Francavilla a Mare
La tragedia del viadotto, l'autopsia conferma: Filippone ha ucciso anche la moglie
Secondo i primi esami autoptici, avrebbe buttato la donna giù dal balcone. Ancora da individuare il movente. "Nella mente di Filippone tutto era già finito" dice lo psichiatra che per sette ore ha cercato di convincerlo a non gettarsi

Non una caduta accidentale e non un suicidio: Marina Angrilli sarebbe stata spinta giù dal balcone. Lo confermano - secondo quanto apprende l'ANSA - le prime indiscrezioni trapelate sull'esito dell'autopsia sul corpo della moglie di Fausto Filippone, eseguita all'obitorio di Chieti dal medico legale Cristian D'Ovidio.
L'accertamento avrebbe consentito di appurare che, per tipologia di lesioni e di traiettorie, la donna non si sarebbe suicidata. Escluso anche il malore e colluttazioni.
Movente ancora da individuare
Un movente ancora tutto da individuare e ombre nella dinamica dei fatti, soprattutto in quel lasso di tempo da quando l'uomo si allontana dal luogo dove giace la moglie a quando arriva sul viadotto insieme alla figlia, che poi lancerà nel vuoto.
Si scava nelle ultime ore di vita della coppia
Sembra, infatti, che i familiari non sapessero che i due coniugi, una volta usciti, dopo aver lasciato la figlia da nonni e zii, fossero diretti all'appartamento di Chieti. Qui, intorno alle 12 il medico Giuliano Salvio esce di casa per prendere l'auto e nel cortile trova la donna a terra. Capisce che è caduta da un balcone. Chiama i soccorsi. Arriva la prima ambulanza. Fausto Filippone è ancora là. Il medico lo ha trattenuto. Poi arriva una seconda ambulanza e anche la polizia. La chiamata al 113, aveva riferito ieri il questore di Chieti, Raffaele Palumbo, arriva alle 12:06.
Lo psichiatra-mediatore: "Nella mente di Filippone tutto era già finito"
Oltre a ricostruire quanto accaduto nell'appartamento, è ancora tutto da individuare un possibile movente. Al momento, gli unici dati certi, secondo quanto ricostruito, sono il cambiamento caratteriale e lo stato di tristezza dell'uomo, sopraggiunti in seguito alla morte della madre. Non si tratta, però, di problemi psichici documentati. "La morte della madre è stato uno dei fattori che hanno provocato la decisione di Fausto Filippone", dice lo psichiatra Massimo Di Giannantonio, che per sette ore ha cercato di convincere l'uomo a non gettarsi. "Ha detto - spiega Di Giannantonio - che la sua vita era irreversibilmente iniziata a cambiare in termini intollerabili 15 mesi prima. E tra gli episodi che l'hanno resa intollerabile, Filippone ha citato la perdita della madre". Secondo lo psichiatra, l'uomo fino alla fine ha voluto portare a termine il suo piano: "mi sono trovato davanti a un muro. Diceva che nella sua mente non c'era né la possibilità di essere perdonato né di comprendere le ragioni di quello che aveva fatto. Nella mente di Filippone tutto era già finito".
Secondo le testimonianze e dagli elementi raccolti dagli investigatori della Mobile, non sembra che nella famiglia e nella relazione tra i coniugi ci fossero problemi. Difende la sorella Francesco Angrilli e respinge le "falsità" su di lei: "Madre, moglie e insegnante irreprensibile".
La sorella di Fausto Filippone, Antonella, si chiede come mai una volta fatta arrivare al viadotto non l'hanno fatta mai parlare col fratello. La risposta dei mediatori è che si temeva che l'uomo volesse solo dare l'addio alla sorella per poi gettarsi nel vuoto.