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Nell'ultimo atto politico da presidente in carica, accompagnato dalla grazia concessa a Steve Bannon, l'ideologo della lotta all'establishment dei populismi di destra, Trump sintetizza il carattere divisivo della sua presidenza, esalta le divisioni del Paese e spiega l'ansia europea di lasciarsi alle spalle 4 anni di confronto difficile, a tratti ostile, con la Casa Bianca

Donald Trump non ci sarà. Non sarà presente, oggi al giuramento di Biden, rompendo così una prassi costituzionale rispettata dal 1877. Nell'ultimo atto politico da presidente in carica, accompagnato dalla grazia concessa a Steve Bannon, l'ideologo della lotta all'establishment dei populismi di destra, Trump sintetizza il carattere divisivo della sua presidenza, esalta le divisioni del Paese e spiega l'ansia europea di lasciarsi alle spalle 4 anni di confronto difficile, a tratti ostile, con la Casa Bianca.
La Razon
Trump lascia, il populismo rimane, di Julio Valdeón da New York
Quattro anni di discorsi contro la globalizzazione, di battaglie culturali, discorsi xenofobi, attacchi alla libertà di espressione e di ira faziosa. Quattro anni che in realtà vengono da prima, da movimenti come il Tea Party, e che nel paese che venera la verità dei fatti portano alla Casa Bianca un presidente in grado di dire più di 20.000 bugie durante il mandato mentre insultava i giudici, l'FBI, i pubblici ministeri, i governatori, gli scienziati e i giornalisti. Trump rimarrà come il leader che ha incoraggiato i suoi scagnozzi a fare pressione sui parlamentari e che ha cercato di intimidire il vicepresidente Mike Pence affinché infrangesse la legge. Rimarrà anche come il leader del miracolo economico durante i suoi primi tre anni. Come il politico capace di coniugare la narrativa di una tassazione virtuosa e l'accumulo di un deficit pubblico mai visto prima. In un video di addio, Trump si è vantato di essere "il primo presidente in decenni che non ha iniziato nuove guerre. E' anche il primo presidente però a subire due impeachment
Metro
Almeno, ce lo lasciamo alle spalle
78 giorni dopo aver perso le elezioni, l'uomo che continua a dire di averle vinte lascia finalmente la Casa Bianca
USAToday
Come Donald Trump ha cambiato l'America
Dalle sue prime affermazioni che il Messico stava inviando "stupratori" negli Stati Uniti al suo comizio finale vicino alla Casa Bianca che ha spinto alcuni seguaci a prendere d'assalto Capitol Hill, Trump ha ribaltato il discorso politico in modi che risulterà difficile riparare. I suoi sostenitori hanno apprezzato la sua retorica così distante dal politichese, attingendo all'angoscia che milioni di americani provano per la direzione del paese. Gli oppositori hanno denunciato il fatto che le parole di Trump sembravano progettate per dividere e denigrare piuttosto che per riunire una nazione già sfilacciata. Trump non ha creato le divisioni del Paese sulla verità e sui fatti, ma le ha esacerbate con dichiarazioni sulle elezioni rubate e sulle cospirazioni del cosiddetto deep state. Per milioni di cittadini, ha alimentato una sfiducia a lungo in ebollizione nei confronti delle istituzioni che, dicono gli esperti, potrebbe avere conseguenze e ramificazioni carsiche e corrosive per anni, se non decenni, a venire. Fra le eredità più importanti di Trump, le nomine alla Corte Suprema, tre giudici - Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett che spostano gli equilibri della Corte nella direzione più conservatrice dal 1930, quando la Corte Suprema divenne il baluardo contro il New Deal del Presidente Franklin D. Roosevelt. Ma Trump ha nominato anche 226 giudici federali, un terzo dei giudici d'appello e questo ha rafforzato la declinazione ideologica del sistema giuridico del Paese.
NYPost
In arrivo per l'inaugurazione
Corsa al confine degli honduregni mentre Biden promette più diritto d'asilo e meno deportazioni.
Liberation
Let's Joe
Biden 46esimo presidente degli USA succede oggi a trump ed eredita un Paese diviso, sofferente per Covid, con l'economia in difficoltà.
Le Figaro
Joe Biden, un mandato per riconciliare l'America
Joe Biden sembra avere un piano per tutto, dalla vaccinazione di 100 milioni di americani nei primi 100 giorni alla casa Bianca alla riforma dell'immigrazione. Speriamo che ne abbia uno anche contro l'odio, la diffidenza, le bugie lasciate nel cuore della politica americana.
Tagesspiegel
Hope
Biden vuole cancellare rapidamente gli errori commessi dal suo predecessore Trump e iniziare cose nuove. Nel fine settimana il presidente eletto ha presentato un programma di dieci giorni con il quale vuole combattere "quattro crisi che si sovrappongono e si rafforzano a vicenda": la pandemia, la crisi economica, il cambiamento climatico e la discriminazione contro le minoranze etniche. Dopo quattro anni di "America First", i sofferenti alleati dell'Unione Europea e della NATO sperano in un nuovo tono e in uno slancio multilaterale.
Die Presse
Ripartenza. L'era Trump alla fine, Joe Biden 46esimo presidente degli USA. Ecco cosa cambierà.
FT
Mc Connell condanna Trump per l'assalto di massa a Capitol Hill. Il leader repubblicano in Senato rompe le righe a poche ore dall'insediamento di Joe Biden, mentre Pompeo accusa la Cina di genocidio
NYT
Il senatore Mc Connel per la prima volta ammette: la follia di Capitol Hill è stata alimentata dalle bugie. Trump poche ore prima di lasciare la Casa Bianca concede la grazia a Steve Bannon. McConnell ha fatto le sue osservazioni nel suo ultimo giorno da capogruppo della maggioranza repubblicana in Senato, alla vigilia dell'inaugurazione del presidente eletto Joseph R. Biden e mentre il Senato si stava preparando a ricevere un unico articolo di impeachment dalla Camera, testo che accusa Donald Trump per "incitamento all'insurrezione". Mc Connell in privato ha detto di credere che Trump abbia commesso reati punibili con impeachment, ma ha aggiunto che deve ancora decidere se votare per condannare il presidente, e molti senatori del suo partito ora stanno aspettando un suo segno. Ci vorrebbero 17 repubblicani oltre ai 50 senatori democratici per sentenziare il presidente colpevole, il che consentirebbe al Senato di decidere con ulteriore votazione l'interdizione di Trump da cariche pubbliche in futuro.
Thomas Friedman: Trump, la fine
Signori, siamo appena sopravvissuti a qualcosa di veramente pazzesco, terribile: quattro anni di un presidente senza vergogna, sostenuto da un partito senza spina dorsale, amplificato da internet, una rete senza decenza, ognuno che pompa teorie del complotto senza verità, portate direttamente al nostro cervello da social network senza etica - il tutto riscaldato da una pandemia senza pietà. È incredibile che il nostro intero sistema non sia saltato, perché il paese era davvero diventato come un gigantesco motore portato a ribollire.
Elenco completo dalla A alla Z di tutti gli insulti di Trump su Twitter
Questa lista documenta gli attacchi verbali che il signor Trump ha pubblicato su Twitter, da quando ha dichiarato la sua candidatura nel giugno 2015 all'8 gennaio, quando Twitter lo ha definitivamente oscurato.
WSJ
Trump concede la grazia a Biden
Mentre le morti Covid toccano quota 400mila, Biden e Harris si raccolgono in silenzio a Washington.
Editoriale: malate di Trump
La Presidenza di Donald Trump termina oggi a mezzogiorno, come prevede la Costituzione. Una domanda su cui riflettere è a chi mancherà di più: ai suoi amici o ai suoi nemici? La nostra ipotesi è la seconda. E se ne dubitate, guardatevi la conversazione tra Nancy Pelosi e Hillary Clinton lunedì sul podcast della Clinton "You and Me Both". Sono dipendenti da quell'uomo. "Mi piacerebbe consultare i tabulati telefonici di Trump per vedere se stava parlando con Putin il giorno in cui gli insorti hanno invaso Capitol Hill", ha detto la Clinton. L'ex first lady, che non ha mai accettato i risultati delle elezioni del 2016, è al riparo da ironie? Quando sostiene di aver vinto davvero le elezioni Trump in fondo non sta seguendo il consiglio pre-elettorale che lei stessa aveva dato a Joe Biden, di "non concedere la vittoria in nessuna circostanza".
Editoriale: come governerà il presidente Biden?
Joe Biden inizia la sua presidenza in un momento di profonda divisione politica, ma paradossalmente questo gli offre una rara opportunità. Senza dubbio il suo discorso inaugurale farà eco al tema della sua campagna di unità e guarigione, ma il suo successo dipenderà dalla resistenza al dominio progressivo e divisivo ricercato dalla sinistra del suo partito. Biden è in politica da abbastanza tempo per apprezzare la fortuna che lo ha portato allo Studio Ovale. Il Covid-19 ha accentuato i difetti di leadership di Donald Trump e ha rovinato la forte economia pre-pandemica. Biden non stava andando da nessuna parte alle primarie democratiche finché Bernie Sanders non è emerso come il front-runner e il partito si è rivolto all'ex vicepresidente in preda alla disperazione politica. Ora che entra in carica, i vaccini sono in fase di lancio e l'economia è pronta a salire alle stelle una volta che il flagello Covid si sarà attenuato. Otterrà credito politico per il rimbalzo semplicemente essendo lì mentre si alza la cappa pandemica. A differenza di un repubblicano, Biden avrà alle spalle quasi tutti i media e i protagonisti della cultura americana. La maggioranza degli americani vuole porre fine al furioso rancore degli ultimi anni, e Biden è pronto a trarne vantaggio. Lasciato ai suoi istinti politici, il signor Biden potrebbe essere l'uomo per questo momento. È un liberale moderato con simpatia per la classe lavoratrice, incline a raggiungere il compromesso politico. Ma Biden sale al potere anche con un Partito Democratico i cui progressisti in ascesa hanno altre idee. Il loro obiettivo è usare il governo federale come un ariete per guidare la "trasformazione" economica e culturale. I progressisti alla Camera e al Senato, sollecitati dal complesso dei media democratici e dalla Silicon Valley, vedono la sconfitta di Donald Trump come l'inizio di una nuova era che affermi un nuovo livello di controllo del governo sull'economia e il dominio culturale sulla società americana.
Washington Post
Dana Milbank: Biden offrirà "unità" e guarigione. Ma prima abbiamo bisogno della verità. Non ci può essere unità senza verità. Non ci può essere guarigione senza responsabilità. Il presidente uscente ha istigato un fallito colpo di stato. Per ore, ha rifiutato di richiamare i suoi sostenitori mentre imperversavano per Capitol Hill lasciando a terra cinque morti e costringendo i parlamentari a nascondersi per paura di essere assassinati. Il presidente sconfitto ha fatto tutto questo al servizio di una grande bugia, la più grande delle 30.534 che ha detto come presidente, che la sua vittoria alle elezioni è stata rubata. E una netta maggioranza dei repubblicani al Congresso - 147 di loro - ha votato per ribaltare i risultati di un'elezione libera e corretta, al servizio di quella stessa menzogna. Il paese continuerà la sua discesa nella violenza e il Partito Repubblicano continuerà la sua involuzione autoritaria a meno che i parlamentari repubblicani non si convincano a pronunciare parole, o il loro equivalente: Biden ha vinto, in modo leale e corretto.
Italia: Giuseppe Conte salva il suo governo, ma esce indebolito dalla crisi, di Valérie Segond
Il presidente del Consiglio italiano ha ottenuto la maggioranza che gli ha permesso di restare alla guida del Paese.
La fiducia delle due Camere non ha messo fine al ricatto degli alleati. Per sopravvivere, alla fine avrà scambiato il supporto di un gruppo compatto con un supporto sparso. Non abbastanza per uscirne più forti, né per durare in tempi così difficili. La crisi potrebbe non essere finita.
EL Pais
Conte salva il voto al Senato, ma potrà governare solo in minoranza
Il primo ministro non ottiene la maggioranza assoluta reclutando disertori e deve ora consultarsi con il presidente della Repubblica sulla fattibilità di un esecutivo così fragile.
DANIEL VERDU: La realtà è che quasi nessuno vuole andare alle elezioni. Né l'Esecutivo, né il Quirinale. Né tutti quelli che fanno parte dei partiti che a priori potrebbero vincerli. Molti parlamentari, soprattutto dopo la riduzione dei seggi imposta in entrambe le Camere da questo Esecutivo, non hanno potuto ripetere.
FAZ
Lotta nel fango sul Titanic
DI KAREN KRÜGER
l divario tra le preoccupazioni della politica e quelle dei cittadini non è mai stato così grande. E non è mai stato così difficile analizzare la causa della crisi con mezzi convenzionali. Ogni giorno i media italiani riportano le nuove meschinità che uno dei due combattenti oi loro sostenitori avrebbero fatto sull'altro. Più che mai, le persone vogliono sapere come viene speso il denaro europeo, come possono essere resi produttivi gli investimenti pubblici o come creare nuovi posti di lavoro. Non ottengono alcuna risposta a nulla di tutto ciò. L'happening politico assomiglia invece a una serie di prima serata, la cui felicità risiede nel mistero dei protagonisti e nell'assoluta insensatezza della trama. Quando Conte invoca "la dignità della carica" e Renzi ribatte melodrammaticamente con "patriottismo", quindi per molti italiani questo è solo un motivo di divertimento. Tuttavia, continuano a seguire la copertura dei media come ipnotizzati. L'impotenza provata di fronte alla minaccia globale ha lasciato il posto al fascino per la malvagità nel palazzo del governo e nelle sue stanze sul retro. I cinema e i teatri sono chiusi. Invece, ora c'è uno spettacolo da Roma che viene seguito virtualmente dal vivo mentre la pandemia uccide centinaia di persone ogni giorno, limita le libertà personali, aumenta la paura della povertà e impone decisioni etiche ai medici su chi può essere salvato e chi No.
Dalla Redazione
Nezavisimaya Gazeta
L'ex primo ministro turco Ahmet Davutoğlu, che ora è a capo del Partito del Futuro, all’opposizione, ha previsto che il presidente Recep Tayyip Erdoğan sarà presto emarginato in un altro tentativo di colpo di Stato. La dichiarazione è stata fatta alla televisione turca. Gli esperti ritengono che tali osservazioni potrebbero fare il gioco del governo, soprattutto se verranno annunciate nuove elezioni politiche. "Voglio avvertirvi: il signor Erdogan sarà presto eliminato", ha detto un politico che una volta faceva parte dell'entourage presidenziale. Secondo Davutoğlu, il capo dello Stato in carica è "a un bivio" e potenzialmente elezioni politiche in Turchia potrebbero essere per lui una battuta d'arresto a causa dell'alleanza del Partito della Giustizia e dello Sviluppo (AKP) con il Partito del Movimento Nazionalista (MNP). Inoltre, Davutoğlu ha espresso l'opinione che Erdoğan sia già sotto il controllo di quei membri dell'élite politica e militare che hanno effettuato il "colpo di Stato del 28 febbraio". Si riferisce alle dimissioni del governo guidato dal fondatore dell'"islam politico" Necmettin Erbakan nel 1997 sotto la pressione dell'esercito.
El Universal - Messico
Il presidente eletto degli Stati Uniti, Joe Biden, nominerà Roberta Jacobson, ex ambasciatrice Usa in Messico, come coordinatrice delle frontiere presso il Consiglio di sicurezza nazionale. A dare la notizia è la rivista Foreign Policy.
Roberta Jacobson, già ambasciatrice tra il 2016 e il 2018, svolgerebbe un ruolo chiave nell’attuazione delle riforme che Biden intende applicare al sistema di asilo; sarebbe anche incaricata di gestire le sfide di sicurezza nazionale sui temi in materia, che emergono dal Messico e Centroamerica. Aiuterà inoltre, ha spiegato la rivista, a gestire i rapporti dell’amministrazione statunitense con il Messico e altri paesi centroamericani, che hanno subito l’impatto negativo delle politiche dell’amministrazione di Donald Trump. Jacobson aveva rassegnato le sue dimissioni da ambasciatrice dopo le ripetute divergenze con Trump, di cui aveva criticato le politiche di immigrazione, così come la sua retorica “diffamatoria” verso i messicani.
Juan Gonzalez, consigliere di Biden per l’America Latina, ha elogiato Jacobson su Twitter: ”Rispettata, esperta e capace, in pochi si preoccupano tanto, o hanno lavorato tanto come lei per far progredire al massimo delle sue potenzialità il rapporto Stati Uniti-Messico. Non c’è nessuno migliore per affrontare questo compito impegnativo".

Trump lascia, il populismo rimane, di Julio Valdeón da New York
Quattro anni di discorsi contro la globalizzazione, di battaglie culturali, discorsi xenofobi, attacchi alla libertà di espressione e di ira faziosa. Quattro anni che in realtà vengono da prima, da movimenti come il Tea Party, e che nel paese che venera la verità dei fatti portano alla Casa Bianca un presidente in grado di dire più di 20.000 bugie durante il mandato mentre insultava i giudici, l'FBI, i pubblici ministeri, i governatori, gli scienziati e i giornalisti. Trump rimarrà come il leader che ha incoraggiato i suoi scagnozzi a fare pressione sui parlamentari e che ha cercato di intimidire il vicepresidente Mike Pence affinché infrangesse la legge. Rimarrà anche come il leader del miracolo economico durante i suoi primi tre anni. Come il politico capace di coniugare la narrativa di una tassazione virtuosa e l'accumulo di un deficit pubblico mai visto prima. In un video di addio, Trump si è vantato di essere "il primo presidente in decenni che non ha iniziato nuove guerre. E' anche il primo presidente però a subire due impeachment

Almeno, ce lo lasciamo alle spalle
78 giorni dopo aver perso le elezioni, l'uomo che continua a dire di averle vinte lascia finalmente la Casa Bianca

Come Donald Trump ha cambiato l'America
Dalle sue prime affermazioni che il Messico stava inviando "stupratori" negli Stati Uniti al suo comizio finale vicino alla Casa Bianca che ha spinto alcuni seguaci a prendere d'assalto Capitol Hill, Trump ha ribaltato il discorso politico in modi che risulterà difficile riparare. I suoi sostenitori hanno apprezzato la sua retorica così distante dal politichese, attingendo all'angoscia che milioni di americani provano per la direzione del paese. Gli oppositori hanno denunciato il fatto che le parole di Trump sembravano progettate per dividere e denigrare piuttosto che per riunire una nazione già sfilacciata. Trump non ha creato le divisioni del Paese sulla verità e sui fatti, ma le ha esacerbate con dichiarazioni sulle elezioni rubate e sulle cospirazioni del cosiddetto deep state. Per milioni di cittadini, ha alimentato una sfiducia a lungo in ebollizione nei confronti delle istituzioni che, dicono gli esperti, potrebbe avere conseguenze e ramificazioni carsiche e corrosive per anni, se non decenni, a venire. Fra le eredità più importanti di Trump, le nomine alla Corte Suprema, tre giudici - Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett che spostano gli equilibri della Corte nella direzione più conservatrice dal 1930, quando la Corte Suprema divenne il baluardo contro il New Deal del Presidente Franklin D. Roosevelt. Ma Trump ha nominato anche 226 giudici federali, un terzo dei giudici d'appello e questo ha rafforzato la declinazione ideologica del sistema giuridico del Paese.

In arrivo per l'inaugurazione
Corsa al confine degli honduregni mentre Biden promette più diritto d'asilo e meno deportazioni.

Let's Joe
Biden 46esimo presidente degli USA succede oggi a trump ed eredita un Paese diviso, sofferente per Covid, con l'economia in difficoltà.

Joe Biden, un mandato per riconciliare l'America
Joe Biden sembra avere un piano per tutto, dalla vaccinazione di 100 milioni di americani nei primi 100 giorni alla casa Bianca alla riforma dell'immigrazione. Speriamo che ne abbia uno anche contro l'odio, la diffidenza, le bugie lasciate nel cuore della politica americana.

Hope
Biden vuole cancellare rapidamente gli errori commessi dal suo predecessore Trump e iniziare cose nuove. Nel fine settimana il presidente eletto ha presentato un programma di dieci giorni con il quale vuole combattere "quattro crisi che si sovrappongono e si rafforzano a vicenda": la pandemia, la crisi economica, il cambiamento climatico e la discriminazione contro le minoranze etniche. Dopo quattro anni di "America First", i sofferenti alleati dell'Unione Europea e della NATO sperano in un nuovo tono e in uno slancio multilaterale.

Ripartenza. L'era Trump alla fine, Joe Biden 46esimo presidente degli USA. Ecco cosa cambierà.

Mc Connell condanna Trump per l'assalto di massa a Capitol Hill. Il leader repubblicano in Senato rompe le righe a poche ore dall'insediamento di Joe Biden, mentre Pompeo accusa la Cina di genocidio

Il senatore Mc Connel per la prima volta ammette: la follia di Capitol Hill è stata alimentata dalle bugie. Trump poche ore prima di lasciare la Casa Bianca concede la grazia a Steve Bannon. McConnell ha fatto le sue osservazioni nel suo ultimo giorno da capogruppo della maggioranza repubblicana in Senato, alla vigilia dell'inaugurazione del presidente eletto Joseph R. Biden e mentre il Senato si stava preparando a ricevere un unico articolo di impeachment dalla Camera, testo che accusa Donald Trump per "incitamento all'insurrezione". Mc Connell in privato ha detto di credere che Trump abbia commesso reati punibili con impeachment, ma ha aggiunto che deve ancora decidere se votare per condannare il presidente, e molti senatori del suo partito ora stanno aspettando un suo segno. Ci vorrebbero 17 repubblicani oltre ai 50 senatori democratici per sentenziare il presidente colpevole, il che consentirebbe al Senato di decidere con ulteriore votazione l'interdizione di Trump da cariche pubbliche in futuro.
Thomas Friedman: Trump, la fine
Signori, siamo appena sopravvissuti a qualcosa di veramente pazzesco, terribile: quattro anni di un presidente senza vergogna, sostenuto da un partito senza spina dorsale, amplificato da internet, una rete senza decenza, ognuno che pompa teorie del complotto senza verità, portate direttamente al nostro cervello da social network senza etica - il tutto riscaldato da una pandemia senza pietà. È incredibile che il nostro intero sistema non sia saltato, perché il paese era davvero diventato come un gigantesco motore portato a ribollire.
Elenco completo dalla A alla Z di tutti gli insulti di Trump su Twitter
Questa lista documenta gli attacchi verbali che il signor Trump ha pubblicato su Twitter, da quando ha dichiarato la sua candidatura nel giugno 2015 all'8 gennaio, quando Twitter lo ha definitivamente oscurato.

Trump concede la grazia a Biden
Mentre le morti Covid toccano quota 400mila, Biden e Harris si raccolgono in silenzio a Washington.
Editoriale: malate di Trump
La Presidenza di Donald Trump termina oggi a mezzogiorno, come prevede la Costituzione. Una domanda su cui riflettere è a chi mancherà di più: ai suoi amici o ai suoi nemici? La nostra ipotesi è la seconda. E se ne dubitate, guardatevi la conversazione tra Nancy Pelosi e Hillary Clinton lunedì sul podcast della Clinton "You and Me Both". Sono dipendenti da quell'uomo. "Mi piacerebbe consultare i tabulati telefonici di Trump per vedere se stava parlando con Putin il giorno in cui gli insorti hanno invaso Capitol Hill", ha detto la Clinton. L'ex first lady, che non ha mai accettato i risultati delle elezioni del 2016, è al riparo da ironie? Quando sostiene di aver vinto davvero le elezioni Trump in fondo non sta seguendo il consiglio pre-elettorale che lei stessa aveva dato a Joe Biden, di "non concedere la vittoria in nessuna circostanza".
Editoriale: come governerà il presidente Biden?
Joe Biden inizia la sua presidenza in un momento di profonda divisione politica, ma paradossalmente questo gli offre una rara opportunità. Senza dubbio il suo discorso inaugurale farà eco al tema della sua campagna di unità e guarigione, ma il suo successo dipenderà dalla resistenza al dominio progressivo e divisivo ricercato dalla sinistra del suo partito. Biden è in politica da abbastanza tempo per apprezzare la fortuna che lo ha portato allo Studio Ovale. Il Covid-19 ha accentuato i difetti di leadership di Donald Trump e ha rovinato la forte economia pre-pandemica. Biden non stava andando da nessuna parte alle primarie democratiche finché Bernie Sanders non è emerso come il front-runner e il partito si è rivolto all'ex vicepresidente in preda alla disperazione politica. Ora che entra in carica, i vaccini sono in fase di lancio e l'economia è pronta a salire alle stelle una volta che il flagello Covid si sarà attenuato. Otterrà credito politico per il rimbalzo semplicemente essendo lì mentre si alza la cappa pandemica. A differenza di un repubblicano, Biden avrà alle spalle quasi tutti i media e i protagonisti della cultura americana. La maggioranza degli americani vuole porre fine al furioso rancore degli ultimi anni, e Biden è pronto a trarne vantaggio. Lasciato ai suoi istinti politici, il signor Biden potrebbe essere l'uomo per questo momento. È un liberale moderato con simpatia per la classe lavoratrice, incline a raggiungere il compromesso politico. Ma Biden sale al potere anche con un Partito Democratico i cui progressisti in ascesa hanno altre idee. Il loro obiettivo è usare il governo federale come un ariete per guidare la "trasformazione" economica e culturale. I progressisti alla Camera e al Senato, sollecitati dal complesso dei media democratici e dalla Silicon Valley, vedono la sconfitta di Donald Trump come l'inizio di una nuova era che affermi un nuovo livello di controllo del governo sull'economia e il dominio culturale sulla società americana.

Dana Milbank: Biden offrirà "unità" e guarigione. Ma prima abbiamo bisogno della verità. Non ci può essere unità senza verità. Non ci può essere guarigione senza responsabilità. Il presidente uscente ha istigato un fallito colpo di stato. Per ore, ha rifiutato di richiamare i suoi sostenitori mentre imperversavano per Capitol Hill lasciando a terra cinque morti e costringendo i parlamentari a nascondersi per paura di essere assassinati. Il presidente sconfitto ha fatto tutto questo al servizio di una grande bugia, la più grande delle 30.534 che ha detto come presidente, che la sua vittoria alle elezioni è stata rubata. E una netta maggioranza dei repubblicani al Congresso - 147 di loro - ha votato per ribaltare i risultati di un'elezione libera e corretta, al servizio di quella stessa menzogna. Il paese continuerà la sua discesa nella violenza e il Partito Repubblicano continuerà la sua involuzione autoritaria a meno che i parlamentari repubblicani non si convincano a pronunciare parole, o il loro equivalente: Biden ha vinto, in modo leale e corretto.
Italia: Giuseppe Conte salva il suo governo, ma esce indebolito dalla crisi, di Valérie Segond
Il presidente del Consiglio italiano ha ottenuto la maggioranza che gli ha permesso di restare alla guida del Paese.
La fiducia delle due Camere non ha messo fine al ricatto degli alleati. Per sopravvivere, alla fine avrà scambiato il supporto di un gruppo compatto con un supporto sparso. Non abbastanza per uscirne più forti, né per durare in tempi così difficili. La crisi potrebbe non essere finita.

Conte salva il voto al Senato, ma potrà governare solo in minoranza
Il primo ministro non ottiene la maggioranza assoluta reclutando disertori e deve ora consultarsi con il presidente della Repubblica sulla fattibilità di un esecutivo così fragile.
DANIEL VERDU: La realtà è che quasi nessuno vuole andare alle elezioni. Né l'Esecutivo, né il Quirinale. Né tutti quelli che fanno parte dei partiti che a priori potrebbero vincerli. Molti parlamentari, soprattutto dopo la riduzione dei seggi imposta in entrambe le Camere da questo Esecutivo, non hanno potuto ripetere.

Lotta nel fango sul Titanic
DI KAREN KRÜGER
l divario tra le preoccupazioni della politica e quelle dei cittadini non è mai stato così grande. E non è mai stato così difficile analizzare la causa della crisi con mezzi convenzionali. Ogni giorno i media italiani riportano le nuove meschinità che uno dei due combattenti oi loro sostenitori avrebbero fatto sull'altro. Più che mai, le persone vogliono sapere come viene speso il denaro europeo, come possono essere resi produttivi gli investimenti pubblici o come creare nuovi posti di lavoro. Non ottengono alcuna risposta a nulla di tutto ciò. L'happening politico assomiglia invece a una serie di prima serata, la cui felicità risiede nel mistero dei protagonisti e nell'assoluta insensatezza della trama. Quando Conte invoca "la dignità della carica" e Renzi ribatte melodrammaticamente con "patriottismo", quindi per molti italiani questo è solo un motivo di divertimento. Tuttavia, continuano a seguire la copertura dei media come ipnotizzati. L'impotenza provata di fronte alla minaccia globale ha lasciato il posto al fascino per la malvagità nel palazzo del governo e nelle sue stanze sul retro. I cinema e i teatri sono chiusi. Invece, ora c'è uno spettacolo da Roma che viene seguito virtualmente dal vivo mentre la pandemia uccide centinaia di persone ogni giorno, limita le libertà personali, aumenta la paura della povertà e impone decisioni etiche ai medici su chi può essere salvato e chi No.
Dalla Redazione

L'ex primo ministro turco Ahmet Davutoğlu, che ora è a capo del Partito del Futuro, all’opposizione, ha previsto che il presidente Recep Tayyip Erdoğan sarà presto emarginato in un altro tentativo di colpo di Stato. La dichiarazione è stata fatta alla televisione turca. Gli esperti ritengono che tali osservazioni potrebbero fare il gioco del governo, soprattutto se verranno annunciate nuove elezioni politiche. "Voglio avvertirvi: il signor Erdogan sarà presto eliminato", ha detto un politico che una volta faceva parte dell'entourage presidenziale. Secondo Davutoğlu, il capo dello Stato in carica è "a un bivio" e potenzialmente elezioni politiche in Turchia potrebbero essere per lui una battuta d'arresto a causa dell'alleanza del Partito della Giustizia e dello Sviluppo (AKP) con il Partito del Movimento Nazionalista (MNP). Inoltre, Davutoğlu ha espresso l'opinione che Erdoğan sia già sotto il controllo di quei membri dell'élite politica e militare che hanno effettuato il "colpo di Stato del 28 febbraio". Si riferisce alle dimissioni del governo guidato dal fondatore dell'"islam politico" Necmettin Erbakan nel 1997 sotto la pressione dell'esercito.

Il presidente eletto degli Stati Uniti, Joe Biden, nominerà Roberta Jacobson, ex ambasciatrice Usa in Messico, come coordinatrice delle frontiere presso il Consiglio di sicurezza nazionale. A dare la notizia è la rivista Foreign Policy.
Roberta Jacobson, già ambasciatrice tra il 2016 e il 2018, svolgerebbe un ruolo chiave nell’attuazione delle riforme che Biden intende applicare al sistema di asilo; sarebbe anche incaricata di gestire le sfide di sicurezza nazionale sui temi in materia, che emergono dal Messico e Centroamerica. Aiuterà inoltre, ha spiegato la rivista, a gestire i rapporti dell’amministrazione statunitense con il Messico e altri paesi centroamericani, che hanno subito l’impatto negativo delle politiche dell’amministrazione di Donald Trump. Jacobson aveva rassegnato le sue dimissioni da ambasciatrice dopo le ripetute divergenze con Trump, di cui aveva criticato le politiche di immigrazione, così come la sua retorica “diffamatoria” verso i messicani.
Juan Gonzalez, consigliere di Biden per l’America Latina, ha elogiato Jacobson su Twitter: ”Rispettata, esperta e capace, in pochi si preoccupano tanto, o hanno lavorato tanto come lei per far progredire al massimo delle sue potenzialità il rapporto Stati Uniti-Messico. Non c’è nessuno migliore per affrontare questo compito impegnativo".