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ITALIA

La denuncia di Legambiente

Pendolari: ecco le 10 linee da incubo

Seguono la Alifana e Circumvesuviana, la Chiasso-Rho, la Verona-Rovigo, la Reggio Calabria-Taranto, la Messina-Catania-Siracusa, la Taranto-Potenza-Salerno, la Novara-Varallo, la Orte-Foligno-Fabriano, la Genova-Acqui Terme. L'associazione ambientalista lancia la campagna 'Pendolaria 2015' presentando un’anticipazione del Rapporto annuale che verrà diffuso a gennaio

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Linee dell'Alta velocità e treni pendolari. L'Italia ancora una volta è divisa in due. Tra efficienza delle prime e degrado dei secondi. La denuncia è di Legambiente che lancia la 'Campagna Pendolaria', presentando una anticipazione, con un'analisi delle situazioni con maggiori disagi sulle linee ferroviarie italiane, del Rapporto annuale che presenterà a gennaio e che avrà come focus l’emergenza Sud. Oggi essere pendolari nel nostro Paese comporta di fatto disagi che sono sotto gli occhi di tutti. I treni - riferisce Legambiente - sono troppo vecchi e pochi. Non solo: dal 2010 a oggi, complessivamente, i tagli nel servizio ferroviario regionale si stima siano stati pari al 6,5%, proprio quando nel momento di crisi è aumentata la domanda di mobilità alternativa più economica rispetto, ad esemoio, all'auto.

In cinque anni tagli ai servizi ferroviari fino al 26% in Calabria e aumento tariffe fino al 47% in Piemonte
Tra il 2010 e il 2015 il taglio ai servizi ferroviari è stato pari al 26% in Calabria, 19% in Basilicata, 15% in Campania, 12% in Sicilia. Mentre il record di aumento del costo dei biglietti è stato in Piemonte con +47%, mentre è stato del 41% in Liguria e del 25% in Abruzzo e Umbria, a fronte di un servizio che non ha avuto alcun miglioramento. Secondo Legambiente, quindi, "manca totalmente una regia nazionale rispetto a un tema che non può essere delegato alle Regioni senza controlli. Anche perché da Berlusconi a Renzi - continua la nota - chi è stato al Governo in questi anni ha una forte responsabilità rispetto alla situazione che vivono i pendolari. Rispetto al 2009  le risorse da parte dello Stato per il trasporto pubblico su ferro e su gomma sono diminuite del 25% con la conseguenza che le Regioni, a cui sono state trasferite nel 2001 le competenze sui treni pendolari, hanno effettuato in larga parte dei casi tagli al servizio e aumento delle tariffe".

Le 10 peggiori linee d’Italia per i pendolari nel 2015. Palma d'oro alla Roma-Lido
La palma di peggior linea pendolare quest’anno va alla Roma-Lido di Ostia. Il servizio ferroviario di questa linea suburbana gestita da Atac - riferisce Legambiente - è stato totalmente inadeguato per i circa 100.000 pendolari quotidiani. Il 2015 è stato un anno terribile, con un servizio che sembra peggiorare di giorno in giorno a causa di ripetuti guasti e problemi tecnici: corse che saltano senza che venga fornita un’adeguata informazione, frequenze oltre i 40 minuti, convogli vecchi e sovraffollati spesso privi di aria condizionata, stazioni non presidiate. Ad aggravare il tutto, il fatto che i pendolari di questa linea arrivati al Capolinea a Roma, spesso continuano il viaggio sulla linea B della metropolitana. Dove trovano un servizio indegno per una città europea, con attese che si attestano, in media, sui 15 minuti con picchi di 20-25, quando, a causa di guasti ai convogli o al sistema elettrico, il servizio non si ferma totalmente.

Secondo posto per la Alifana e Circumvesuviana. La situazione in Campania della ferrovia Alifana è stata nel 2015 al centro delle cronache per le lamentele da parte dei pendolari che si muovono verso Napoli dal casertano a causa di molteplici ritardi, soppressione di corse, ma soprattutto per la precarietà dei mezzi su cui viaggiano, privi di aria condizionata, con sediolini e carrozze antiquate e scarso servizio di pulizia. Su questa linea viaggiano ancora convogli diesel in attesa che finalmente si completi l’elettrificazione. Ma a Napoli rimane gravissima la situazione che continua a vivere la Circumvesuviana, una delle ferrovie più colpite dai tagli degli ultimi anni, con treni fatiscenti, vagoni stracolmi perché insufficienti per una tratta che collega Napoli con i quartieri e i Comuni ad Est. 

Terzo posto per la Chiasso-Rho, una linea prolungata da Milano a Rho in occasione dell’Expo e che vede quotidianamente l’utilizzo da parte di quasi 50.000 pendolari che lamentano frequenti ritardi e  tempi di percorrenza paragonabili a quelli del secolo scorso (per fare 60 chilometri si impiega oltre un ora e mezza). Solo nel mese di settembre sono stati oltre 100 i ritardi collezionati, una media superiore ai 4 ritardi al giorno, anche nei weekend.

In quarta posizione c'è la Verona-Rovigo. Lungo i 95 km che collegano Verona a Rovigo i disagi sono all’ordine del giorno. Su questa linea insiste un pendolarismo importante di studenti e lavoratori, ma è anche molto frequentato da turisti. Qui viaggiano mezzi lenti (55 km/h di media) e vecchi, su una linea a binario unico e dove manca ancora il completamento dell’elettrificazione nelle tratte Isola della Scala-Cerea e Legnago-Rovigo e i pendolari devono anche fare un biglietto diverso per il proseguimento da Rovigo a Chioggia.

Poi c'è la Reggio Calabria-Taranto, fondamentale linea di collegamento tra le regioni del Sud e che vede continui tagli e l’uso di treni sempre più vecchi, malgrado il ruolo importante che potrebbe avere nel collegare gli oltre 40 centri urbani e turistici lungo il percorso. 

Sesto posto per la Messina-Catania-Siracusa. Lungo i 177 km della linea che collega Messina a Siracusa, i treni viaggiano a una velocità media di 69 km/h passando per Catania, i disservizi più frequenti riguardano gli imprevisti tecnici, quasi sempre dovuti alla condizione dell’infrastruttura. Manca sempre una adeguata informazione ai viaggiatori in caso di interruzioni, guasti agli scambi, furti di rame. Su questa linea insiste la tratta Giampilieri-Fiumefreddo, il cui raddoppio per 42 km è previsto dal contratto di programma di RFI già dal 2000. Un’opera dal valore di 2,27 miliardi di euro che vede ad oggi un finanziamento di soli 49 milioni.

Settima posizione per la Taranto-Potenza-Salerno. Su questa linea di oltre 200 km di fondamentale importanza per i collegamenti interni tra Puglia, Basilicata e Campania, ma anche per i pendolari dei diversi centri lungo la linea, la situazione è ferma a 50 anni fa. I convogli non raggiungono i 50 km/h di velocità media e impiegano 1 ora e 47 minuti per collegare i 120 Km tra Potenza a Salerno, e 2 ore tra Potenza e Taranto (150 km). 

Ottava posizione per la Novara-Varallo.  Addio ai treni lungo la linea Novara-Varallo dal settembre 2014. C’è quindi chi sta peggio di altri, perché oggi l’unica speranza dei pendolari dell’area è che con l’inserimento della linea nel capitolato di gara d’appalto nel lotto del quadrante nord-orientale del Piemonte si veda una riapertura ed un rilancio del servizio. Ma è solo una possibilità e in ogni caso se ne riparlerà dopo il 2017.

Poi c'è la Orte-Foligno-Fabriano, al nono posto. Su questa linea i pendolari aspettano da tanti anni che si dia seguito alle promesse di un potenziamento. Stiamo infatti parlando di un collegamento nazionale, tra Roma, l’Umbria e le Marche su cui sarebbero previsti investimenti in perenne ritardo e di cui beneficerebbe anche il servizio pendolare. Per ora la linea di 140 km continua ad avere molti tratti a binario unico, una media di velocità di 70 km/h, e i pendolari lamentano continui disagi a causa di guasti dei treni  e criticità durante l’inverno per la pioggia, il gelo ed in alcuni casi persino a causa delle foglie che creano problemi di aderenza delle ruote del locomotore sulla rotaia. L’infrastruttura in alcuni tratti è a binario unico mentre i lavori di raddoppio sono in ritardo ormai da anni.

Decima posizione per la Genova-Acqui Terme. Numerosi disagi si riscontrano sulla linea che collega Genova con il Ponente e che passa per numerosi centri fino ad ad Acqui Terme, a causa di 46 km a binario unico e di tagli ai treni, per una media di 45 km/h. Qui il maltempo può causare interruzioni della linea e frane. All’ordine del giorno ritardi, scarsità di treni, soppressioni improvvise e attese interminabili.