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SPORT

Camusso: mondo del calcio è ancora troppo chiuso e maschilista

Le calciatrici in rivolta fanno sciopero: stop al campionato di Serie A

Clamorosa protesta contro la Federcalcio. Melania Gabbiadini: "Continuiamo su questa linea fino a quando non si fa qualcosa dall'altra parte"

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Roma
Dalle parole ai fatti: le calciatrici non scenderanno in campo nella prima giornata di Serie A, in programma sabato e domenica. Lo spauracchio dello sciopero agitato dall'Associazione Italiana Calciatori a fine settembre ora è realtà: nel prossimo weekend non si gioca. Alle giocatrici non è bastata la riunione del Comitato Esecutivo svoltasi per la prima volta il 6 ottobre, dopo pressioni dello stesso sindacato. Prosegue quindi la mobilitazione, "stante il mancato riscontro scritto a quanto richiesto e concordato nel corso della riunione", sottolinea l'Aic.

La solidarietà di Susanna Camusso
E le calciatrici oggi hanno incassato la solidarietà del segretario generale della Cgil Susanna Camusso: "È giunto il momento che, nel paese in cui il calcio maschile la fa da padrone, anche l'Italia valorizzi maggiormente il calcio femminile, come avviene in molti altri Paesi in Europa e nel resto del mondo", ha detto la leader della Cgil. "In questi mesi più volte le calciatrici hanno subito insulti sessisti, hanno vissuto sulla loro pelle la  discriminazione di un mondo ancora troppo chiuso e troppo maschilista", ha concluso Camusso.  

 
Piccoli inutili passi avanti  
Eppure dal comitato, nominato dalla Figc per affrontare i problemi del calcio femminile e promuoverne lo sviluppo, qualche novità era emersa: l'individuazione, ad esempio, di Rosella Sensi come rappresentante della Lega Dilettanti nella trattativa diretta con le società e lo stanziamento di 500mila euro – già messo all'ordine del giorno del comitato di presidenza della Figc del 22 ottobre -, per sostenere progetti di promozione del calcio femminile e per creare un fondo di solidarietà per le calciatrici. Come richiesto dall'Aic, assieme all'apertura di una discussione sul vincolo sportivo e sugli accordi economici pluriennali. "Le proposte emerse nell'Esecutivo? Sono solo proposte - dice l'attaccante e capitano dell'Agsm Verona, Melania Gabbiadini -. Fino adesso se n'è solo parlato, noi vogliamo qualcosa di scritto e di concreto".

"Crediamo sia giusto così" 
Il fronte rosa è compatto. "Noi tutte manteniamo questa linea – assicura l'azzurra -, crediamo sia giusto così adesso. Non abbiamo nessun tipo di problema ad affrontare questo sciopero. Non abbiamo avuto nessun rincontro. Non abbiamo chiesto il mondo, non c'è stata volontà da parte loro e sapevano che c'era in aria lo sciopero".

"Continuiamo su questa linea" 
La Federcalcio aveva già fissato per il 27 ottobre una nuova riunione dell'Esecutivo, ma le calciatrici auspicano che la situazione si possa sbloccare prima. "Aspettiamo – conclude Gabbiadini - che anche prima si possa decidere qualcosa in più, noi continuiamo su questa linea fino a quando non si fa qualcosa dall'altra parte".
 
Il ct azzurro: "Non è il momento giusto"
Critico il ct della Nazionale Antonio Cabrini. "Non è il momento giusto - si lamenta – soprattutto quando si deve iniziare un campionato che già ritarda. E poi bisogna anche po' dividere la questione: la federazione sta lavorando, sta investendo e credendo molto sul calcio femminile, questo non è uno sciopero contro la federazione, ma dettato da problematiche ataviche che non si sono mai chiarite. Riguarda anche una presa di posizione verso la Lega Nazionale Dilettanti, perché poi è un problema che riguarda le squadre di club con i propri tesserati". La Lega Dilettanti però auspica, facendo leva sul "senso di responsabilità" una marcia indietro della serrata ritenendo che "non ci siano la condizioni materiali per rinviare l'inizio della competizione".

Preoccupazione per la Nazionale 
Il ritardo del campionato può influire inoltre anche sulle prestazioni della Nazionale, impegnata il 24 ottobre contro una Svizzera "in grande ascesa", nella seconda partita di qualificazione agli Europei. "La A sarà l'unico campionato in Europa che è così indietro - rileva Cabrini - e questo va ad incidere anche sulle prestazioni e sul tipo di allenamento in vista di una partita di qualificazione europea. Arriviamo a metà ottobre e le mie ragazze non avranno ancora iniziato il campionato, è chiaro che dopo non puoi pretendere delle garanzie".