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POLITICA

Post nel suo blog

Lavoro e art.18, Grillo: "Riforma infame" e alla minoranza Pd: "Mandate a casa Renzi"

Si rivolge poi ai militanti democratici: "Cosa aspettate ad occupare le sedi del Pd?"; duro attacco al Presidente della Reubblica che appoggia la riforma: "Si vergogni"

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Duro l'affondo di Beppe Grillo contro la riforma del lavoro. In un post sul suo blog intitolato "La battaglia per l'art.18" a firma di Aldo Giannulli, definisce la riforma "infame" e si rivolge alla minoranza del Pd: il dibattito creato intorno all'articolo 18 è l'occasione "per mandare definitivamente a casa Renzi: con l'azione parlamentare e con l'azione di piazza, con gli scioperi".

"Renzi sta riuscendo dove non sono riusciti Monti e Berlusconi, sta trattando la Cgil come uno straccio per la polvere: compagni del Pd cosa aspettate ad occupare le sedi e far sentire la vostra voce?".

Attacca poi duramente il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per il suo appoggio alle riforme: "Tutti si affannano a dimostrare che pochi privilegiati non possono ostacolare la via delle riforme compromettendo le sorti del paese. Primo fra tutti, il Capo dello Stato. Ci sono i superpagati dipendenti del Parlamento che stanno facendo un casino d'inferno perché non accettano una spuntatura delle loro ricche retribuzioni: Napolitano ha mai denunciato questi privilegi e particolarismi? Presidente si vergogni!". Poi: "Ma come ma questo ex dirigente di quello che fu il maggior partito dei lavoratori italiani, trova che ad essere corporativi siano i lavoratori e solo loro?" .

Nel post si attacca la riforma del lavoro alla base, definendola una "controriforma” che "servirà solo a licenziare un po’ di lavoratori garantiti magari quelli sindacalmente più attivi, per costituirli con altrettanti precari sottopagati. I giovani continueranno ad essere precari come sempre e senza neppure il miraggio di una assunzione a tempo indeterminato". Il senso politico generale dell’operazione è "avviare una nuova offensiva di ampia portata contro il lavoro e le sue garanzie. Dopo verrà l’attacco all’illicenziabilità della Pa, l’ulteriore taglio dei salari, l’ulteriore dequalificazione della forza lavoro e la definitiva espulsione del sindacato alle aziende. Tappe che vedremo succedersi rapidamente, una volta ottenuta la legittimazione di una vittoria sulla questione dell’art. 18: quello che conta qui, più che la questione in sé, è la sua valenza simbolica".