MONDO
Le notizie dal mondo

Dalla redazione
attenzione alla disponibilità di vaccini nei Paesi più poveri, avverte Macron sul FT, perché la carenza di forniture potrebbe essere risolta da grandi potenze tutt'alltro che disinteressate. In Texas, dopo il gelo e il buio nelle case, problemi di approvigionamento acqua.
Ma un altro tema oggi guadagna le prime pagine, quello fra social media. informazione e democrazie
Die Welt
Facebook cerca il confronto: bloccati i link a siti e contenuti di notizie
Facebook ha bloccato l'accesso alle notizie dei giornali in Australia perché non gradisce una legge sui media. Il caso mostra che dove sorgono i monopoli, l'abuso di potere e l'arroganza non sono così lontani. La politica deve finalmente reagire, perché , scrive Ulf Poschardt, il monopolio di Facebook sta mettendo in pericolo la nostra società aperta
Quanto accaduto in Australia mostra che i giganti hi tech non hanno alcun rispetto per i processi decisionali democraticamente legittimati. Li minacciano anzi in modo palese: se i politici non seguono le nostre linee guida, mostreremo chi comanda qui. Il monopolio dei dati fa sì che Google e Facebook si siano rifiutati per anni di pagare gli autori delle notizie, a parte noccioline, per l'utilizzo di contenuti di terze parti.
Negli Stati Uniti, Twitter ha bandito l'allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump dalla App, il che si può capire alla luce dei tweet più che controversi postati, ma così facendo che ha anche chiarito quanto potere politico si concentra nelle mani di queste piattaforme senza controllo pubblico democratico. Lo sviluppo conosce solo una direzione: i monopolisti stanno diventando più potenti e la politica li accompagna tollerante, sbalordita, impotente. In Europa, però, la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen , sono competenti e sensibili al problema. Spetta a loro mettere il capitalismo della sorveglianza al suo posto. C'è molto da fare, ora. Nessuna società aperta sopravvive senza media indipendenti.
Herald Sun
l'anti social network. Facebook minaccia gli australiani con una rappresaglia bloccando contenuti di pubblica utilità su salute, beneficienza, assistenza, emergenza e pagine di informazione sulla pandemia, sugli ospedali, su centri di ricerca sui tumori, perfino i link alle informazioni meteo nazionali
Metro
#cancella facebook, dilaga la campagna globale per spingere gli utenti a lasciare il social network
The Guardian
Facebook sotto tiro nel mondo per la reazione in Australia. La piattaforma social accusata di bullizzare una democrazia e decisioni liberamente prese dal suo governo bloccando i contenuti di informazione
The Australian
Nessun like per questo network asociale. La ritorsione alla legge sui media si trasforma in un boomerang planetario per Mark Zuckerberg
Dominion Post (NZ)
Niente minacce qui
Il ministro delle comunicazioni Kris Faafoi ha lanciato un avvertimento a Facebook dopo la sua mossa di vietare agli editori australiani di pubblicare o condividere link sulla sua piattaforma: " Qui siamo in Nuova Zelanda e non in Australia, non saremmo impressionati se questo accadesse qui in Nuova Zelanda'', ha detto Faafoi. Ma ha aggiunto il confronto con Facebook in Nuova Zelanda è su basi più costruttive.
Geelong Ad (Australia)
Facebook non è un servizio essenziale
JENNIFER DUDLEY, direttore di News Corp Australia
Se avevate bisogno di un memo sul fatto che Facebook non è un servizio pubblico essenziale, non è veramente libero e non è un vostro amico o partner commerciale, eccovi serviti. Facebook è una società americana da mille miliardi di dollari di capitalizzazione che spesso può fare come meglio crede per realizzare un profitto. Negli ultimi sei mesi, Facebook ha detto chiaro che non considera le "notizie" preziose o redditizie per l'azienda. Ieri Facebook ha detto chiaro che non considera neppure i suoi utenti australiani preziosi. Mentre l'autorità della concorrenza australiana ha sostenuto che Google e Facebook sono diventate così dominanti che i media tradizionali non hanno altra scelta che condividere contenuti su quelle piattaforme, Facebook sostiene che stanno essenzialmente facendo un favore agli editori condividendo il loro lavoro e vendendo annunci basati sul coinvolgimento degli utenti generato da qui contenuti. "Per Facebook, il guadagno dal business delle notizie è minimo", hanno detto. "Le notizie costituiscono meno del 4% dei contenuti che le persone vedono nel loro Newsfeed". Ma Facebook sembra aver bloccato molto più del 4% dei suoi contenuti in Australia ora. Lo studio Notizie digitali 2020 dell'Università di Canberra ha rilevato che il 39% degli australiani usa Facebook per tenersi al passo con le notizie "generali" e il 49% lo usa per aggiornamenti sulla pandemia COVID-19.
The Scotsman
Il bando di Facebook a contenuti e link a notizie degli editori in Australia dimostra fino a che punto Facebook è disposta a spingersi per proteggere i propri profitti a scapito del confronto democratico.
Non sbagliatevi, questa è un'esibizione di potere sconsiderata che smentisce l'impegno di Facebook per il giornalismo di interesse pubblico e le comunità che pretende di servire. Non c'è stato alcun preavviso prima della decisione dell'azienda. Ha semplicemente chiuso un ecosistema di notizie da cui milioni di persone sono diventate dipendenti. La gravità dell'attacco preventivo di Facebook a boicottare l'annunciato disegno di legge australiano sui media sottolinea come questo testo rappresenti la sfida più grande fino ad ora per la quota sostanziale di Big Tech della torta di pubblicità digitale.
NDTV
David Fickling, Bloomberg: Google e Facebook perdono una battaglia per vincere una guerra
Quando i cercatori di petrolio fecero quella che fu la più grande scoperta petrolifera della storia al pozzo Spindletop in Texas nel 1901, il principale monopolista mondiale del petrolio era assente dalla scena. La Standard Oil, un decennio prima dall'essere spacchettata da una causa antitrust, si era accontentata di sedersi al tavolo e lasciare che giocassero la partita piccoli rivali locali. A John Rockefeller non importava molto chi produceva il petrolio, a patto che lui il controllo nel convogliarlo, raffinarlo e distribuirlo.
Google è in una posizione un po' diversa. Concedendo qualcosa agli editori, ex rivali nel settore della pubblicità online, spera di tenere le mani su una torta molto più ricca: il controllo e la distribuzione delle informazioni online in tutto il mondo. Il fulcro di ciò che l'autorità antitrust dell'Australia aveva chiesto a Google e Facebook era un livellamento del campo di gioco. Google e Facebook non sono solo concorrenti nel business delle notizie sul mercato della pubblicità digitale. Sono anche distributori fondamentali che dirigono gran parte del traffico dati su cui si basano i ricavi pubblicitari degli editori.
Sacrificando una pedina degli scacchi in Texas, la Standard Oil è stata in grado di mantenere il suo monopolio nell'industria petrolifera che contava davvero per un decennio. Rinunciando alla lotta per le notizie australiane, Google e Facebook sono in grado di concentrare i loro sforzi sul mantenimento delle loro posizioni monopolistiche in mercati molto più ampi di dati di tutti coloro che utilizzano il web.
Alla fine, ci volle la Corte Suprema per rompere l'impero di John D. Rockefeller.
Le piattaforme digitali sperano di poter evitare un destino simile.
NYT
Texas, terra di vento e di bugie, di Paul Krugman
I politici repubblicani e i media di destra, non contenti di dare la colpa all'ordinario, si sono invece coalizzati attorno a una menzogna dannosa: l'affermazione che l'energia eolica e solare hanno causato il collasso della rete elettrica del Texas e che gli ambientalisti radicali sono in qualche modo responsabili del fatto che milioni di persone stanno congelando nell'oscurità, anche se i repubblicani conservatori hanno governato lo stato per una generazione. Questa è negare la realtà, non solo per sfuggire alla responsabilità, ma per demonizzare i propri avversari. Ed è un altro indicatore del collasso morale e intellettuale del conservatorismo americano. La storia di fondo di ciò che è accaduto in Texas è abbastanza chiara. Come molti stati, il Texas ha un mercato dell'elettricità parzialmente deregolamentato, ma la deregolamentazione è andata più in là che altrove. In particolare, a differenza di altri stati, il Texas ha scelto di non fornire alle compagnie elettriche incentivi per installare capacità di riserva per far fronte a possibili emergenze. Ciò ha reso l'energia più economica in tempi normali, ma ha lasciato il sistema vulnerabile quando le cose andavano male. Attaccare l'energia eolica è un modo sia per i funzionari eletti che per gli ideologi del libero mercato di eludere la responsabilità di una deregolamentazione mal riuscita; è un modo per compiacere gli interessi dei combustibili fossili, che danno la maggior parte dei loro contributi politici ai repubblicani; e poiché i progressisti tendono a favorire l'energia rinnovabile, è un modo per combattere i liberal. E tutto combacia con la negazione del cambiamento climatico.
Washington Post
La difficile situazione del Texas deriva da una decisione presa dai legislatori statali circa 20 anni fa di abbandonare il modello tradizionale di società elettriche completamente regolamentate. La deregulation è stata portata avanti dai Repubblicani sbandierando vantaggi immediati per i consumatori in bollette meno care
Tweet Democratici del Texas
Quando i texani muoiono di freddo e tu sei su un volo per Cancun
Ted Cruz travolto dalle polemiche per la vacanza al caldo con la famiglia, dilaga l'hashta dimettiti subito
Houston Chronicle
Freddo mai sentito
La Croix
Draghi per la rinascita italiana
Il nuovo capo di governo italiano si è dato come obiettivo ricostruire l'economia del paese, che avrà 210 miliardi di aiuti euriopei
The Economist
Mario Draghi dà all'Italia un'altra possibilità
la sua nomina a primo ministro è una buona notizia per l'Italia e per l'Europa, perché l'economia italiana è grande abbastanza, in caso di crisi irreversibile, da rompere la costruzione europea.
The Economist
Il futuro migliore dell'America: niente carbone e nessun blackout
FT
Macron chiede forniture urgenti di vaccini ai Paesi più poveri
intervista al presidente francese
Il presidente francese Emmanuel Macron dice che l'Europa e gli Stati Uniti dovrebbero urgentemente destinare fino al 5% delle loro attuali forniture di vaccini ai paesi in via di sviluppo dove le campagne di vaccinazione Covid-19 sono appena iniziate e la Cina e la Russia si stanno offrendo di colmare il vuoto.
In un'intervista con il Financial Times in collegamento video dal Palazzo dell'Eliseo, Macron ha detto che le nazioni africane stavano a volte comprando vaccini occidentali come quelli prodotti da Astra-Zeneca a "prezzi astronomici" - due o tre volte il prezzo pagato dall'UE - e gli venivano offerti vaccini cinesi e russi di incerta efficacia contro nuove varianti del virus.
L'Eliseo ha detto che il prezzo era evidentemente un problema di vendita da parte degli intermediari, e potrebbe anche interessare i vaccini di altre aziende farmaceutiche.
"Stiamo permettendo che prenda piede l'idea che centinaia di milioni di vaccini siano dati nei paesi ricchi e che non si inizi nei paesi poveri", ha detto Macron prima di una riunione del G7 dei leader delle più grandi economie del mondo convocata da Boris Johnson, il primo ministro britannico.
"È un'accelerazione senza precedenti della disuguaglianza globale ed è anche politicamente insostenibile perché sta aprendo la strada a una guerra di influenza sui vaccini", ha detto. "Si può vedere la strategia cinese e anche quella russa".
El Espectador (Colombia)
Dagli Stati Uniti fino all'Argentina: come procede la vaccinazione contro il coronavirus nel continente americano? L’Organizzazione Panamericana e Caraibi (OPS) ha dichiarato che sono circa 63 milioni le persone vaccinate negli ultimi due mesi. La scorsa settimana il numero dei decessi e dei contagiati nella regione è diminuito del 10%. Secondo il funzionario, Carissa Etienne, la maggior parte dei vaccinati proviene dai paesi del nord. Gli Stati Uniti, paese più colpito al mondo dalla pandemia, con 27,8 milioni di casi e quasi 500.000 morti, ha raddoppiato il dato sulle vaccinazioni giornaliere, arrivando a 1,7 milioni di dosi. Circa 40 milioni di americani (il 12% della popolazione totale) hanno ricevuto la prima dose, e circa 15 milioni hanno si sono sottoposti al richiamo. In Messico, paese che nelle ultime ore ha superato i 175mila morti, gli anziani di Cuicatlán, piccola cittadina della Sierra Mazateca di Oaxaca, hanno ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca. Secondo i dati ufficiali più recenti, sono stati somministrati 915.383 vaccini, ma solo 86.198 persone hanno ricevuto le due dosi necessarie per ottenere l'immunità. La direttrice dell’OPS ha stimato che nelle Americhe dovrebbero essere vaccinate più di 700milioni di persone garantendo almeno una copertura del 70%. Nei Caraibi, le isole più grandi e popolate come la Repubblica Dominicana, continuano a registrare nuove infezioni, così come in altre isole minori come Aruba, Barbados, Santa Lucia e Saint Vincent e Grenadine. In Centro America un primo lotto di 20.000 vaccini contro il covid-19 acquistati da El Salvador è arrivato questa settimana all'aeroporto internazionale Óscar Arnulfo Romero. La vaccinazione è inizia a livello nazionale lo stesso giorno. Panama ha ricevuto un secondo lotto di vaccino Pfizer, circa 67.860 dosi, che è stato distribuito in questi giorni per continuare con il piano di immunizzazione di quattro fasi, iniziato nel mese di gennaio scorso. La tendenza al ribasso si estende a tutti i Paesi centroamericani, ad eccezione dell'Honduras, che finora, dall’inizio dell’anno, ha registrato un aumento costante del numero di contagi.
Sebbene persistano "focolai acuti" vicino al confine tra Perù, Colombia e Brasile, tuttavia la maggior parte dei paesi del Sud America ha riportato una diminuzione di casi. Nel processo di immunizzazione la Colombia, tramite Verónica Machado, capo degli infermieri dell'ICU dell'Hospital Universitario de Sincelejo, capitale del dipartimento caraibico di Sucre, ha ricevuto la prima dose e, con la sua vaccinazione, il Paese ha lanciato un piano con il quale spera di immunizzare nel giro di un anno 35,2 milioni di persone. Il presidente venezuelano, Nicolás Maduro, ha detto che questa settimana inizierà l'immunizzazione del personale sanitario, dopo l'arrivo sabato scorso delle prime 100.000 dosi del vaccino russo Sputnik V. In Argentina, dove le scuole hanno riaperto i cancelli, alle dosi già ricevute dallo Sputnik V russo si aggiunge il primo lotto del vaccino Covishield, prodotto in India. Si inizia così a vaccinare gli over 70, dopo un mese e mezzo in cui gli sforzi si sono concentrati sull'inoculazione del personale sanitario. In Paraguay, il presidente Mario Abdo Benítez ha ringraziato il suo omologo russo, Vladimir Putin, per la decisione di inviare Sputnik V. Il Brasile ha registrato 56.766 nuovi casi di covid-19 e accumula 9.978.747 infezioni; l'Istituto Butantan ha avviato l'immunizzazione dell'intera popolazione adulta della piccola città di Serrana, nell'entroterra di San Paolo, nell'ambito di uno studio inedito che cerca di analizzare le capacità del vaccino Coronavac. La mancanza di vaccini contro il Covid nel gigante sudamericano ha costretto 6 capoluoghi di regione a sospendere l'immunizzazione dei suoi abitanti, tra cui Rio de Janeiro, che ha interrotto il processo questo mercoledì, in un momento in cui la pandemia ha raggiunto il picco della seconda ondata. Infine l'Uruguay "sta finalmente assistendo a un calo del numero di casi dopo un inizio anno difficile".
Novaya Gazeta
Indesiderata
L'indagine e il processo a carico di Anastasia Shevchenko, membro del movimento della rete Open Russia a Rostov, si sono conclusi. La donna e tutta la sua famiglia hanno passato più di due anni agli arresti domiciliari. Sin dall'inizio, ad Anastasia è proibito di comunicare con chiunque tranne che con gli ufficiali dell’Amministrazione penitenziaria, investigatori, i suoi figli, sua madre e la sua padrona di casa. Perciò, fuori dall'edificio abbracciava sempre qualcuno in silenzio, faceva solo un cenno con la testa a qualcuno, ringraziava sempre, ma cercava di scambiare brevi frasi sotto gli sguardi nervosi degli avvocati e dell'ufficiale dell’Amministrazione penitenziaria che li accompagnava. Gli arresti domiciliari erano motivati con la necessità del suo isolamento perché rappresentava una “minaccia per l’ordine costituzionale e il sistema difensivo del paese”. Il pubblico ministero ha chiesto 5 anni di reclusione. Alla fine è stata condannata a 4 anni con la sospensione condizionale della pena.
attenzione alla disponibilità di vaccini nei Paesi più poveri, avverte Macron sul FT, perché la carenza di forniture potrebbe essere risolta da grandi potenze tutt'alltro che disinteressate. In Texas, dopo il gelo e il buio nelle case, problemi di approvigionamento acqua.
Ma un altro tema oggi guadagna le prime pagine, quello fra social media. informazione e democrazie

Facebook cerca il confronto: bloccati i link a siti e contenuti di notizie
Facebook ha bloccato l'accesso alle notizie dei giornali in Australia perché non gradisce una legge sui media. Il caso mostra che dove sorgono i monopoli, l'abuso di potere e l'arroganza non sono così lontani. La politica deve finalmente reagire, perché , scrive Ulf Poschardt, il monopolio di Facebook sta mettendo in pericolo la nostra società aperta
Quanto accaduto in Australia mostra che i giganti hi tech non hanno alcun rispetto per i processi decisionali democraticamente legittimati. Li minacciano anzi in modo palese: se i politici non seguono le nostre linee guida, mostreremo chi comanda qui. Il monopolio dei dati fa sì che Google e Facebook si siano rifiutati per anni di pagare gli autori delle notizie, a parte noccioline, per l'utilizzo di contenuti di terze parti.
Negli Stati Uniti, Twitter ha bandito l'allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump dalla App, il che si può capire alla luce dei tweet più che controversi postati, ma così facendo che ha anche chiarito quanto potere politico si concentra nelle mani di queste piattaforme senza controllo pubblico democratico. Lo sviluppo conosce solo una direzione: i monopolisti stanno diventando più potenti e la politica li accompagna tollerante, sbalordita, impotente. In Europa, però, la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen , sono competenti e sensibili al problema. Spetta a loro mettere il capitalismo della sorveglianza al suo posto. C'è molto da fare, ora. Nessuna società aperta sopravvive senza media indipendenti.

l'anti social network. Facebook minaccia gli australiani con una rappresaglia bloccando contenuti di pubblica utilità su salute, beneficienza, assistenza, emergenza e pagine di informazione sulla pandemia, sugli ospedali, su centri di ricerca sui tumori, perfino i link alle informazioni meteo nazionali

#cancella facebook, dilaga la campagna globale per spingere gli utenti a lasciare il social network


Nessun like per questo network asociale. La ritorsione alla legge sui media si trasforma in un boomerang planetario per Mark Zuckerberg

Niente minacce qui
Il ministro delle comunicazioni Kris Faafoi ha lanciato un avvertimento a Facebook dopo la sua mossa di vietare agli editori australiani di pubblicare o condividere link sulla sua piattaforma: " Qui siamo in Nuova Zelanda e non in Australia, non saremmo impressionati se questo accadesse qui in Nuova Zelanda'', ha detto Faafoi. Ma ha aggiunto il confronto con Facebook in Nuova Zelanda è su basi più costruttive.

Facebook non è un servizio essenziale
JENNIFER DUDLEY, direttore di News Corp Australia
Se avevate bisogno di un memo sul fatto che Facebook non è un servizio pubblico essenziale, non è veramente libero e non è un vostro amico o partner commerciale, eccovi serviti. Facebook è una società americana da mille miliardi di dollari di capitalizzazione che spesso può fare come meglio crede per realizzare un profitto. Negli ultimi sei mesi, Facebook ha detto chiaro che non considera le "notizie" preziose o redditizie per l'azienda. Ieri Facebook ha detto chiaro che non considera neppure i suoi utenti australiani preziosi. Mentre l'autorità della concorrenza australiana ha sostenuto che Google e Facebook sono diventate così dominanti che i media tradizionali non hanno altra scelta che condividere contenuti su quelle piattaforme, Facebook sostiene che stanno essenzialmente facendo un favore agli editori condividendo il loro lavoro e vendendo annunci basati sul coinvolgimento degli utenti generato da qui contenuti. "Per Facebook, il guadagno dal business delle notizie è minimo", hanno detto. "Le notizie costituiscono meno del 4% dei contenuti che le persone vedono nel loro Newsfeed". Ma Facebook sembra aver bloccato molto più del 4% dei suoi contenuti in Australia ora. Lo studio Notizie digitali 2020 dell'Università di Canberra ha rilevato che il 39% degli australiani usa Facebook per tenersi al passo con le notizie "generali" e il 49% lo usa per aggiornamenti sulla pandemia COVID-19.

Il bando di Facebook a contenuti e link a notizie degli editori in Australia dimostra fino a che punto Facebook è disposta a spingersi per proteggere i propri profitti a scapito del confronto democratico.
Non sbagliatevi, questa è un'esibizione di potere sconsiderata che smentisce l'impegno di Facebook per il giornalismo di interesse pubblico e le comunità che pretende di servire. Non c'è stato alcun preavviso prima della decisione dell'azienda. Ha semplicemente chiuso un ecosistema di notizie da cui milioni di persone sono diventate dipendenti. La gravità dell'attacco preventivo di Facebook a boicottare l'annunciato disegno di legge australiano sui media sottolinea come questo testo rappresenti la sfida più grande fino ad ora per la quota sostanziale di Big Tech della torta di pubblicità digitale.

David Fickling, Bloomberg: Google e Facebook perdono una battaglia per vincere una guerra
Quando i cercatori di petrolio fecero quella che fu la più grande scoperta petrolifera della storia al pozzo Spindletop in Texas nel 1901, il principale monopolista mondiale del petrolio era assente dalla scena. La Standard Oil, un decennio prima dall'essere spacchettata da una causa antitrust, si era accontentata di sedersi al tavolo e lasciare che giocassero la partita piccoli rivali locali. A John Rockefeller non importava molto chi produceva il petrolio, a patto che lui il controllo nel convogliarlo, raffinarlo e distribuirlo.
Google è in una posizione un po' diversa. Concedendo qualcosa agli editori, ex rivali nel settore della pubblicità online, spera di tenere le mani su una torta molto più ricca: il controllo e la distribuzione delle informazioni online in tutto il mondo. Il fulcro di ciò che l'autorità antitrust dell'Australia aveva chiesto a Google e Facebook era un livellamento del campo di gioco. Google e Facebook non sono solo concorrenti nel business delle notizie sul mercato della pubblicità digitale. Sono anche distributori fondamentali che dirigono gran parte del traffico dati su cui si basano i ricavi pubblicitari degli editori.
Sacrificando una pedina degli scacchi in Texas, la Standard Oil è stata in grado di mantenere il suo monopolio nell'industria petrolifera che contava davvero per un decennio. Rinunciando alla lotta per le notizie australiane, Google e Facebook sono in grado di concentrare i loro sforzi sul mantenimento delle loro posizioni monopolistiche in mercati molto più ampi di dati di tutti coloro che utilizzano il web.
Alla fine, ci volle la Corte Suprema per rompere l'impero di John D. Rockefeller.
Le piattaforme digitali sperano di poter evitare un destino simile.

Texas, terra di vento e di bugie, di Paul Krugman
I politici repubblicani e i media di destra, non contenti di dare la colpa all'ordinario, si sono invece coalizzati attorno a una menzogna dannosa: l'affermazione che l'energia eolica e solare hanno causato il collasso della rete elettrica del Texas e che gli ambientalisti radicali sono in qualche modo responsabili del fatto che milioni di persone stanno congelando nell'oscurità, anche se i repubblicani conservatori hanno governato lo stato per una generazione. Questa è negare la realtà, non solo per sfuggire alla responsabilità, ma per demonizzare i propri avversari. Ed è un altro indicatore del collasso morale e intellettuale del conservatorismo americano. La storia di fondo di ciò che è accaduto in Texas è abbastanza chiara. Come molti stati, il Texas ha un mercato dell'elettricità parzialmente deregolamentato, ma la deregolamentazione è andata più in là che altrove. In particolare, a differenza di altri stati, il Texas ha scelto di non fornire alle compagnie elettriche incentivi per installare capacità di riserva per far fronte a possibili emergenze. Ciò ha reso l'energia più economica in tempi normali, ma ha lasciato il sistema vulnerabile quando le cose andavano male. Attaccare l'energia eolica è un modo sia per i funzionari eletti che per gli ideologi del libero mercato di eludere la responsabilità di una deregolamentazione mal riuscita; è un modo per compiacere gli interessi dei combustibili fossili, che danno la maggior parte dei loro contributi politici ai repubblicani; e poiché i progressisti tendono a favorire l'energia rinnovabile, è un modo per combattere i liberal. E tutto combacia con la negazione del cambiamento climatico.

La difficile situazione del Texas deriva da una decisione presa dai legislatori statali circa 20 anni fa di abbandonare il modello tradizionale di società elettriche completamente regolamentate. La deregulation è stata portata avanti dai Repubblicani sbandierando vantaggi immediati per i consumatori in bollette meno care

Quando i texani muoiono di freddo e tu sei su un volo per Cancun
Ted Cruz travolto dalle polemiche per la vacanza al caldo con la famiglia, dilaga l'hashta dimettiti subito

Freddo mai sentito

Draghi per la rinascita italiana
Il nuovo capo di governo italiano si è dato come obiettivo ricostruire l'economia del paese, che avrà 210 miliardi di aiuti euriopei

Mario Draghi dà all'Italia un'altra possibilità
la sua nomina a primo ministro è una buona notizia per l'Italia e per l'Europa, perché l'economia italiana è grande abbastanza, in caso di crisi irreversibile, da rompere la costruzione europea.

Il futuro migliore dell'America: niente carbone e nessun blackout

Macron chiede forniture urgenti di vaccini ai Paesi più poveri
intervista al presidente francese
Il presidente francese Emmanuel Macron dice che l'Europa e gli Stati Uniti dovrebbero urgentemente destinare fino al 5% delle loro attuali forniture di vaccini ai paesi in via di sviluppo dove le campagne di vaccinazione Covid-19 sono appena iniziate e la Cina e la Russia si stanno offrendo di colmare il vuoto.
In un'intervista con il Financial Times in collegamento video dal Palazzo dell'Eliseo, Macron ha detto che le nazioni africane stavano a volte comprando vaccini occidentali come quelli prodotti da Astra-Zeneca a "prezzi astronomici" - due o tre volte il prezzo pagato dall'UE - e gli venivano offerti vaccini cinesi e russi di incerta efficacia contro nuove varianti del virus.
L'Eliseo ha detto che il prezzo era evidentemente un problema di vendita da parte degli intermediari, e potrebbe anche interessare i vaccini di altre aziende farmaceutiche.
"Stiamo permettendo che prenda piede l'idea che centinaia di milioni di vaccini siano dati nei paesi ricchi e che non si inizi nei paesi poveri", ha detto Macron prima di una riunione del G7 dei leader delle più grandi economie del mondo convocata da Boris Johnson, il primo ministro britannico.
"È un'accelerazione senza precedenti della disuguaglianza globale ed è anche politicamente insostenibile perché sta aprendo la strada a una guerra di influenza sui vaccini", ha detto. "Si può vedere la strategia cinese e anche quella russa".

Dagli Stati Uniti fino all'Argentina: come procede la vaccinazione contro il coronavirus nel continente americano? L’Organizzazione Panamericana e Caraibi (OPS) ha dichiarato che sono circa 63 milioni le persone vaccinate negli ultimi due mesi. La scorsa settimana il numero dei decessi e dei contagiati nella regione è diminuito del 10%. Secondo il funzionario, Carissa Etienne, la maggior parte dei vaccinati proviene dai paesi del nord. Gli Stati Uniti, paese più colpito al mondo dalla pandemia, con 27,8 milioni di casi e quasi 500.000 morti, ha raddoppiato il dato sulle vaccinazioni giornaliere, arrivando a 1,7 milioni di dosi. Circa 40 milioni di americani (il 12% della popolazione totale) hanno ricevuto la prima dose, e circa 15 milioni hanno si sono sottoposti al richiamo. In Messico, paese che nelle ultime ore ha superato i 175mila morti, gli anziani di Cuicatlán, piccola cittadina della Sierra Mazateca di Oaxaca, hanno ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca. Secondo i dati ufficiali più recenti, sono stati somministrati 915.383 vaccini, ma solo 86.198 persone hanno ricevuto le due dosi necessarie per ottenere l'immunità. La direttrice dell’OPS ha stimato che nelle Americhe dovrebbero essere vaccinate più di 700milioni di persone garantendo almeno una copertura del 70%. Nei Caraibi, le isole più grandi e popolate come la Repubblica Dominicana, continuano a registrare nuove infezioni, così come in altre isole minori come Aruba, Barbados, Santa Lucia e Saint Vincent e Grenadine. In Centro America un primo lotto di 20.000 vaccini contro il covid-19 acquistati da El Salvador è arrivato questa settimana all'aeroporto internazionale Óscar Arnulfo Romero. La vaccinazione è inizia a livello nazionale lo stesso giorno. Panama ha ricevuto un secondo lotto di vaccino Pfizer, circa 67.860 dosi, che è stato distribuito in questi giorni per continuare con il piano di immunizzazione di quattro fasi, iniziato nel mese di gennaio scorso. La tendenza al ribasso si estende a tutti i Paesi centroamericani, ad eccezione dell'Honduras, che finora, dall’inizio dell’anno, ha registrato un aumento costante del numero di contagi.
Sebbene persistano "focolai acuti" vicino al confine tra Perù, Colombia e Brasile, tuttavia la maggior parte dei paesi del Sud America ha riportato una diminuzione di casi. Nel processo di immunizzazione la Colombia, tramite Verónica Machado, capo degli infermieri dell'ICU dell'Hospital Universitario de Sincelejo, capitale del dipartimento caraibico di Sucre, ha ricevuto la prima dose e, con la sua vaccinazione, il Paese ha lanciato un piano con il quale spera di immunizzare nel giro di un anno 35,2 milioni di persone. Il presidente venezuelano, Nicolás Maduro, ha detto che questa settimana inizierà l'immunizzazione del personale sanitario, dopo l'arrivo sabato scorso delle prime 100.000 dosi del vaccino russo Sputnik V. In Argentina, dove le scuole hanno riaperto i cancelli, alle dosi già ricevute dallo Sputnik V russo si aggiunge il primo lotto del vaccino Covishield, prodotto in India. Si inizia così a vaccinare gli over 70, dopo un mese e mezzo in cui gli sforzi si sono concentrati sull'inoculazione del personale sanitario. In Paraguay, il presidente Mario Abdo Benítez ha ringraziato il suo omologo russo, Vladimir Putin, per la decisione di inviare Sputnik V. Il Brasile ha registrato 56.766 nuovi casi di covid-19 e accumula 9.978.747 infezioni; l'Istituto Butantan ha avviato l'immunizzazione dell'intera popolazione adulta della piccola città di Serrana, nell'entroterra di San Paolo, nell'ambito di uno studio inedito che cerca di analizzare le capacità del vaccino Coronavac. La mancanza di vaccini contro il Covid nel gigante sudamericano ha costretto 6 capoluoghi di regione a sospendere l'immunizzazione dei suoi abitanti, tra cui Rio de Janeiro, che ha interrotto il processo questo mercoledì, in un momento in cui la pandemia ha raggiunto il picco della seconda ondata. Infine l'Uruguay "sta finalmente assistendo a un calo del numero di casi dopo un inizio anno difficile".

Indesiderata
L'indagine e il processo a carico di Anastasia Shevchenko, membro del movimento della rete Open Russia a Rostov, si sono conclusi. La donna e tutta la sua famiglia hanno passato più di due anni agli arresti domiciliari. Sin dall'inizio, ad Anastasia è proibito di comunicare con chiunque tranne che con gli ufficiali dell’Amministrazione penitenziaria, investigatori, i suoi figli, sua madre e la sua padrona di casa. Perciò, fuori dall'edificio abbracciava sempre qualcuno in silenzio, faceva solo un cenno con la testa a qualcuno, ringraziava sempre, ma cercava di scambiare brevi frasi sotto gli sguardi nervosi degli avvocati e dell'ufficiale dell’Amministrazione penitenziaria che li accompagnava. Gli arresti domiciliari erano motivati con la necessità del suo isolamento perché rappresentava una “minaccia per l’ordine costituzionale e il sistema difensivo del paese”. Il pubblico ministero ha chiesto 5 anni di reclusione. Alla fine è stata condannata a 4 anni con la sospensione condizionale della pena.