ITALIA
Il filmato
La vita delle donne delle scorte in un docufilm Rai. Alfano: "Orgoglioso per ruolo donne in polizia"
Il ministro dell'Interno Alfano: "Da loro grande senso del dovere". Il documentario viene trasmesso lunedì 13 luglio, alle 21.30 su Rai Storia, per il ciclo "Diario Civile" proprio in occasione della ricorrenza della strage di via D'Amelio

Sono donne coraggiose, incredibilmente addestrate, donne che hanno fatto una scelta d’amore: sono le donne delle scorte. "E' un incarico come un altro", ripetono le agenti, ma sanno che è un impegno che incide pesantemente sulla vita personale, costrette a lunghi turni di lavoro scanditi da viaggi, rinunce, reperibilità. "All'altezza degli occhi. La vita delle donne delle scorte" è dedicato a loro, a chi protegge magistrati e istituzioni ma anche semplici cittadini minacciati dalle organizzazioni mafiose. Realizzato da Rai Storia, in collaborazione con la Polizia di Stato, il documentario è stato proiettato in anteprima a Roma, alla presenza del ministro dell'Interno Angelino Alfano, del capo della Polizia Alessandro Pansa, del direttore Generale della Rai Luigi Gubitosi e di altri ospiti.
Alfano: "Orgoglioso per ruolo donne in polizia"
E' stato proprio il prefetto Pansa a ricordare come attualmente il 16 per cento di tutti i ruoli e le funzioni nella Polizia sono ricoperti da donne dicendosi "orgogliosissimo" del loro comportamento quotidiano segnato "da grande determinazione e professionalità". Anche il ministro Alfano ha, in questo senso, voluto ricordare che proprio nella sua scorta fanno parte tre donne e che, anche per questo, "mi sento protetto. Le donne hanno un senso della dedizione e del dovere connaturato - ha poi aggiunto il responsabile del Viminale - e solo oggi la Pubblica amministrazione se ne sta accorgendo appieno dando sempre maggior spazio a questo presenza che ormai costituisce la metà dell'intero organico".
Il documentario
Il documentario racconta di come le donne della Polizia, impegnate nei servizi di scorta a uomini delle istituzioni, a magistrati e a uomini della società civile, si mettono, giorno per giorno, al servizio della legalità. Sono storie di donne che hanno vissuto forti emozioni, hanno fatto i conti con la paura, con il pericolo e il rischio di saltare in aria. Ma sono storie anche di rapporti umani, di sacrifici, di forza e determinazione.
Il ricordo di Emanuela Loi
Tutte ricordano Emanuela Loi, 24 anni, bionda e solare, la prima donna poliziotto morta in servizio. Il suo corpo venne dilaniato dall'esplosione in via d'Amelio che l'ha uccisa insieme con il giudice Paolo Borsellino e ai 4 colleghi nel '92. "Emanuela era una come noi, solare, eravamo giovani, io avevo 23 anni, lei 24. Amava la vita, e il suo obiettivo era quello di rientrare in Sardegna, non certo in quel modo", racconta Claudia Cogoni, l'ispettore capo di Palermo, Claudia Cogoni. La Cogoni, che è una delle donne poliziotto protagoniste del docufilm, "All'altezza degli occhi", realizzato da Rai Cultura, dedicato alle agenti di servizio scorta ricorda che "quando ci furono le due stragi (Capaci e Via D'Amelio, ndr), volevo lasciare, mollare tutto, ma poi ho capito che le persone morte volevano e dovevano avere giustizia". "E ho capito che non dovevano vincere gli assassini e che per me era naturale continuare, non abbandonare la barca", ha concluso l'ispettore capo.

L'impegno della Rai sulla legalità
Era stato Giovanni Falcone a chiedere alla Rai un impegno maggiore e costante sulla legalità perché l'ignoranza aiuta chi lavora nel buio. "Una donna armata, che fa protezione, scoraggia molto di più il suo aggressore", ha concluso il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, sottolineando che la scelta di trasmettere un documentario sulle donne nelle scorte "è un omaggio a chi ha fatto la scelta di mettersi davanti quando serve".
Alfano: "Orgoglioso per ruolo donne in polizia"
E' stato proprio il prefetto Pansa a ricordare come attualmente il 16 per cento di tutti i ruoli e le funzioni nella Polizia sono ricoperti da donne dicendosi "orgogliosissimo" del loro comportamento quotidiano segnato "da grande determinazione e professionalità". Anche il ministro Alfano ha, in questo senso, voluto ricordare che proprio nella sua scorta fanno parte tre donne e che, anche per questo, "mi sento protetto. Le donne hanno un senso della dedizione e del dovere connaturato - ha poi aggiunto il responsabile del Viminale - e solo oggi la Pubblica amministrazione se ne sta accorgendo appieno dando sempre maggior spazio a questo presenza che ormai costituisce la metà dell'intero organico".
Il documentario
Il documentario racconta di come le donne della Polizia, impegnate nei servizi di scorta a uomini delle istituzioni, a magistrati e a uomini della società civile, si mettono, giorno per giorno, al servizio della legalità. Sono storie di donne che hanno vissuto forti emozioni, hanno fatto i conti con la paura, con il pericolo e il rischio di saltare in aria. Ma sono storie anche di rapporti umani, di sacrifici, di forza e determinazione.
Il ricordo di Emanuela Loi
Tutte ricordano Emanuela Loi, 24 anni, bionda e solare, la prima donna poliziotto morta in servizio. Il suo corpo venne dilaniato dall'esplosione in via d'Amelio che l'ha uccisa insieme con il giudice Paolo Borsellino e ai 4 colleghi nel '92. "Emanuela era una come noi, solare, eravamo giovani, io avevo 23 anni, lei 24. Amava la vita, e il suo obiettivo era quello di rientrare in Sardegna, non certo in quel modo", racconta Claudia Cogoni, l'ispettore capo di Palermo, Claudia Cogoni. La Cogoni, che è una delle donne poliziotto protagoniste del docufilm, "All'altezza degli occhi", realizzato da Rai Cultura, dedicato alle agenti di servizio scorta ricorda che "quando ci furono le due stragi (Capaci e Via D'Amelio, ndr), volevo lasciare, mollare tutto, ma poi ho capito che le persone morte volevano e dovevano avere giustizia". "E ho capito che non dovevano vincere gli assassini e che per me era naturale continuare, non abbandonare la barca", ha concluso l'ispettore capo.

L'impegno della Rai sulla legalità
Era stato Giovanni Falcone a chiedere alla Rai un impegno maggiore e costante sulla legalità perché l'ignoranza aiuta chi lavora nel buio. "Una donna armata, che fa protezione, scoraggia molto di più il suo aggressore", ha concluso il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, sottolineando che la scelta di trasmettere un documentario sulle donne nelle scorte "è un omaggio a chi ha fatto la scelta di mettersi davanti quando serve".