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POLITICA

Le tappe della crisi di governo

Le comunicazioni di Conte al Senato e gli scenari possibili

La convinzione del premier, dai primi giorni, è stata quella di parlamentarizzare la crisi per renderla "la più trasparente della storia". Due le strade possibili: attendere un voto dell'Aula e solo dopo salire al Colle. Oppure non aspettare il voto e andare direttamente al Quirinale per dare le dimissioni

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Tanti punti interrogativi, pochi punti fermi sullo scenario che si aprirà dopo le comunicazioni del premier Giuseppe Conte nell'Aula del Senato. Il presidente probabilmente spiegherà all'Aula come si è arrivati a questa crisi di governo (ancora non ufficialmente aperta) attribuendo al leader della Lega Matteo Salvini la piena volontà di staccare la spina al governo gialloverde. La convinzione del premier, comunque sin dall'inizio, è stata quella di parlamentarizzare la crisi per renderla "la più trasparente della storia". 

Due, poi, le strade possibili: la scelta da parte di Conte di attendere un voto dell'Aula (anche se la mozione di sfiducia della Lega non è risulta calendarizzata) e solo dopo decidere se salire o meno al Colle. Oppure non aspettare il voto e andare direttamente al Quirinale per dare le dimissioni. Ipotesi più probabile, che a quel punto certificherà ufficialmente l’apertura della crisi.

Dal Colle, intanto, nonostante i segnali contraddittori da parte dei partiti si attendono parole risolutive dai protagonisti della vicenda. Al Quirinale infatti non si è fatto mai mistero del fatto che ci si attenderà dalle forze politiche, dai partiti e dai gruppi delle valutazioni coerenti e solide sulla configurazione di una possibile nuova maggioranza. Il Capo dello Stato potrebbe rimandare il premier Conte alle Camere a chiedere la fiducia, oppure dire sì alle dimissioni e far partire le consultazioni delle forze politiche.

Le eventuali dimissioni inciderebbero anche sulla calendarizzazione attuale della crisi che prevede domani, mercoledì 21 agosto, il premier Conte atteso alla Camera per le medesime comunicazioni. E per giovedì 22 agosto il voto sui tagli dei parlamentari (l'ultima votazione delle quattro) cavallo di battaglia dei 5 Stelle. Se Conte si dimette il lavoro delle Camere si blocca e non può procedere con il voto sulla riforma.Un crocevia di date e appuntamenti, su tutte lunedì 26 agosto quando il premier avrebbe dovuto comunicare alla UE il nome italiano del Commissario Europeo.