L'inchiesta
Le frasi choc registrate da un detenuto: "Le botte ti saranno utili.Qui la Costituzione non c'entra"
Rachid Assarag, detenuto marocchino 40enne, ha registrato le parole di agenti penitenziari. "Le botte? Con questi metodi noi abbiamo ottenuto risultati ottimi" recita, per esempio, quello che lui stesso chiama il brigadiere. Frasi choc finite, dopo anni di presunte violenze e soprusi, sul tavolo di un magistrato. Repubblica le ha raccolte. E oggi, il ministro Orlando chiede accertamenti

"Devo uscire dal carcere più cattivo di prima? Dopo tutta questa violenza ricevuta, chi esce da qui poi torna", dice Rachid Assarag."Le botte? Con questi metodi noi abbiamo ottenuto risultati ottimi" risponde il superiore. E ancora: "Brigadiere, perché non hai fermato il tuo collega che mi stava picchiando?" chiede Rachid. "Fermarlo? Chi, a lui? No, io vengo e te ne do altre, ma siccome te le sta dando lui, non c'è bisogno che ti picchio anch'io" replica il brigadiere. Lo stesso che poi dirà: "Se la Costituzione fosse applicata alla lettera questo carcere sarebbe chiuso da vent'anni. In questo carcere la Costituzione non c'entra niente...".
11 carceri in 6 anni
Questi sono alcuni passaggi di una serie di registrazioni raccolte da un detenuto marocchino 40enne, pubblicate oggi da Repubblica. Rachid Assarag sta scontando in carcere 9 anni e 4 mesi di detenzione nelle carceri italiane per violenze sessuali. In 6 anni, è stato trasferito in 11 istitui penitenziari: Milano, Parma, Prato, Firenze, Massa Carrara, Napoli, Volterra, Genova, Sanremo, Lucca, Biella. Dal 2009 ha cominciato a registrare tutto quello che gli accadeva in cella. Soprusi e violenze che avrebbe subito da parte degli agenti penitenziari nel carcere di Parma prima e in altri istituti poi. Rachid è da un mese in sciopero della fame, ha perso 18 chili. Fa esposti, ma mentre le denunce degli agenti contro di lui avanzano, le sue si arenano.
Il ministro Orlando chiede accertamenti immediati
Queste registrazioni, però, sono uscite dal carcere e l'associazione "A buon diritto" ha deciso di renderle pubbliche. Rachid, assistito dall'avvocato Fabio Anselmo, ha fatto denuncia alla magistratura. Oggi l'articolo choc di Repubblica. E il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, in una nota ha richiesto al capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria di "assicurare l'opportuna collaborazione agli accertamenti in corso da parte dell'autorita' giudiziaria e di fornire elementi di valutazione su quanto sarebbe avvenuto nel carcere di Parma, anche all'esito di un'eventuale attivita' ispettiva".
Il sindacato polizia penitenziaria: "Accertare reale consistenza accuse"
"Non so come possa essere possibile che un detenuto che sta scontando una pena a 9 anni e 4 mesi di reclusione per violenza sessuale- commenta intanto Donato Capece, segretario generale del Sappe, il sindacato autonomo polizia penitenziaria- possa, durante la sua permanenza in cella in vari carceri del paese, tenere con sé un registratore con cui memorizzare frasi riferite, a suo dire, a persone non accertate e non identificate ma, a dire suo e del legale, appartenenti all'amministrazione penitenziaria". "Queste accuse generiche, di cui si deve accertare anzitutto la veridicita' e la reale consistenza - aggiunge Capece - fanno male a coloro che il carcere lo vivono quotidianamente nella prima linea delle sezioni detentive, come le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria che svolgono quotidianamente il servizio con professionalita', zelo, abnegazione e soprattutto umanita' in un contesto assai complicato per l'esasperante sovraffollamento".