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SPORT

Anniversario della morte dell'attaccante giallorosso

La vedova di Taccola: "50 anni senza verità"

"Bene Roma con maglia che ricorda, forse apertura dopo Astori"

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Giuliano Taccola (1943-1969)
"La morte di mio marito Giuliano rimane una pagina di storia del calcio tremenda, per lui e per noi familiari, io e i due figli, rimasti soli e in difficoltà economiche" e ancora "dopo 50 anni non sappiamo la verità. Ho scritto a tutti i governi, anche a questo in carica, al premier Conte, a Di Maio, a Salvini e a Giorgetti. Ma nessuno di loro mi ha risposto".

Così Marzia Nannipieri, vedova di Giuliano Taccola, calciatore della Roma morto a 25 anni per un attacco cardiaco - era il 16 marzo 1969 - negli spogliatoi dello stadio di Cagliari. Taccola lasciò la moglie, che aveva 23 anni, e due bambini di 6 e 4 anni.

"Oggi la Roma va in campo con una maglia commemorativa per Giuliano contro la Spal - dice - Va bene. Ci sembra, ripeto, ci sembra un'apertura, la Roma sembra avvicinarsi, forse è un modo di recuperare, anche se un po' tardivo. Per decenni nessuno ci ha cercato o ha ricordato Giuliano. Eppure da allora stiamo chiedendo perché morì e nessuno ha dato risposte". "Forse alla Roma hanno visto il caso di Davide Astori e come si è comportata la Fiorentina" ma "ci è voluto un altro morto, peraltro di marzo...", ha osservato la moglie di Taccola alludendo ancora ad Astori, deceduto il 4 marzo 2018 e molto ricordato dalla Fiorentina e dal calcio italiano.

Marzia Nannipieri riferisce che "mi hanno telefonato dalla società romanista, non dalla dirigenza, annunciandomi che manderanno una maglia a me e ai miei figli. Sarà la seconda maglia della Roma di Giuliano che avrò. Una è quella che fu poggiata sulla bara. Poi ho un'altra maglia della Nazionale. Non ne ho altre". La moglie di Taccola vuole la verità, vorrebbe che "si riaprisse il caso", "anche se siamo sfiniti, consumati da questa vicenda". "Il ricordo di Giuliano per me e per i miei figli è tutt'oggi indelebile: il suo sorriso, la sua allegria, la sua voglia di vivere, l'amore per la famiglia, rimarrà sempre in noi - conclude - Il dolore e la sua mancanza è presente in ogni attimo. Era una persona splendida, più unica che rara, era la luce che illuminava la nostra vita".