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POLITICA

M5s: fiducia in Conte per nuovo ministro

Le dimissioni di Fioramonti: "Per la scuola sarebbe servito più coraggio, non si trovano mai fondi"

"Prima di prendere questa decisione, ho atteso il voto definitivo sulla Legge di Bilancio, in modo da non porre tale carico sulle spalle del Parlamento in un momento così delicato. Le ragioni sono da tempo e a tutti ben note: ho accettato il mio incarico con l’unico fine di invertire in modo radicale la tendenza che da decenni mette la scuola, la formazione superiore e la ricerca italiana in condizioni di forte sofferenza"

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Lorenzo Fioramonti (Ansa)
"La verità è che sarebbe servito più coraggio da parte del Governo per garantire quella “linea di galleggiamento” finanziaria di cui ho sempre parlato, soprattutto in un ambito così cruciale come l’università e la ricerca. Si tratta del vero motore del Paese che costruisce il futuro di tutti noi. Pare che le risorse non si trovino mai quando si tratta della scuola e della ricerca, eppure si recuperano centinaia di milioni di euro in poche ore da destinare ad altre finalità quando c'è la volontà politica". Comunica così le sue dimissioni su facebook Lorenzo Fioramonti, ministro dell'Istruzione dimissionario.



L'Italia perde talenti
"L’economia del XXI secolo si basa soprattutto sul capitale umano, sulla salvaguardia dell’ambiente e sulle nuove tecnologie; non riconoscere il ruolo cruciale della formazione e della ricerca equivale a voltare la testa dall’altra parte. Nessun Paese può più permetterselo. La perdita dei nostri talenti e la mancata valorizzazione delle eccellenze generano un’emorragia costante di conoscenza e competenze preziosissime, che finisce per contribuire alla crescita di altre nazioni, più lungimiranti della nostra. È questa la vera crisi economica italiana" aggiunge Fioramonti.

Poco coraggio negli investimenti
"Mi sono impegnato per rimettere l'istruzione, fondamentale per la sopravvivenza e per il futuro di ogni società, al centro del dibattito pubblico, sottolineando in ogni occasione quanto, senza adeguate risorse, fosse impossibile anche solo tamponare le emergenze che affliggono la scuola e l'università pubblica. Mi sono ovviamente messo a completa disposizione per garantire una transizione efficace al vertice del Ministero, - scrive Fioramonti - nei tempi opportuni per assicurare continuità operativa. Per rispetto istituzionale, avevo deciso di attendere qualche altro giorno prima di rendere pubblica la decisione, ma visto che ormai la notizia è stata filtrata ai media, mi sembra giusto parlare in prima persona".

Non è stata battaglia inutile
"Prima di prendere questa decisione, ho atteso il voto definitivo sulla Legge di Bilancio, in modo da non porre tale carico sulle spalle del Parlamento in un momento così delicato. Le ragioni sono da tempo e a tutti ben note: ho accettato il mio incarico con l’unico fine di invertire in modo radicale la tendenza che da decenni mette la scuola, la formazione superiore e la ricerca italiana in condizioni di forte sofferenza. Non è stata una battaglia inutile e possiamo essere fieri di aver raggiunto risultati importanti: lo stop ai tagli, la rivalutazione degli stipendi degli insegnanti (insufficiente, ma importante), la copertura delle borse di studio per tutti gli idonei, un approccio efficiente e partecipato per l'edilizia scolastica, il sostegno ad alcuni enti di ricerca che rischiavano di chiudere e, infine, l'introduzione dell'educazione allo sviluppo sostenibile in tutte le scuole (la prima nazione al mondo a farlo).

Le dimissioni sono una scelta individuale
"Alcuni - continua Fioramonti - mi hanno criticato per non aver rimesso il mio mandato prima, visto che le risorse era improbabile che si trovassero. Ma io ho sempre chiarito che avrei lottato per ogni euro in più fino all'ultimo, tirando le somme solo dopo l'approvazione della Legge di Bilancio. Ora forse mi criticheranno perché, in coerenza con quanto promesso, ho avuto l'ardire di mantenere la parola". "Le dimissioni sono una scelta individuale, eppure vorrei che, sgomberato il campo dalla mia persona, non si perdesse l'occasione per riflettere sull'importanza della funzione che riconsegno nelle mani del Governo. Un Governo che può fare ancora molto e bene per il Paese se riuscirà a trovare il coraggio di cui abbiamo bisogno. Il tema non è mai stato "accontentare" le mie richieste, ma decidere che Paese vogliamo diventare, perché è nella scuola, su questo non vi è alcun dubbio, che si crea quello che saremo.

Il mio impegno per la scuola non si ferma qua
"Alle persone con cui ho lavorato, dentro e fuori dal Ministero, dalla viceministra e sottosegretari ai tanti docenti, sindacati, imprese e fino all'ultimo dei dipendenti, va tutto il mio ringraziamento per avermi accompagnato in questo percorso. Alle ragazze ed ai ragazzi che fanno vivere la scuola e l'università italiana chiedo di non dimenticare mai l'importanza dei luoghi che attraversano per formarsi, senza arrendersi alla politica del "non si può fare". Come diceva Gianni Rodari, dobbiamo imparare a fare le cose difficili. Perché a volte bisogna fare un passo indietro per farne due in avanti". Infine, "il mio impegno per la scuola e per le giovani generazioni non si ferma qui, ma continuerà ancora più forte come parlamentare della Repubblica Italiana".

M5s: fiducia in Conte per nuovo ministro
Il governo è al lavoro per migliorare la scuola, l'istruzione e sostenere la ricerca. Guardiamo avanti, c'è piena fiducia nel premier Conte per individuare un nuovo ministro dell'istruzione, la scuola non può aspettare". Cosi' fonti M5s.

Fi: Conte riferisca sulle dimissioni di Fioramonti
"Le dimissioni del ministro Fioramonti, costituiscono un atto grave e irresponsabile" e Forza Italia presenta la richiesta di una "audizione urgente" del presidente del Consiglio Giuseppe Conte perché riferisca in Parlamento come intende "far fronte alla grave situazione che si è determinata nella guida di un settore, quello dell'istruzione, così strategico per le nuove generazioni e per il paese". Lo annunciano, in una nota, i deputati FI in commissione cultura alla Camera Valentina Aprea (capogruppo), Luigi Casciello, Marco Marin, Antonio Palmieri e Gloria Saccani.