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MONDO

Venerdì 29 ottobre 2021

Le notizie dal mondo, la rassegna stampa internazionale

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di Micol Pieretti
I leader delle prime 20 economie mondiali a Roma in vista del G20 che si apre domani. People, planet and prosperity, questi i temi in agenda. Dunque la pandemia e un'equa distribuzione dei vaccini, la lotta ai cambiamenti climatici, la tassazione globale e l'energia. Proprio su questi ultimi temi si fanno sentire due assenze di peso: il presidente russo Vladimir Putin e quello cinese XI Jinping.

LE MONDE
Aspetto che approfondisce oggi il quotidiano francese le Monde, che titola: "Cina. la tentazione del grande isolamento". Il presidente cinese non sarà presente al G20 di Roma nè alla cop26 di Glasgow, la conferenza sul clima. Al G20 parteciperà in videoconferenza, mentre a Roma sarà presente il ministro degli Esteri Wang Yi. Xi non esce da due anni dal Paese, un'assenza fisica sulla scena internazionale che è senza precedenti per un leader del G20. Pechino ha adottato una politica zero Covid, con lockdown totali non appena si rilevano nuovi casi: politica che ha rinchiuso il Paese in una bolla che non sembra pronto ad aprirsi nonostante si avvicino i Giochi Olimpici invernali, a febbraio prossimo. 
Difficile non vedere che questa politica coincide con un risorgere del nazionalismo. Resta la convinzione che gli Stati Uniti e i suoi alleati stiano lavorando per bloccare l'ascesa della Cina e mantenere il monopolio su alcune tecnologie strategiche. 
Anche se Xi Jinping appare in costante contatto con i suoi omologhi, la sua assenza ai grandi vertici può solo aumentare l'isolamento cinese mentre si amplificano le tensioni: a partire dallo status di Taiwan. Legami con l'occidente che si vanno deteriorando mentre si rafforzano quelli con la Russia e, in misura minore, con la Turchia e l'Iran. 
E duqnue non ci saranno Vladimir Putin e Xi Jinping mentre è già arrivato il presidente americano Joe Biden, che inizierà le sue visite in Italia al Vaticano, dove vedrà papa Francesco.

USA TODAY 
Leggiamo da Usa Today, che evidenzia come il diritto all'aborto, tema dibattutissimo negli Usa dopo le decisioni del Texas, faccia da sfondo a questo incontro. Quando JFK nel 1963 incontrò Papa Paolo Vi la grande domanda era: "saràun americano leale?", dice un analista, riflettendo su come allora i timori fossero di possibili ingerenze del Vaticano nella politica Usa. "Per molte persone oggi, la grande domanda con Biden è: "sarà un cattolico leale?'"
Lo storico incontro del cattolico devoto Biden con Papa Francesco arriva tra le serie preoccupazioni di alcuni vescovi cattolici statunitensi per il suo sostegno ai diritti all'aborto e al matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Tanto da essersi chiesti se ai politici cattolici che sostengono il diritto all'aborto si debba vietare la Comunione - apparso un chiaro monito del presidente degli Stati Uniti: nei confronti di questa possibilità Papa francesco ha già espresso il suo dissenso. 
Più probabile però che i due leader si concentreranno su questioni su cui c'è un terreno comune: l'ambiente, l'immigrazione e l'aiuto ai poveri.
Le ultime ore prima della partenza per Roma per Biden sono state molto impegnative, tanto da dover ritardare la partenza per presentare al Congresso il piano su welfare e clima da 1.850 miliardi di dollari. 

NYT
Un piano di politica sociale su cui per il NYT Biden non è riuscito a garantirsi la vittoria per Biden. Un piano per una rete di sicurezza sociale e un disegno di legge sull'ambiente per cui il presidente ha pregato i Democratici di mettere da parte le differenze e dire sì a un piano per l'asilo nido universale, un generoso sostegno ai costi dell'assistenza all'infanzia e il più grande investimento mai realizzato per combattere il cambiamento climatico. Appello che non è andato a buon fine poiché i liberali hanno detto di voler vedere il testo del piano sul welfare, che non sarà disponibile oggi, prima di votare sul piano bipartisan sulle infrastrutture da mille miliardi di dollari. Vicenda che ha sottolineato le profonde spaccature e le profonde ombre di sfiducia all'interno del partito che Biden e i leader democratici non sono stati in grado di superare.

WP
Un pacchetto che - evidenzia il Wp - segna il più grande investimento sul clima nella storia degli Stati Uniti, perchè è un ivestimento in energia pulita: un pacchetto di 555 miliardi di dollari di crediti d'imposta, sovvenzioni e altre politiche volte a ridurre le emissioni di gas serra. Provvedimenti che - per aziende e consumatori - vogliono rendere più facile l'acquisto di veicoli elettrici, l'installazione di pannelli solari, ristrutturare edifici e installare turbine eoliche e altre infrastrutture per l'energia green. Pacchetto sul clima che arriva in un momento in cui il presidente Biden - al G20 ma soprattutto alla Cop26 di Glasgow che seguirà - che gli Stati Uniti possono rispettare i propri impegni internazionali sul clima. La legislazione, insieme alle azioni esecutive, potrebbe aiutare Biden a dimezzare le emissioni di gas serra negli Stati Uniti in meno di nove anni rispetto ai livelli del 2005. Un invstimento che - per il consigliere per il clima del presidente Obama, Browner - è sei volte l'importo dell'investimento di Obama, che già allora ritenevamo molto corposo". Le cirtiche dai repubblicani: per gli Stati Uniti sarà più difficile sfruttare l'abbondante offerta di combustibili fossili. 

Un piano imperfetto, ma che è un grande passo in avanti per il Paese, leggiamo oggi in un editoriale del Washington Post. Non è un piano ampio eambizioso come voleva la maggior parte dei democratici. Anche sul clima si è rinunciato a molto, ma se buona parte del piano resterà intatta sarà sostanzialmente un bene. Finanziamenti per sei anni per la scuola materna universale. Copertura sanitaria sovvenzionata fino al 2025 a milioni di americani a basso reddito. Misure importanti, sebbe si sia rinunciato ad esempio ad alcune delle idee meno difendibili, come una costosa espansione di Medicare per gli anziani che già usufruiscono di sovvenzioni per le cure sanitarie. Più deludente ancora che i Democratici non abbiano trovato un accordo su una carbon tax che assicuri che tutta la spesa verde si traduca in riduzioni delle emissioni di gas serra. Ma il problema del clima è così pressante che è meglio accettare una politica non del tutto ottimale, perchè c'è davvero poco tempo per agire. 

Andiamo ora a vedere i giornali Britannici perchè gli effetti della Brexit si fanno sentire nel settore strategico della pesca, con le licenze rilasciate a numero limitato dopo l'uscita del regno unito dalla ue. 

DAILY TELEGRAPH
Johnson convoca l'ambasciatore francese per la crescente controversia sui diritti di pesca nella Manica. «Adesso dobbiamo parlare il linguaggio della forza, perché purtroppo è l'unico che il governo inglese capisce», spiega in tv il ministro francese per l'Europa, dopo che la polizia marittima ha fermato due pescherecci britannici durante i controlli in acque francesi. L'accusa agli inglesi è di aver pescato illegalmente nell'area, cioè senza le licenze necessarie. Sei mesi fa il Regno Unito inviò due navi da guerra di fronte all'isola britannica di Jersey per scoraggiare un tentato blocco ingaggiato dai pescherecci francesi. E adesso un altro scontro sulla pesca si apre tra Francia e Regno Unito: Vittime del braccio di ferro sono stati ieri mattina due pescherecci inglesi di capesante, uno destinatario solamente di un richiamo verbale, l'altro, il Cornelis Gert Jan, scortato al porto di Le Havre dalla polizia marittima dopo essere stato sorpreso a pescare nella baia della Senna, al largo della costa francese. Parigi sostiene non avesse le autorizzazioni necessarie, ma la società scozzese proprietaria è certa di essere in piena regola e che la mossa sia una ritorsione della Francia per lo scontro con Londra. L'imbarcazione si trova ora ormeggiata, sotto scorta, e l'autorità giudiziaria francese minaccia una multa da 75mila euro.

Metro
Un calcio alle capesante - è il titolo di Metro ma ricorre su alcuni giornali inglesi stamattina. Una nuova battaglia post-Brexit con i pescatori del Regno Unito che affermano di essere vittime dell'inasprimento del presidente francese Emmanuel Macron. Macron che così - secondo gli inglesi - vorrebbe dare un nuovo impulso alla sua campagna di rielezione. 




Daily Mail
In prima pagina sul daily mail c'è un altro titolo: sigarette elettroniche su prescriione: l'Inghilterra sarà il primo paese al mondo a prescrivere le sigarette elettroniche per aiutare i fumatori a smettere - lo ha annunciato il Il ministro alla salute Sajid Javid. Un piano "controverso", spiega il giornale, che arriva nonostante ci siano dice "un fiume di prove" - anche dall'Oms - sui rischi per la salute sigaretta elettronica. Non cis arebbero peraltro prove sufficienti per il loro uso aiuti le persone a smettere di fumare. Circa 2,7 milioni di adulti in Inghilterra usano le sigarette elettroniche, industria che nel Regno Unito che vale circa £ 1 miliardo. La forma liquida di nicotina che viene ridotta in vapore per essere inalata evita i danni causati dal fumo di tabacco, e gli esperti concordano sul fatto che i dispositivi sono molto più sicuri del fumo. Ma ci sono stati casi scioccanti di malattie legate allo svapo. 

E da maggio 2016, ci sono stati tre decessi nel Regno Unito legati a sigarette elettroniche o prodotti simili. Preoccupazione anche per i liquidi usati per aromatizzare le sigarette elettroniche. 

GUARDIAN
Tuttavia, il Guardian afferma che i medici hanno accolto con favore la notizia, affermando che potrebbe rassicurare i fumatori sui rischi relativi dele sigarette elettroniche e per il costo eccessivo. Le sigarette elettroniche non sono esenti da rischi ma le sostanze chimiche sono a livelli molto più bassi rispetto al tabacco.





Dalla Redazione

El Comercio (Ecuador) 
 
Argentina, presidente Fernández: "Non ci inginocchieremo davanti al FMI" 

 
Il presidente dell'Argentina, Alberto Fernández, ha dichiarato questa settimana davanti ai militanti del suo partito in uno stadio, alla periferia di Buenos Aires, che non si "inginocchierà" davanti al Fondo monetario internazionale (FMI) né firmerà "a nessun prezzo" un nuovo accordo con l'organizzazione, con cui il Paese sudamericano cerca rifinanziare debiti per circa 43 miliardi di dollari: "Se ancora non chiudiamo un accordo è perché non ci inginocchieremo, negozieremo fino a quando la nostra gente non vedrà il proprio futuro a rischio per il pagamento di un debito". Fernandez si è rivolto ai media argentini dicendo: "A volte vorrei che i giornali argentini, invece di chiedermi di affrettare un accordo con il Fondo in qualsiasi modo, dicessero al Fondo di assumersi la responsabilità del danno che ha fatto dando all'Argentina un debito che non ha potuto pagare. Il mandatario ha definito una "rovina" per il suo paese l'accordo di aiuti finanziari che nel 2018 il FMI aveva firmato con l'allora presidente Mauricio Macri (2015-2019), per 56 miliardi di dollari, di cui 44 miliardi sono stati erogati. Fernández incontrerà questo fine settimana, nell'ambito del vertice del G20 a Roma, l'amministratore delegato del FMI, Kristalina Georgieva. L’incontro intende raggiungere un accordo su un'estensione delle agevolazioni per rifinanziare il debito, con interessi più bassi, tariffe e termini di pagamento di almeno 10 anni. Il governo argentino ha affermato che il Paese non ha la capacità di pagare i pesanti impegni stipulati fino al 2024 nell'accordo stand-by del 2018.


ng.ru

L'assenza di Xi Jinping e Putin ai vertici di Roma e Glasgow fa il gioco di Biden
Gli Stati Uniti vogliono mobilitare i propri partner contro i regimi autoritari


Il presidente degli Stati Uniti, Joseph Biden, ritiene che sia necessario tenere un incontro con il presidente cinese, Xi Jinping, per stabilizzare i rapporti tra le due potenze. Ma poiché Xi ha limitato i suoi viaggi, i colloqui si svolgeranno in formato virtuale entro la fine dell'anno, ha annunciato l'assistente presidenziale per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan. Allo stesso tempo, ha sottolineato che, a differenza del leader cinese, il leader della Casa Bianca volerà al vertice del G20 a Roma e alla conferenza sul clima in Scozia. I media in America e Hong Kong notano che la decisione dei capi della RPC e della Russia di rimanere a casa a causa del COVID-19 è vantaggiosa per gli Stati Uniti. Ciò consentirà loro di radunare gli Stati contrari a Pechino e Mosca. Per quanto riguarda il G20, in questo incontro verranno discusse molte questioni, tra cui lo stato dell'economia mondiale, il problema nucleare dell'Iran. Ma Washington non ha ammorbidito il tono dei suoi attacchi alla Cina prima del vertice. Ad esempio, il segretario di Stato americano, Anthony Blinken, ha definito Taiwan un faro di democrazia, che Pechino vuole estinguere.

Prima della pandemia, Xi viaggiava in più Paesi ogni anno e rimaneva all'estero più a lungo dei presidenti degli Stati Uniti. E ha accolto volentieri gli ospiti a casa. Nel 2011, quando Xi era vicepresidente della RPC, lo stesso Biden, allora vicepresidente, era ospite. E ora invece comunica con i leader stranieri comodamente dalla sua scrivania.

La maggior parte dei leader dei paesi del G20 ha viaggiato all'estero nel 2021. Anche il presidente russo Vladimir Putin ha viaggiato e ha ricevuto ospiti stranieri. Ma quando il presidente della Repubblica popolare cinese uscirà dall'autoisolamento, allora, secondo le previsioni degli esperti occidentali, Mosca diventerà la sua prima destinazione. Dopotutto, Xi, essendo diventato capo di Stato, per prima ha visitato la Russia.