrutinati, secondo i dati della Commissione elettorale, il 62% degli elettori ha votato per il 'sì' contro il 37,9% dei 'no'. 
Il voto apre la strada alle elezioni generali del 2017 ma richiede che i futuri governi seguano le condizioni dell'esercito. Secondo molti critici, tra cui i maggiori partiti politici del Paese, si tratta di una Costituzione antidemocratica. 

 Si è trattato di un voto senza alcun dibattito aperto, che è stato vietato, e gli oppositori sostengono che di fatto la nuova Carta servirà solo a perpetuare il potere militare.

Il voto, iniziato alle otto di stamane (2 del mattino in Italia) è la prima occasione che i tailandesi hanno di votare
da quando i generali hanno rovesciato il governo democraticamente eletto nel 2014.

Il regno del Sudest asiatico è stato interessato da un decennio d'istabilità politica, che ha contribuito a fermare la crescita.

I militari sostengono che la nuova costituzione riuscirà a schiacciare la corruzione politica e portare stabilità. I critici
dicono invece che rafforzerà solo militare ed élite monarchica.

La Thailandia, dalla fine della monarchia assoluta nel 1932, ha visto 12 golpe militari e, se passerà, questa costituzione sarà la ventesima. Ma l'ultima crisi politica ha portato a un "decennio perduto", con una crisi particolarmente acuta.

Dopo il golpe del 2006, il potere è rimbalzato da governi eletti o legati al miliardario in esilio Thaksin Shinawatra e i
militari-monarchici. Il tutto condito da frequenti scontri di piazza. Ad aggravare la situazione la precaria situazione di
salute dell'88enne re Bhumibol Adulyadej, che rischia di far vivere al paese una rischiosa transizione.