MONDO
Mercoledì 29 settembre 2021
Le notizie dal mondo, la rassegna stampa internazionale

Basta bla bla sulle politiche per l'ambiente, dice Greta, rivendicando la necessità di scelte coraggiose radicali.
Die Presse
Rivolta dei capitalisti verdi
Greta Thunberg non è soddisfatta. Per 30 anni, dai politici abbiamo sentito solo "bla, bla, bla" sulla protezione del clima, ha detto all'inizio dello Youth Climate Summit di Milano. 500 chilometri più a nord, la giovane attivista svedese ha trovato un alleato inatteso: il boss della VW Herbert Diess ha esortato il governo tedesco a fissare obiettivi energetici e climatici più ambiziosi. Il prezzo delle emissioni di CO2 dovrebbe essere 65 e non 45 euro a tonnellata. Ma non è il solo. In America i giganti hi tech si stanno proponendo come alfieri del futuro eco sostenibile e in Austria un gruppo di amministratori delegati di aziende chiede politiche statali più decise in materia ambientale. Come mai alcune aziende spingono per una transizione ecologica più rapida?
Nel grafico l'evoluzione nel tempo dagli anni '90 ad oggi del PIL e delle emissioni nocive: in molti casi i Paesi che hanno contenuto di più la produzione di gas serra, innovato, sono quelli con tassi di crescita più elevati, dalla Svezia alla Finlandia, alla Danimarca. A destra nella mappa il prezzo delle emissioni di CO2 in Europa, in verde più scuro i paesi che hanno già una tassa e regole sul mercato delle emissioni di CO2, in verde più chiaro quelli che stanno per disciplinare la materia.
Il mercato delle fonti sostenibili e delle obbligazioni verdi è in espansione ormai da anni, i fondi verdi sono diventati i più attraenti per i grandi capitali da quando il rischio ambientale è diventato un rischio investimento. I capitali vanno dove si promette una migliore redditività. Bloomberg stima che alla fine del 2020 c'erano 38 trilioni di dollari investiti in attività verdi, saranno 53 trilioni entro i prossimi 4 anni. Il boom della finanza verde è così forte che molti investitori non riescono a trovare progetti verdi su cui investire. E qui entrano in gioco gli amministratori delegati con la loro richiesta di aumentare il prezzo delle emissioni nocive di CO2. Vogliono che vengano premiate le aziende che hanno investito di più nella transizione ecologica, chiedono che la loro intuizione ora paghi sul mercato ancora di più e chiedono prevedibilità, un quadro normativo stabile che consenta loro di pianificare investimenti.
Ma chi paga alla fine il conto? I consumatori, dicono due studi IHS, in Austria pagano già gran parte dei costi della transizione energetica. Il Governo ragiona su eco bonus e altre misure fiscali. D'altra parte, la Svezia dimostra che politiche per l'ambiente possono stimolare, non ridurre, la crescita.
Liberation
2022 L'amministratore verde
Yannick Jadot ha la meglio su Sandrine Rousseau con il 51% dei voti delle primarie ecolo. Ora dovrà compattare il partito dietro alla sua 'ecologia di governo'
I 122.000 partecipanti al ballottaggio dei verdi hanno quindi preferito alla fine schierarsi dietro al candidato più incline al compromesso e portatore di un progetto unificante. "Il vero radicalismo è assumersi responsabilità", ha affermato sabato su questo giornale Yannick Jadot. È stato ascoltato. L'eurodeputato, ex attivista di Greenpeace, incarnerà quindi nella campagna presidenziale questo "realismo" verde assunto da tempo oltre Reno ma non sempre in odore di santità nel movimento ecolo francese. Una scelta di ragione più che di passione che conclude un processo delle primarie, va sottolineato, impeccabile. A lungo derisi, spesso a ragione, per la loro immaturità, agli ambientalisti va attribuita questa volta una grande lezione di democrazia.
L'Opinion
Yannick Jadot, vittoria sofferta
I verdi alla sfida presidenziale, di Nicolas Beytout
È ora necessario che il campo dei vinti, seguaci della decrescita felice, accetti di fare gioco di squadra. La fase finale delle primarie ha infatti mostrato due schieramenti profondamente diversi, due volti dell'ecologia così antagonisti che è difficile immaginare come possa uscirne un programma presidenziale coerente. Yannick Jadot ne ha però un grande bisogno se vuole riuscire nella sfida che ora gli si presenta: essere colui che, di fronte alla grande debolezza degli altri candidati di sinistra, riesce a unire intorno alla sua persona e al suo programma una sinistra socialdemocratica al completo.
Le Figaro
Vincitore sul filo di lana, Yannick Jadot potrà convertire gli ecolo al realismo?
Jadot è militante di un ecologismo di governo, come i Verdi tedeschi. Il suo pragmatismo ambientalista resisterà agli attacchi dell'ala radicale del partito e di quanti reclamano l'assalto alla società dell'oppressione capitalista? Se alle elezioni europee e alle municipali gli ecolo hanno fatto bella figura, le loro divisioni sono evidenti, scrive Yves Thréard. E ancora, si profila un nuovo duello a sinistra? Già in difficoltà nei sondaggi, Anne Hidalgo certo non avrà gioito per la scelta degli ambientalisti. Fra lei e Jadot, uno è di troppo.
TAZ
vice imperatore Robert I
la notizia che il leader dei Verdi Robert Habeck diventerà vice cancelliere nel prossimo governo federale fa discutere ancor prima dell'apertura dei negoziati di coalizione. Perché la nomina farebbe di Habeck il numero uno indiscusso dei Verdi e non la candidata alla cancelleria alle ultime elezioni Annalena Baerbock. Le reazioni del partito
"Dare l'impressione che Annalena sia retrocessa è dannoso", dice un parlamentare verde. Guardando all'imminente conversazione tra i Verdi e il leader dell'FDP Christian Lindner, dice: "Il quadro è: ora arrivano gli uomini forti e ci pensano loro. Questo ha sconvolto molte donne nei Verdi". Un deputato dell'ala sinistra pensa che l'azione sia poco opportuna. Indebolire parte del duo di testa verde prima dell'inizio dei colloqui non è una buona idea. "Dobbiamo invece serrare i ranghi e addentrarci nelle esplorazioni". La carica di Vice Cancelliere sarebbe importante in una coalizione a semaforo con SPD e FDP. Da un lato, l'FDP probabilmente non sarà in grado di rivendicare un secondo posto di vicecancelliere accanto ai Verdi perché ha fatto peggio alle elezioni. In secondo luogo, il vicecancelliere coordinerà il lavoro dei ministri verdi in una coalizione. E in terzo luogo , Habeck avrà ora un ruolo più centrale nelle esplorazioni , semplicemente perché la notizia è di dominio pubblico. Il retroscena nei Verdi viene spiegato così: Baerbock e Habeck si erano accordati molto tempo fa, un cattivo risultato avrebbe avuto conseguenze anche sulla leadership. Questa è una possibile versione. O forse le cose non stanno esattamente così. Il risultato elettorale ha dato una bella scossa ai Verdi, anche se nessuno vuole ammetterlo.
FAZ
Soder: Scholz ha chiaramente le migliori chances di diventare cancelliere
Markus Söder si congratula con Olaf Scholz per la sua vittoria elettorale e vede le migliori possibilità per lui sulla strada della cancelleria federale. Ralph Brinkhaus viene eletto a capo del gruppo parlamentare CDU/CSU per un periodo più lungo di quanto avrebbe voluto Armin Laschet. La domanda inevitabile è: l'Unione sta cadendo a pezzi?
Intanto Baerbock paga già il prezzo di un risultato deludente, deve cedere spazio a Robert Habeck, futuro vice cancelliere. Ha ballato solo per un'estate, Annalena?
Welt
L'Unione vuole prendersi un periodo di tranquillità
I capi di CDU e CSU d'accordo, Brinkhaus dovrebbe guidare il gruppo parlamentare per sei mesi. Ma Soder si congratula con Scholz per la vittoria e lo spinge verso la cancelleria federale. L'accordo su Brinkhaus non sembra rafforzare Laschet come uomo capace di ricompattare l'Unione
intanto con un post su Instagram Verdi e Liberali mostrano che i colloqui di coalizione sono già iniziati. Il messaggio è chiaro: celebrazione congiunta di efficienza e serietà. Sono finiti i giorni in cui l'FDP ei Verdi si incontravano con sospetto e occasionalmente con disprezzo. "Nella ricerca di un nuovo governo, cerchiamo somiglianze e ponti tra le divisioni. E anche trovarne un po'. Tempi entusiasmanti" si legge nel post. Tuttavia, è da vedere se questa sintonia inziale si tradurrà in accordo politico.
Tagesspiegel
Lotta di potere nell'Unione: Laschet leader di partito su chiamata, precario
Laschet temere di perdere tutto. Nella gruppo parlamentare al Bundestag, non riesce a portare a termine il suo piano. E Merkel? Scatta foto di addio
Per Armin Laschet sono giornate che iniziano male e non finiscono bene. L'esito del voto è devastante, soprattutto contestato dai militanti della Germania dell'Est - qui la CDU ha perso un certo numero di collegi elettorali a favore dell'AfD - e dalla Junge Union: il suo futuro come leader della CDU viene messo in discussione sempre più apertamente. Ellen Demuth, deputata della Renania-Palatinato ha scritto su Twitter: "Hai perso. Per cortesia comprendi. Evita ulteriori danni alla #CDU e fai un passo indietro". Sul capogruppo Unione al Bundestag, Laschet voleva lasciare aperta la questione fino a quando non si fossero conclusi i negoziati su una possibile coalizione giamaicana con FDP e Verdi. Non ce l'ha fatta. Poi le congratulazioni di Soder a Scholz. Fra i fedelissimi di Laschet si dice: noi siamo ancora in grado di negoziare una coalizione Giamaica.
The Guardian
Starmer dice che il governo ha perso il filo e respinge l'eredità Corbyn
Keir Starmer oggi ripudierà l'eredità di Jeremy Corbyn e accuserà il governo di essersi perso per strada, in un atteso discorso alla congresso del partito laburista che metterà al centro del suo discorso agli elettori la crisi di salute mentale della Gran Bretagna.
a Brighton, Starmer vuole dimostrare che il Labour è "tornato in attività" e ha un programma per affrontare "i problemi cronici rivelati dal Covid". I laburisti ritengono che la crescente crisi del carburante stia alimentando le preoccupazioni degli elettori sulla competenza di Boris Johnson, con il governo pressato su diversi fronti e persino la stampa favorevole ai Tory che accusa Downing Street di aver perso il filo. Dopo una conferenza segnata da divisioni sui cambiamenti delle regole del partito e le dimissioni dell'ala sinistra Andy McDonald dal governo ombra, il discorso di Starmer cercherà di presentare i laburisti come un governo in attesa.
Sebbene non sia previsto che Starmer menzioni il suo predecessore per nome, il tenore del discorso mirerà a sottolineare le forti differenze tra i due uomini e le loro politiche. Una fonte laburista ha dichiarato: "Il discorso sarà una dimostrazione di come è cambiato il partito laburista. Sarà una chiara indicazione che i laburisti non andranno mai più alle elezioni con un manifesto che non è un piano serio per il governo".

Rivolta dei capitalisti verdi
Greta Thunberg non è soddisfatta. Per 30 anni, dai politici abbiamo sentito solo "bla, bla, bla" sulla protezione del clima, ha detto all'inizio dello Youth Climate Summit di Milano. 500 chilometri più a nord, la giovane attivista svedese ha trovato un alleato inatteso: il boss della VW Herbert Diess ha esortato il governo tedesco a fissare obiettivi energetici e climatici più ambiziosi. Il prezzo delle emissioni di CO2 dovrebbe essere 65 e non 45 euro a tonnellata. Ma non è il solo. In America i giganti hi tech si stanno proponendo come alfieri del futuro eco sostenibile e in Austria un gruppo di amministratori delegati di aziende chiede politiche statali più decise in materia ambientale. Come mai alcune aziende spingono per una transizione ecologica più rapida?
Nel grafico l'evoluzione nel tempo dagli anni '90 ad oggi del PIL e delle emissioni nocive: in molti casi i Paesi che hanno contenuto di più la produzione di gas serra, innovato, sono quelli con tassi di crescita più elevati, dalla Svezia alla Finlandia, alla Danimarca. A destra nella mappa il prezzo delle emissioni di CO2 in Europa, in verde più scuro i paesi che hanno già una tassa e regole sul mercato delle emissioni di CO2, in verde più chiaro quelli che stanno per disciplinare la materia.
Il mercato delle fonti sostenibili e delle obbligazioni verdi è in espansione ormai da anni, i fondi verdi sono diventati i più attraenti per i grandi capitali da quando il rischio ambientale è diventato un rischio investimento. I capitali vanno dove si promette una migliore redditività. Bloomberg stima che alla fine del 2020 c'erano 38 trilioni di dollari investiti in attività verdi, saranno 53 trilioni entro i prossimi 4 anni. Il boom della finanza verde è così forte che molti investitori non riescono a trovare progetti verdi su cui investire. E qui entrano in gioco gli amministratori delegati con la loro richiesta di aumentare il prezzo delle emissioni nocive di CO2. Vogliono che vengano premiate le aziende che hanno investito di più nella transizione ecologica, chiedono che la loro intuizione ora paghi sul mercato ancora di più e chiedono prevedibilità, un quadro normativo stabile che consenta loro di pianificare investimenti.
Ma chi paga alla fine il conto? I consumatori, dicono due studi IHS, in Austria pagano già gran parte dei costi della transizione energetica. Il Governo ragiona su eco bonus e altre misure fiscali. D'altra parte, la Svezia dimostra che politiche per l'ambiente possono stimolare, non ridurre, la crescita.

2022 L'amministratore verde
Yannick Jadot ha la meglio su Sandrine Rousseau con il 51% dei voti delle primarie ecolo. Ora dovrà compattare il partito dietro alla sua 'ecologia di governo'
I 122.000 partecipanti al ballottaggio dei verdi hanno quindi preferito alla fine schierarsi dietro al candidato più incline al compromesso e portatore di un progetto unificante. "Il vero radicalismo è assumersi responsabilità", ha affermato sabato su questo giornale Yannick Jadot. È stato ascoltato. L'eurodeputato, ex attivista di Greenpeace, incarnerà quindi nella campagna presidenziale questo "realismo" verde assunto da tempo oltre Reno ma non sempre in odore di santità nel movimento ecolo francese. Una scelta di ragione più che di passione che conclude un processo delle primarie, va sottolineato, impeccabile. A lungo derisi, spesso a ragione, per la loro immaturità, agli ambientalisti va attribuita questa volta una grande lezione di democrazia.

Yannick Jadot, vittoria sofferta
I verdi alla sfida presidenziale, di Nicolas Beytout
È ora necessario che il campo dei vinti, seguaci della decrescita felice, accetti di fare gioco di squadra. La fase finale delle primarie ha infatti mostrato due schieramenti profondamente diversi, due volti dell'ecologia così antagonisti che è difficile immaginare come possa uscirne un programma presidenziale coerente. Yannick Jadot ne ha però un grande bisogno se vuole riuscire nella sfida che ora gli si presenta: essere colui che, di fronte alla grande debolezza degli altri candidati di sinistra, riesce a unire intorno alla sua persona e al suo programma una sinistra socialdemocratica al completo.

Vincitore sul filo di lana, Yannick Jadot potrà convertire gli ecolo al realismo?
Jadot è militante di un ecologismo di governo, come i Verdi tedeschi. Il suo pragmatismo ambientalista resisterà agli attacchi dell'ala radicale del partito e di quanti reclamano l'assalto alla società dell'oppressione capitalista? Se alle elezioni europee e alle municipali gli ecolo hanno fatto bella figura, le loro divisioni sono evidenti, scrive Yves Thréard. E ancora, si profila un nuovo duello a sinistra? Già in difficoltà nei sondaggi, Anne Hidalgo certo non avrà gioito per la scelta degli ambientalisti. Fra lei e Jadot, uno è di troppo.

vice imperatore Robert I
la notizia che il leader dei Verdi Robert Habeck diventerà vice cancelliere nel prossimo governo federale fa discutere ancor prima dell'apertura dei negoziati di coalizione. Perché la nomina farebbe di Habeck il numero uno indiscusso dei Verdi e non la candidata alla cancelleria alle ultime elezioni Annalena Baerbock. Le reazioni del partito
"Dare l'impressione che Annalena sia retrocessa è dannoso", dice un parlamentare verde. Guardando all'imminente conversazione tra i Verdi e il leader dell'FDP Christian Lindner, dice: "Il quadro è: ora arrivano gli uomini forti e ci pensano loro. Questo ha sconvolto molte donne nei Verdi". Un deputato dell'ala sinistra pensa che l'azione sia poco opportuna. Indebolire parte del duo di testa verde prima dell'inizio dei colloqui non è una buona idea. "Dobbiamo invece serrare i ranghi e addentrarci nelle esplorazioni". La carica di Vice Cancelliere sarebbe importante in una coalizione a semaforo con SPD e FDP. Da un lato, l'FDP probabilmente non sarà in grado di rivendicare un secondo posto di vicecancelliere accanto ai Verdi perché ha fatto peggio alle elezioni. In secondo luogo, il vicecancelliere coordinerà il lavoro dei ministri verdi in una coalizione. E in terzo luogo , Habeck avrà ora un ruolo più centrale nelle esplorazioni , semplicemente perché la notizia è di dominio pubblico. Il retroscena nei Verdi viene spiegato così: Baerbock e Habeck si erano accordati molto tempo fa, un cattivo risultato avrebbe avuto conseguenze anche sulla leadership. Questa è una possibile versione. O forse le cose non stanno esattamente così. Il risultato elettorale ha dato una bella scossa ai Verdi, anche se nessuno vuole ammetterlo.

Soder: Scholz ha chiaramente le migliori chances di diventare cancelliere
Markus Söder si congratula con Olaf Scholz per la sua vittoria elettorale e vede le migliori possibilità per lui sulla strada della cancelleria federale. Ralph Brinkhaus viene eletto a capo del gruppo parlamentare CDU/CSU per un periodo più lungo di quanto avrebbe voluto Armin Laschet. La domanda inevitabile è: l'Unione sta cadendo a pezzi?
Intanto Baerbock paga già il prezzo di un risultato deludente, deve cedere spazio a Robert Habeck, futuro vice cancelliere. Ha ballato solo per un'estate, Annalena?

L'Unione vuole prendersi un periodo di tranquillità
I capi di CDU e CSU d'accordo, Brinkhaus dovrebbe guidare il gruppo parlamentare per sei mesi. Ma Soder si congratula con Scholz per la vittoria e lo spinge verso la cancelleria federale. L'accordo su Brinkhaus non sembra rafforzare Laschet come uomo capace di ricompattare l'Unione
intanto con un post su Instagram Verdi e Liberali mostrano che i colloqui di coalizione sono già iniziati. Il messaggio è chiaro: celebrazione congiunta di efficienza e serietà. Sono finiti i giorni in cui l'FDP ei Verdi si incontravano con sospetto e occasionalmente con disprezzo. "Nella ricerca di un nuovo governo, cerchiamo somiglianze e ponti tra le divisioni. E anche trovarne un po'. Tempi entusiasmanti" si legge nel post. Tuttavia, è da vedere se questa sintonia inziale si tradurrà in accordo politico.

Lotta di potere nell'Unione: Laschet leader di partito su chiamata, precario
Laschet temere di perdere tutto. Nella gruppo parlamentare al Bundestag, non riesce a portare a termine il suo piano. E Merkel? Scatta foto di addio
Per Armin Laschet sono giornate che iniziano male e non finiscono bene. L'esito del voto è devastante, soprattutto contestato dai militanti della Germania dell'Est - qui la CDU ha perso un certo numero di collegi elettorali a favore dell'AfD - e dalla Junge Union: il suo futuro come leader della CDU viene messo in discussione sempre più apertamente. Ellen Demuth, deputata della Renania-Palatinato ha scritto su Twitter: "Hai perso. Per cortesia comprendi. Evita ulteriori danni alla #CDU e fai un passo indietro". Sul capogruppo Unione al Bundestag, Laschet voleva lasciare aperta la questione fino a quando non si fossero conclusi i negoziati su una possibile coalizione giamaicana con FDP e Verdi. Non ce l'ha fatta. Poi le congratulazioni di Soder a Scholz. Fra i fedelissimi di Laschet si dice: noi siamo ancora in grado di negoziare una coalizione Giamaica.

Starmer dice che il governo ha perso il filo e respinge l'eredità Corbyn
Keir Starmer oggi ripudierà l'eredità di Jeremy Corbyn e accuserà il governo di essersi perso per strada, in un atteso discorso alla congresso del partito laburista che metterà al centro del suo discorso agli elettori la crisi di salute mentale della Gran Bretagna.
a Brighton, Starmer vuole dimostrare che il Labour è "tornato in attività" e ha un programma per affrontare "i problemi cronici rivelati dal Covid". I laburisti ritengono che la crescente crisi del carburante stia alimentando le preoccupazioni degli elettori sulla competenza di Boris Johnson, con il governo pressato su diversi fronti e persino la stampa favorevole ai Tory che accusa Downing Street di aver perso il filo. Dopo una conferenza segnata da divisioni sui cambiamenti delle regole del partito e le dimissioni dell'ala sinistra Andy McDonald dal governo ombra, il discorso di Starmer cercherà di presentare i laburisti come un governo in attesa.
Sebbene non sia previsto che Starmer menzioni il suo predecessore per nome, il tenore del discorso mirerà a sottolineare le forti differenze tra i due uomini e le loro politiche. Una fonte laburista ha dichiarato: "Il discorso sarà una dimostrazione di come è cambiato il partito laburista. Sarà una chiara indicazione che i laburisti non andranno mai più alle elezioni con un manifesto che non è un piano serio per il governo".