MONDO
Lunedì 10 maggio
Le notizie dal mondo
La rassegna stampa internazionale di RaiNews

Quale posto per la sinistra nel post pandemia? Questo l'interrogativo che sembra ricorrere oggi sulle prime pagine dei quotidiani internazionali. Nel Regno Unito, Keir Starmer cerca di reagire alla dura sconfitta dei laburisti alle amministrative con un rimpasto del Governo ombra; in Germania, la SPD designa ufficialmente Olaf Scholz candidato alla cancelleria federale, in vista delle elezioni del 26 settembre. Obiettivo che pare fuori portata, con un partito quasi doppiato, nei sondaggi, dai Verdi. In Francia, la gauche si interroga sul suo futuro e sul suo presente, a 40 anni dall'arrivo all'Eliseo di François Mitterrand
The Guardian
La leadership di Starmer in crisi per il rimpasto che rimuove Rayner
Il leader laburista, Keir Starmer ha deciso il rimpasto del governo ombra. Angela Rayner viene rimossa da presidente del partito e coordinatrice delle campagne nazionali e diventa ministro ombra del Gabinetto. Rayner, ragazza madre, a 16 anni ha lasciato la scuola ed è entrata in politica attraverso un ruolo sindacale. Eletta in parlamento nel 2015 nalla Greater Manchester di Ashton-under-Lyne, nel giro di un anno è diventata segretaria ombra all'istruzione con Jeremy Corbyn. Il rimpasto del gabinetto ombra voluto da Starmer ha subito incontrato difficoltà proprio con Rayner, dopo che i piani trapelati per licenziarla da presidente del partito e coordinatrice della campagna nazionale hanno innescato una protesta interna. Qualunque sia la verità, quello che sembra un tentativo di imprimere l'autorità di Starmer sul partito e spostare i titoli lontano dalle sfide del Labour al 'muro rosso' sembra aver sortito l'effetto opposto. Una fonte ha detto al Guardian che il leader laburista è stato avvertito da alti esponenti del partito che avrebbe potuto perdere la maggioranza nel comitato esecutivo nazionale se avesse azzerato la Rayner. Dopo un weekend di trattative, a Rayner viene offerta una promozione nel Governo ombra ma pochi nel gruppo parlamentare laburista credono che Starmer esca dalle ultime 48 ore con la sua leadership rafforzata.
Daily Telegraph
Starmer avvia il rimpasto laburista fra minacce alla leadership
l'ala sinistra del partito avverte il leader opponendosi al ridimensionamento della Rayner. I fedelissimi del predecessore di Starmer, Jeremy Corbyn, accusano Sir Keir di mancare di "abilità politiche fondamentali" e si oppongono ai suoi piani di modernizzazione del partito. Khalid Mahmood, che si è dimesso da ministro ombra della difesa dopo le sconfitte alle elezioni di giovedì, ha detto che il partito ha perso il contatto con la base ed è dominato dai liberal delle grandi città
The i
Starmer sposta l'asse del partito dopo il disastro alle elezioni
Rimpasto nel Governo ombra, incertezza sul ruolo della Rayner per i forti contrasti sulla linea politica del partito dopo i risultati deludenti alle amministrative, dove i laburisti hanno perso 13 comuni, e alle suppletive di Hartlepool. L'ala sinistra del aprtito accusa Starmer di voler trovare un capro espiatorio per la sconfitta anziché assumersene la responsabilità. Jon Trickett, un ex coordinatore della campagna, ha consigliato a Sir Keir di "dare una lunga occhiata allo specchio" e ha aggiunto: "Non credo che dovremmo escludere una sfida alla leadership".
Welt
Merkel molto fiduciosa sulle vaccinazioni estive
Posso farcela. Olaf Scholz è designato dal congresso della SPD ufficialmente candidato alla cancelleria federale.
Op: Olaf Scholz, il combattente solitario, di Thomas Schmid
Olaf Scholz ha colto l'occasione che non aveva. A differenza di tutti gli altri candidati alla cancelliera dell'SPD negli ultimi decenni, non è mai entrato nel pathos socialdemocratico e ha dimostrato di avere una forte volontà di plasmare la politica. Che come Cancelliere vuole essere migliore e più deciso di Angela Merkel. A differenza di altri socialdemocratici, ha espressamente e orgogliosamente sottolineato: "Sì, abbiamo co-governato". Allo stesso tempo, tuttavia, ha scaricato tutte l'eredità condivise con l'Unione in un modo credibile. Allo stesso tempo, nel suo intervento, ha preso decisamente le distanze dagli ultimi due tristi presidenti della Spd. Non li ha contraddetti e ha persino adottato alcune delle loro idee tradizionali di sinistra, come il radicale allontanamento dal pareggio di bilancio e la richiesta di ancora più interventismo statale. Ma è riuscito a presentare tutto questo in modo tale che si adattasse alla visione socialdemocratica moderata, di centrosinistra, di Olaf Scholz. Ha disegnato una Germania che "progetta qualcosa", che ama il successo. E' sembrato credibile quando ha detto: "Sono dalla parte delle persone normali". Se Scholz si attiene a questa linea e non verrà sconfessato dal partito come i candidati prima di lui, può riportare la SPD al 20% o anche di più nelle elezioni federali. Ma Scholz è un combattente solitario: ancora una volta un candidato cancelliere della SPD può avere molti cittadini alle spalle, ma non il suo partito che guarda indietro.
Der Spiegel
Re Olaf e i nani
"Ce la posso fare", ha detto alla fine Olaf Scholz. E questo è il vero messaggio che ha chiuso uno dei suoi discorsi migliori al congresso SPD. Scholz ha parlato di tutto, di clima, digitalizzazione, coronavirus e di una "società del rispetto". Ha paralto con toni nuovi di un antico argomento socialdemocratico: la giustizia sociale. In verità, tuttavia, si tratta di qualcosa di completamente diverso. Nella narrativa di Scholz c'è solo una persona che può salvare il mondo. I Verdi no. Possono essere pieni di buone intenzioni, ma non possono. L'Unione, invece, non ha nemmeno buone intenzioni. No, "dipende dal leader", dice il candidato cancelliere. Nella lunga storia della SPD ci sono stati abbastanza uomini che non hanno sofferto di mancanza di fiducia in se stessi. Ma Willy Brandt, Gerhard Schröder e persino il grande stratega Helmut Schmidt sapevano di dipendere dagli altri. Che avevano bisogno di una squadra di donne e uomini illustri per avere successo. Il team Scholz è composto da una sola persona. Da Scholz. E il partito lo ha accettato per paura. La SPD è ora Scholz e Scholz è la SPD. Accanto a lui esistono solo dei nani. È una strategia pericolosa perché i tedeschi non voteranno per un cancelliere quest'autunno, ma per un partito. Nei sondaggi la SPD è in ritardo al terzo posto, una degna sfida per Superman Olaf.
Tagesspiegel
Scholz promette che la SPD lotterà contro l'Unione
La SPD ora deve seguire il suo candidato pragmatico. Ma la domanda è: può farcela Scholz non a vincere e arrivare alla cancelleria federale ma a salvare la SPD?
In un congresso digitale, in cui solo pochi socialdemocratici sono effettivamente seduti o in piedi davanti alle telecamere nel centro congressi Berlin City Cube, e gli applausi provengono dal nastro, nessuno può sentire l'umore dei quasi 600 delegati collegati. Nessuno può fare le fila in questa domenica pomeriggio, interrogare i compagni e guardare facce imbronciate o entusiaste. Che il tuo candidato alla carica di cancelliere ti tocchi il cuore o ti annoi, non puoi sentirlo, se puoi solo guardare uno schermo. Rispetto, futuro, Europa sono le parole chiave scelte dal candidato Scholz. E' sembrato rivolgersi ai Verdi quando ha detto: c'è "chi crede che i grandi obiettivi da soli bastino per governare il futuro". Il cambiamento climatico è "la questione umana decisiva in questo secolo". Ma le buone intenzioni "non bastano". Il suo avvertimento: "Non credete a chi pensa di poter inventare un mondo completamente nuovo su un prato verde".
FAZ
Il 96,2% dei delegati votano Schulz candidato SPD alla cancelleria federale
Editoriale: l'ironia della campagna elettorale
Non c'è più traccia delle critiche precedenti, dei dubbi sul fatto che Scholz fosse un vero socialdemocratico. A differenza del passato, questa volta la SPD non sembra vedere il proprio candidato cancelliere come un avversario. L'ironia di questa campagna elettorale sta nel fatto che la CDU sta dando vita a una coalizione nel Baden-Württemberg con il suo principale avversario, i Verdi, che sono stati quasi in grado di dettare l'accordo di coalizione. La confusione in Germania significa anche che allo stesso tempo SPD , Verdi e liberali stanno formando una coalizione semaforo a Magonza, molto lontana nel governo federale. Scholz il pragmatico fa come Laschet: mette in vetrina la sua esperienza di governo come vice cancelliere ed ex sindaco di Amburgo. Questa è fattore più pesante per entrambi rispetto alla Baerbock .
Le Parisien
10 maggio 1981
l'anniversario di una sinistra in crisi
40 anni fa François Mitterrand veniva eletto presidente della Repubblica. Vittima delle sue divisioni, la sinistra ha perso oggi gra parte del voto popolare ed è in cerca di un leader
L'Express
Da Mitterrand a Macron: alla ricerca della sinistra perduta
crisi ideologica, sociologica, elettorale: a quarant'anni dalla vittoria del 10 maggio 1981, la sinistra fatica a trovare la strada che la conduca al potere.
il 17 maggio 1995, al termine di due mandati di sette anni François Mitterrand attraversa la Senna e, nell'ultima vera dichiarazione pubblica della sua vita, pronuncia alcune parole dalla sede del PS, rue de Solférino: "Il Partito socialista è ora il partito dell'alternanza. Quando i francesi vogliono cambiare politica, è a al partito socialista che si rivolgeranno, e questo è uno dei grandi progressi degli ultimi anni". Quelle parole di 26 anni suonano ormai obsolete, errate, inghiottite. Le elezioni presidenziali, nel 2002, ricordano quelle del 1969 e annunciano quelle del 2017: al secondo turno la sinistra è scomparsa. Tre volte su nove: è molto, e nulla dice che questo cambierà nel 2022. O meglio, tutto sembra dire il contrario, cioè che la gauche continuerà a brillare, ma solo per la sua assenza. Per battere dove il dente duole va notato che la vittoria di François Hollande nel 2012 è stata meno un successo dei socialisti che una sconfitta personale di Nicolas Sarkozy.
Liberation
Gauche, la crisi della quarantina. L'anniversario del 10 maggio 1981 risuona con crudeltà in un campo frantumato tanto dal punto di vista elettorale che ideologico. La conquista del potere è possibile nel 2022? Mitterrand: imbecilli!
A quarant'anni dalla vittoria di François Mitterrand alle elezioni presidenziali, l'attuale sinistra deve ispirarsi alla sua logica di alleanza se vuole trionfare un giorno
L'Opinion
Dupond Moretti. Di fronte all'annunciata debacle alle Regionali nella Hauts de France, il presidente catapulta il suo ministro di giustizia. Il colpo da poker di Macron. Un'operazione che intende contrastare sia la destra del RN sia i repubblicani di Xavier Betrarnd Il capolista LREM a Pas-de-Calais alle Regionali, Eric Dupond-Moretti è venuto a rianimare la campagna di Laurent Pietraszewski in Hauts-de-France. A quest'ultimo è attribuito finora il 10% delle intenzioni di voto, molto indietro rispetto al presidente uscente Xavier Bertrand (destra, 36%), a Sébastien Chenu (RN, 33%) e a Karima Delli (sinistre, 20%) . Peggio ancora, l'elettorato LREM stava fuggendo verso il rivale di destra per l'Eliseo. Ecco l'Hauts-de-France trasformata in una scacchiera per il 2022.
The Washington Post
La politica estera di Biden è lodevolmente priva di illusioni, ma deve mantenere le sue ambizioni
Una caratteristica DEFINITIVA della politica estera del presidente Biden, finora, è il suo implacabile pragmatismo. Ciò è particolarmente evidente rispetto ai suoi recenti predecessori.
George W. Bush prevedeva l'intervento degli Stati Uniti per trasformare il grande Medio Oriente; Il signor Biden sta ritirando le restanti forze statunitensi dall'Afghanistan piuttosto che cercare di preservare il moderato cambiamento politico e sociale che si è effettivamente verificato.
Barack Obama si è posto l'obiettivo di porre fine al conflitto israelo-palestinese entro due anni; Il signor Biden si è fermamente allontanato da quel pantano.
Questo presidente ha una comprensione migliore dei suoi predecessori dei limiti di ciò che gli Stati Uniti possono realizzare all'estero. Finora è andata bene. Il pericolo è che tenderà all'inazione o al ritiro in luoghi dove, come l'Afghanistan, anche un impegno degli Stati Uniti parzialmente efficace è meglio di niente.

La leadership di Starmer in crisi per il rimpasto che rimuove Rayner
Il leader laburista, Keir Starmer ha deciso il rimpasto del governo ombra. Angela Rayner viene rimossa da presidente del partito e coordinatrice delle campagne nazionali e diventa ministro ombra del Gabinetto. Rayner, ragazza madre, a 16 anni ha lasciato la scuola ed è entrata in politica attraverso un ruolo sindacale. Eletta in parlamento nel 2015 nalla Greater Manchester di Ashton-under-Lyne, nel giro di un anno è diventata segretaria ombra all'istruzione con Jeremy Corbyn. Il rimpasto del gabinetto ombra voluto da Starmer ha subito incontrato difficoltà proprio con Rayner, dopo che i piani trapelati per licenziarla da presidente del partito e coordinatrice della campagna nazionale hanno innescato una protesta interna. Qualunque sia la verità, quello che sembra un tentativo di imprimere l'autorità di Starmer sul partito e spostare i titoli lontano dalle sfide del Labour al 'muro rosso' sembra aver sortito l'effetto opposto. Una fonte ha detto al Guardian che il leader laburista è stato avvertito da alti esponenti del partito che avrebbe potuto perdere la maggioranza nel comitato esecutivo nazionale se avesse azzerato la Rayner. Dopo un weekend di trattative, a Rayner viene offerta una promozione nel Governo ombra ma pochi nel gruppo parlamentare laburista credono che Starmer esca dalle ultime 48 ore con la sua leadership rafforzata.

Starmer avvia il rimpasto laburista fra minacce alla leadership
l'ala sinistra del partito avverte il leader opponendosi al ridimensionamento della Rayner. I fedelissimi del predecessore di Starmer, Jeremy Corbyn, accusano Sir Keir di mancare di "abilità politiche fondamentali" e si oppongono ai suoi piani di modernizzazione del partito. Khalid Mahmood, che si è dimesso da ministro ombra della difesa dopo le sconfitte alle elezioni di giovedì, ha detto che il partito ha perso il contatto con la base ed è dominato dai liberal delle grandi città

Starmer sposta l'asse del partito dopo il disastro alle elezioni
Rimpasto nel Governo ombra, incertezza sul ruolo della Rayner per i forti contrasti sulla linea politica del partito dopo i risultati deludenti alle amministrative, dove i laburisti hanno perso 13 comuni, e alle suppletive di Hartlepool. L'ala sinistra del aprtito accusa Starmer di voler trovare un capro espiatorio per la sconfitta anziché assumersene la responsabilità. Jon Trickett, un ex coordinatore della campagna, ha consigliato a Sir Keir di "dare una lunga occhiata allo specchio" e ha aggiunto: "Non credo che dovremmo escludere una sfida alla leadership".

Merkel molto fiduciosa sulle vaccinazioni estive
Posso farcela. Olaf Scholz è designato dal congresso della SPD ufficialmente candidato alla cancelleria federale.
Op: Olaf Scholz, il combattente solitario, di Thomas Schmid
Olaf Scholz ha colto l'occasione che non aveva. A differenza di tutti gli altri candidati alla cancelliera dell'SPD negli ultimi decenni, non è mai entrato nel pathos socialdemocratico e ha dimostrato di avere una forte volontà di plasmare la politica. Che come Cancelliere vuole essere migliore e più deciso di Angela Merkel. A differenza di altri socialdemocratici, ha espressamente e orgogliosamente sottolineato: "Sì, abbiamo co-governato". Allo stesso tempo, tuttavia, ha scaricato tutte l'eredità condivise con l'Unione in un modo credibile. Allo stesso tempo, nel suo intervento, ha preso decisamente le distanze dagli ultimi due tristi presidenti della Spd. Non li ha contraddetti e ha persino adottato alcune delle loro idee tradizionali di sinistra, come il radicale allontanamento dal pareggio di bilancio e la richiesta di ancora più interventismo statale. Ma è riuscito a presentare tutto questo in modo tale che si adattasse alla visione socialdemocratica moderata, di centrosinistra, di Olaf Scholz. Ha disegnato una Germania che "progetta qualcosa", che ama il successo. E' sembrato credibile quando ha detto: "Sono dalla parte delle persone normali". Se Scholz si attiene a questa linea e non verrà sconfessato dal partito come i candidati prima di lui, può riportare la SPD al 20% o anche di più nelle elezioni federali. Ma Scholz è un combattente solitario: ancora una volta un candidato cancelliere della SPD può avere molti cittadini alle spalle, ma non il suo partito che guarda indietro.

Re Olaf e i nani
"Ce la posso fare", ha detto alla fine Olaf Scholz. E questo è il vero messaggio che ha chiuso uno dei suoi discorsi migliori al congresso SPD. Scholz ha parlato di tutto, di clima, digitalizzazione, coronavirus e di una "società del rispetto". Ha paralto con toni nuovi di un antico argomento socialdemocratico: la giustizia sociale. In verità, tuttavia, si tratta di qualcosa di completamente diverso. Nella narrativa di Scholz c'è solo una persona che può salvare il mondo. I Verdi no. Possono essere pieni di buone intenzioni, ma non possono. L'Unione, invece, non ha nemmeno buone intenzioni. No, "dipende dal leader", dice il candidato cancelliere. Nella lunga storia della SPD ci sono stati abbastanza uomini che non hanno sofferto di mancanza di fiducia in se stessi. Ma Willy Brandt, Gerhard Schröder e persino il grande stratega Helmut Schmidt sapevano di dipendere dagli altri. Che avevano bisogno di una squadra di donne e uomini illustri per avere successo. Il team Scholz è composto da una sola persona. Da Scholz. E il partito lo ha accettato per paura. La SPD è ora Scholz e Scholz è la SPD. Accanto a lui esistono solo dei nani. È una strategia pericolosa perché i tedeschi non voteranno per un cancelliere quest'autunno, ma per un partito. Nei sondaggi la SPD è in ritardo al terzo posto, una degna sfida per Superman Olaf.

Scholz promette che la SPD lotterà contro l'Unione
La SPD ora deve seguire il suo candidato pragmatico. Ma la domanda è: può farcela Scholz non a vincere e arrivare alla cancelleria federale ma a salvare la SPD?
In un congresso digitale, in cui solo pochi socialdemocratici sono effettivamente seduti o in piedi davanti alle telecamere nel centro congressi Berlin City Cube, e gli applausi provengono dal nastro, nessuno può sentire l'umore dei quasi 600 delegati collegati. Nessuno può fare le fila in questa domenica pomeriggio, interrogare i compagni e guardare facce imbronciate o entusiaste. Che il tuo candidato alla carica di cancelliere ti tocchi il cuore o ti annoi, non puoi sentirlo, se puoi solo guardare uno schermo. Rispetto, futuro, Europa sono le parole chiave scelte dal candidato Scholz. E' sembrato rivolgersi ai Verdi quando ha detto: c'è "chi crede che i grandi obiettivi da soli bastino per governare il futuro". Il cambiamento climatico è "la questione umana decisiva in questo secolo". Ma le buone intenzioni "non bastano". Il suo avvertimento: "Non credete a chi pensa di poter inventare un mondo completamente nuovo su un prato verde".

Il 96,2% dei delegati votano Schulz candidato SPD alla cancelleria federale
Editoriale: l'ironia della campagna elettorale
Non c'è più traccia delle critiche precedenti, dei dubbi sul fatto che Scholz fosse un vero socialdemocratico. A differenza del passato, questa volta la SPD non sembra vedere il proprio candidato cancelliere come un avversario. L'ironia di questa campagna elettorale sta nel fatto che la CDU sta dando vita a una coalizione nel Baden-Württemberg con il suo principale avversario, i Verdi, che sono stati quasi in grado di dettare l'accordo di coalizione. La confusione in Germania significa anche che allo stesso tempo SPD , Verdi e liberali stanno formando una coalizione semaforo a Magonza, molto lontana nel governo federale. Scholz il pragmatico fa come Laschet: mette in vetrina la sua esperienza di governo come vice cancelliere ed ex sindaco di Amburgo. Questa è fattore più pesante per entrambi rispetto alla Baerbock .

10 maggio 1981
l'anniversario di una sinistra in crisi
40 anni fa François Mitterrand veniva eletto presidente della Repubblica. Vittima delle sue divisioni, la sinistra ha perso oggi gra parte del voto popolare ed è in cerca di un leader

Da Mitterrand a Macron: alla ricerca della sinistra perduta
crisi ideologica, sociologica, elettorale: a quarant'anni dalla vittoria del 10 maggio 1981, la sinistra fatica a trovare la strada che la conduca al potere.
il 17 maggio 1995, al termine di due mandati di sette anni François Mitterrand attraversa la Senna e, nell'ultima vera dichiarazione pubblica della sua vita, pronuncia alcune parole dalla sede del PS, rue de Solférino: "Il Partito socialista è ora il partito dell'alternanza. Quando i francesi vogliono cambiare politica, è a al partito socialista che si rivolgeranno, e questo è uno dei grandi progressi degli ultimi anni". Quelle parole di 26 anni suonano ormai obsolete, errate, inghiottite. Le elezioni presidenziali, nel 2002, ricordano quelle del 1969 e annunciano quelle del 2017: al secondo turno la sinistra è scomparsa. Tre volte su nove: è molto, e nulla dice che questo cambierà nel 2022. O meglio, tutto sembra dire il contrario, cioè che la gauche continuerà a brillare, ma solo per la sua assenza. Per battere dove il dente duole va notato che la vittoria di François Hollande nel 2012 è stata meno un successo dei socialisti che una sconfitta personale di Nicolas Sarkozy.

Gauche, la crisi della quarantina. L'anniversario del 10 maggio 1981 risuona con crudeltà in un campo frantumato tanto dal punto di vista elettorale che ideologico. La conquista del potere è possibile nel 2022? Mitterrand: imbecilli!
A quarant'anni dalla vittoria di François Mitterrand alle elezioni presidenziali, l'attuale sinistra deve ispirarsi alla sua logica di alleanza se vuole trionfare un giorno

Dupond Moretti. Di fronte all'annunciata debacle alle Regionali nella Hauts de France, il presidente catapulta il suo ministro di giustizia. Il colpo da poker di Macron. Un'operazione che intende contrastare sia la destra del RN sia i repubblicani di Xavier Betrarnd Il capolista LREM a Pas-de-Calais alle Regionali, Eric Dupond-Moretti è venuto a rianimare la campagna di Laurent Pietraszewski in Hauts-de-France. A quest'ultimo è attribuito finora il 10% delle intenzioni di voto, molto indietro rispetto al presidente uscente Xavier Bertrand (destra, 36%), a Sébastien Chenu (RN, 33%) e a Karima Delli (sinistre, 20%) . Peggio ancora, l'elettorato LREM stava fuggendo verso il rivale di destra per l'Eliseo. Ecco l'Hauts-de-France trasformata in una scacchiera per il 2022.

La politica estera di Biden è lodevolmente priva di illusioni, ma deve mantenere le sue ambizioni
Una caratteristica DEFINITIVA della politica estera del presidente Biden, finora, è il suo implacabile pragmatismo. Ciò è particolarmente evidente rispetto ai suoi recenti predecessori.
George W. Bush prevedeva l'intervento degli Stati Uniti per trasformare il grande Medio Oriente; Il signor Biden sta ritirando le restanti forze statunitensi dall'Afghanistan piuttosto che cercare di preservare il moderato cambiamento politico e sociale che si è effettivamente verificato.
Barack Obama si è posto l'obiettivo di porre fine al conflitto israelo-palestinese entro due anni; Il signor Biden si è fermamente allontanato da quel pantano.
Questo presidente ha una comprensione migliore dei suoi predecessori dei limiti di ciò che gli Stati Uniti possono realizzare all'estero. Finora è andata bene. Il pericolo è che tenderà all'inazione o al ritiro in luoghi dove, come l'Afghanistan, anche un impegno degli Stati Uniti parzialmente efficace è meglio di niente.