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ECONOMIA

Jobs Act

Lavoro, Renzi: "Sfido i poteri forti". I vescovi: "Basta slogan, ridisegni l'agenda politica"

"Faremo una riforma del lavoro degna di questo nome" dice il presidente del Consiglio alla comunità italiana a New York. Ma i temi del mercato del lavoro vengono affrontati dalla Cei polemica con il premier: "Troppe bandiere che sventolano sull'argomento"

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"Per tornare a fare l'Italia siamo pronti, se servirà, a fare battaglie in Parlamento e a sfidare i poteri forti anche se più dei poteri forti temo i pensieri deboli". Il premier Matteo Renzi incontra la comunità italiana al Consolato di New York e assicura il suo impegno "per cambiare davvero il Paese" chiedendo una mano anche agli italiani che vivono in America. "Cambieremo la burocrazia - assicura il premier - le regole del gioco sul lavoro, le istituzioni, e daremo tempi certi alla giustizia. Se si vuole restare a galla si deve correre. Stando fermi si cade".

Il monito della Cei al premier: "Basta con gli slogan"
Ma il premier incassa il montio dei vescovi: "La Chiesa pensa che bisogna guardare con più realismo alle persone che non hanno lavoro e che cercano lavoro. Il dibattito su 'articolo18 sì, articolo18 no' è meno centrale e io vi vedo troppe bandiere che sventolano". ha detto il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino. "Io sono preoccupato quando i temi decisivi vengono posti sul piano dello scontro - ha spiegato Galantino -. Oggi più che mai si tratta di una categoria sterile. Il problema non va affrontato solo in termini di scontro altrimenti ci saranno morti da una parte e dall'altra e soluzioni a mezz'aria che non risolvono il problema del lavoro che è drammatico. E' vero - ha aggiunto - che i sindacati vanno ahimè nella direzione del conservatorismo, ma bisogna guardare ai contenuti". "Basta con gli slogan", ha anche detto il segretario Cei.

Renzi: "Nessun rischio spaccatura nel Pd sul lavoro"
In visita allo stabilimento Fiat-Chrysler di Detroit il premier ottiene il sostegno dell'a.d. Marchionne e liquida lo spettro di una spaccatura del Pd provocata dallo scontro sulla riforma del mercato del lavoro, con un sorriso e una frase secca: "Non vedo questo rischio". L'amministratore delegato assicura: "Continueremo ad appoggiare l'agenda di riforme", poi ha sottolineato che Renzi deve "andare avanti senza farsi intimidire" perchè "l'Italia è un Paese da ricostruire" e "ha davanti un'agenda enorme".

"Non sono causa del cambiamento, la nostra lotta è contro i gufi"
Incontrando i lavoratori Chrysler, Renzi ha poi parlato della battaglia del suo governo, "una battaglia contro i gufi", quelli che dicono che le cose vanno male. Ha sottolineato poi di "non essere la causa di cambiamento. Le cose sono cambiate -ha aggiunto- e gli italiani hanno scelto me, chiedono al governo di fare cose di cui si parla da anni. Le cose da fare sono scritte da decenni".

Boldrini: "L'art. 18 non è questione cruciale"
L'art.18 "è una questione non cruciale per il cambiamento", dice anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, secondo la quale "non si fa crescita erodendo i diritti di chi ancora ce li ha".

Grasso: "In aula soluzione per trovare un equilibrio"
Mentre per il presidente del Senato Grasso "certamente l'aula troverà l'equilibrio per potere uscire da questi dilemmi e poter avere una riforma del mercato del lavoro che possa aiutare soprattutto a trovare il lavoro. Ho il compito di portare avanti in aula al Senato la riforma del lavoro", ha aggiunto. 

Camusso a Renzi: "No al diktat 'prendere o lasciare' "
"Il tema dell'unificazione del mercato del lavoro ci pare sia molto importante e non si può fare creando nuovi dualismi". Camusso mantiene il punto sul Jobs act e a chi gli chiedeva di commentare le dichiarazioni del premier Renzi spiega che davanti "ad una legge delega, che ha un suo lungo percorso di attuazione" è "strano" parlare di "un prendere o lasciare". Sul fronte del lavoro "il primo punto non è abolire l'art.18 ma togliere le forme di lavoro precario assurde, che non sono state messe da noi: le leggi in un Paese non le fa il sindacato ma il governo e il Parlamento". Lo ha detto il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. "Dove sono stati loro, in questi anni - ha aggiunto all'assemblea nazionale della Fiom - che, pur cambiando i governi, la precarietà è aumentata?".

Della Valle: "Renzi ha fatto tilt, pensavo fosse unarisorsa"
Duro affondo di Diego Della Valle nei confronti del premier Matteo Renzi. "Fino a qualche anno fa - dice l'imprenditore a Otto e Mezzo su La7 - pensavo potesse essere una risorsa per il Paese" ma, aggiunge, "Renzi non ha mai lavorato quindi non può parlare di lavoro come noi, secondo me ha fatto tilt".