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MONDO

Venerdì 22 ottobre 2021

Le notizie dal mondo, la rassegna stampa internazionale

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di Paolo Cappelli

La Germania potrebbe avere un nuovo governo guidato da Olaf Sholz a inizio dicembre, titola oggi Welt, mentre a Bruxelles Angela Merkel è protagonista assoluta per l'ultima volta al consiglio europeo. Lotta alla pandemia, transizione energetica, i temi apparecchiati sul tavolo ma poi, questa settimana, è esplosa la grana Polonia. 
Merkel tenta ancora una volta una mediazione con Varsavia e questo suo invito alla cautela è un po' l'eredità politica lasciata a un'Europa che si interroga sul futuro e sulle ragioni dello stare insieme.

FT
Si accende il dibattito sui tassi mentre l'inflazione punta al 5%, dice il capo degli economisti della Banca centrale d'Inghilterra.

È probabile che l'inflazione nel Regno Unito aumenti "vicino o addirittura leggermente al di sopra del 5%" all'inizio del prossimo anno, ha avvertito il nuovo capo economista della Banca d'Inghilterra, Hew Pill, e già a novembre la banca centrale potrebbe prendere una decisione "in tempo reale" sull'aumento dei tassi di interesse. L'inflazione è aumentata rapidamente per gran parte del 2021 a causa della forte ripresa economica dalla crisi del coronavirus, dell'aumento dei prezzi dell'energia e dell'interruzione della catena di approvvigionamento globale. "Non sarei scioccato  mettiamola così  se vedessimo un'inflazione vicino o superiore al 5% nei prossimi mesi  ha detto Pill - E questo è un posto molto scomodo per una banca centrale con un obiettivo di inflazione del 2%".
I mercati finanziari stanno scommettendo su un aumento dei tassi di interesse della BoE già il mese prossimo, spinti dai commenti del governatore Andrew Bailey nel fine settimana secondo cui la banca centrale dovrebbe "agire" per tenere a freno l'inflazione.

Merkel cerca di mediare
Angela Merkel è Bruxelles per quello che probabilmente sarà il suo ultimo Consiglio europeo e ha esortato i partner europei alla cautela nella disputa con la Polonia. E' una posizione tipica dei 16 anni da architetto di ponti di Angela Merkel nell'UE - lasciando interrogativi sul futuro, su chi sarà il mediatore dell'Ue quando lei lascerà la scena politica. La cancelliera tedesca ha detto che gli stati membri devono trovare il modo di "tornare insieme", proprio quando invece sono in disaccordo su come affrontare la sentenza della corte costituzionale polacca, secondo cui parti chiave del diritto comunitario non sono compatibili con la costituzione polacca, una sfida diretta all'ordine giuridico dell'Unione che ha sollevato domande sul futuro della Polonia nell'UE. "Una cascata di controversie legali portate davanti alla Corte di giustizia europea non è la soluzione", ha detto Merkel prima che iniziasse il vertice a Bruxelles

l'Ue teme la perdita della costruttrice di ponti, Angela Merkel mentre alcune figure di spicco della nascente maggioranza semaforo in Germania enfatizzano la continuità con l'era Merkel in politica estera, alcuni vogliono una linea meno morbida, più decisa, sia verso la Russia sia verso la Cina sia sul tema del rispetto dello stato di diritto nei paesi orientali dell'Ue.

Die Presse
La Polonia minaccia di rompere l'UE.
Bruxelles. Crisi energetica, pressione migratoria, eliminazione dello stato di diritto in Polonia: il 107° e ultimo consiglio europeo di Angela Merkel ha portato alla cancelliera tedesca uscente più problemi che mai. Per quanto avesse cercato in anticipo di togliere dall'agenda la crisi Polonia, questo è stato il primo argomento che i 27 capi di Stato e di governo hanno dovuto affrontare. Mateusz Morawiecki, primo ministro polacco, si è lamentato in modo irragionevole di un presunto "ricatto". Merkel spera ancora in una soluzione nel dialogo, e non è sola: "Sarebbe un peccato ci arrendessimo solo quando si tratta di soldi", ha detto il capo del governo lussemburghese, Xavier Bettel. Molto è stato scritto sull'era di Angela Merkel nelle ultime settimane, sotto un aspetto la maggior parte di questi ritratti del Cancelliere tedesco si sovrappongono: la sua massima è evitare o disinnescare i conflitti, ove possibile ha depoliticizzato i conflitti politici. Ma questa è anche la causa dei problemi dell'Ue, che dop 16 anni di Merkel è matura per una nuova fase.

The Economist
Una rivoluzione d'ottobre.
Finalmente un contraccolpo contro il malgoverno nell'Europa dell'Est.
Corruzione, autocrazia, governo prepotente: questi erano i pericoli che molti speravano che l'Europa orientale stesse lasciando quando le sue nascenti democrazie si unirono all'Unione Europea nei primi anni 2000. Invece, il resto dell'Europa ora ha di che preoccuparsi, i paesi dell'est hanno semplicemente contrabbandato questi vizi nell'Ue. Uno dei maggiori colpevoli è la Polonia. Prima il governo di Varsavia ha riempito la sua Corte costituzionale di giudici compiacenti e poi li ha fatti decretare che la costituzione polacca può scavalcare i trattati europei, un assalto a un principio fondamentale dell'Unione. Viktor Orban, primo ministro ungherese di lunga data, ha intimidito gli oppositori politici, i media critici e gli omosessuali ungheresi, tra gli altri. Ora dall'Ue arrivano segnali di risveglio.

FAZ
I leader europei insistono sulla linea dura con la Polonia.
Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel voleva addirittura scansare un dibattito sulla Polonia. Tuttavia, diverse capitali avevano segnalato nei giorni scorsi che l'argomento non poteva essere ignorato. L'olandese Mark Rutte è arrivato a Bruxelles con un mandato del suo Parlamento per sollevare il caso. "Dobbiamo essere duri", ha detto all'arrivo. "L'indipendenza della magistratura è fondamentale e non è negoziabile". Rutte ha espressamente sostenuto il blocco degli aiuti europei alla Polonia.  "E' molto difficile  ha detto - aprire una nuova grande pentola di denaro finché la Polonia non riconosce il primato del diritto europeo". Anche Alexander De Croo, il primo ministro belga, ha affermato che è "una buona cosa" che i fondi siano bloccati. "Non puoi essere un membro del club e poi non seguire le regole che valgono per tutti".
L'unico capo di governo che ha difeso Morawiecki pubblicamente prima del consiglio europeo è Viktor Orbán, che ha parlato di una "caccia alle streghe" contro la Polonia.  "La Polonia è un buon paese, il migliore d'Europa", ha detto Orbán, ha "la migliore economia, la democrazia si afferma, le elezioni sono eque - qual è il problema?".

Gazeta
Intervista al capogruppo dei Popolari europei Manfred Weber: questo non è un conflitto fra Varsavia e Bruxelles, ma fra la Polonia e gli altri Paesi membri dell'Unione, che si preoccupano per l'indipendenza del sistema giudiziario e lo stato di diritto in Polonia. Solo Vladimir Putin è soddisfatto dalla condotta attuale della Polonia.




Welt
Monito di Erdogan all'Occidente
Il presidente turco Erdogan vuole espellere dieci ambasciatori occidentali e sta ancora una volta cercando di coprire i problemi interni del suo paese con conflitti provocati all'esterno. L'Occidente probabilmente ignorerà la minaccia. Tuttavia, una risposta appropriata dovrebbe essere diversa.

Scholz dovrebbe diventare cancelliere all'inizio di dicembre.

TAZ
La battaglia per la cassa.
È più dura dell'ostentata armonia, nei negoziati per dar vita alla coalizione semaforo. Christian Lindner e Robert Halbech discutono sul ministero delle Finanze, convinti entrambi che chi se lo aggiudicherà condizionerà il corso del prossimo governo.



NYT
Haiti terrorizzata dalle gang armate, preoccupano le alleanze che i gruppi criminali armati stanno forgiando per affrontare la debole e poco attrezzata polizia haitiana. Secondo alcune stime, le bande controllano circa la metà di Port-au-Prince e dei suoi sobborghi.

Obbligo di vaccinazione per i dipendenti comunali a NYC se non vogliono perdere lo stipendio. 
New York City ha compiuto uno dei suoi passi più aggressivi finora per aumentare i tassi di vaccinazione in una città che un tempo era l'epicentro della pandemia, richiedendo a quasi tutti i membri della più grande forza lavoro municipale del Paese di vaccinarsi entro la fine del mese o perderanno le buste paga.
L'obbligo deciso dal sindaco uscente Bill De Blasio punta a convincere migliaia di lavoratori comunali che hanno resistito fin qui a farsi vaccinare prima dell'inverno. Almeno 46.000 agenti di polizia, vigili del fuoco e altri lavoratori della città non hanno ancora ricevuto il vaccino e l'obbligo potrebbe portare a carenze di personale in un momento in cui la città si sta ancora riprendendo dalla pandemia e mentre sono aumentate le sparatorie. "Dobbiamo salvare vite umane e lo facciamo con le vaccinazioni", ha detto De Blasio, democratico con meno di tre mesi ancora di incarico. "Il mio obiettivo è porre fine una volta per tutte all'era Covid. Si può fare, ma solo se continuiamo a insistere".  New York è una delle prime grandi città americane a richiedere la vaccinazione per tutta la sua forza lavoro municipale senza un'opzione test. San Francisco ha stabilito un obbligo per i suoi 35.000 dipendenti, che entrerà in vigore il 1° novembre, e Los Angeles e Chicago hanno spinto i lavoratori pubblici a farsi vaccinare. Tra gli stati, Washington e Massachusetts richiedono il vaccino ai propri dipendenti statali. A NYC l'obbligo di vaccinazione a partire dal 1° novembre si applicherà a 160.000 dipendenti comunali. La città ha più di 300.000 lavoratori, ma quasi la metà è già vaccinata. I sindacati degli agenti di polizia e degli altri dipendenti pubblici a New York City hanno promesso di combattere l'obbligo e chiedono a De Blasio di negoziare minacciando altrimenti azioni legali.


Dalla redazione


Clarin (Argentina) 


USA/Messico: ondata migratoria al confine non si placa e gli arresti raggiungono record storici

Per il quotidiano americano The Washington Post, secondo i dati di un report, sono più di 1,7 milioni gli immigrati arrestati nell’ultimo anno alla frontiera tra gli Stati Uniti e Messico, cifra mai vista finora. Tra il 2019 e il 30 settembre del 2021 sono stati intercettati circa 977.000 immigrati, superando di gran lunga il numero più alto registrato negli ultimi anni.  

Di quella cifra, e nello stesso periodo, più di 930.000 irregolari sono stati però espulsi a causa della legge in vigore, denominata Titolo 42, impone, con la scusa anche del covid-19, alla stragrande maggioranza degli immigrati e richiedenti asilo il rimpatrio. 

Ma la cifra è impazzita dopo l'arrivo di Joe Biden alla Casa Bianca, provocando al confine una crisi migratoria che aveva messo in discussione la politica del presidente democratico di offrire una politica di accoglienza più “umana”. 

L'arrivo massiccio di immigrati ha messo in seria difficoltà il governo e ha scatenato un'ondata di critiche da parte dei repubblicani, che rimproverano ai democratici di aver sospeso le misure di Trump che, a loro avviso, tenevano sotto controllo i flussi migratori. Tuttavia, i difensori dei diritti degli immigrati e dei richiedenti asilo sono molto delusi dall'azione dell'amministrazione Biden, che si serve del controverso Titolo 42 (applicato già da Trump nel marzo 2020) nel tentativo di sigillare il confine statunitense con il Messico; e anche per non aver fatto, a suo avviso, abbastanza per rovesciare definitivamente il programma del Protocollo di protezione dei migranti (MPP), noto anche come "Quedate en Mexico", che ha costretto circa 70.000 richiedenti asilo a rimanere in territorio messicano mentre i loro casi vengono risolti negli Stati Uniti.


mk.ru

É un “fantoccio” a guidare la delegazione talebana a Mosca


É inutile condurre le trattative con loro
Il 20 ottobre i talebani sono arrivati ​​a Mosca per colloqui. La delegazione talebana è guidata dal secondo vice primo ministro dell'Emirato islamico dell'Afghanistan, Abdul Salam Hanafi. Nell’agenda la situazione nel paese e la formazione di un governo inclusivo. Naimi Ahmad Shoaib, originario della provincia del Panjshir, economista e sostenitore del fronte di resistenza nazionale afghano, ha parlato del perché questi negoziati non dovrebbero essere presi sul serio e perché il capo della delegazione non decide nulla. Il capo della delegazione, Abdul Salam Hanafi, è di etnia uzbeka. Negli anni '90 è stato viceministro dell'istruzione nel governo talebano. Poi è diventato, per così dire, uno dei simboli del gruppo dei talebani, come il generale da cerimoniale. Inviando questa persona a Mosca, i talebani vogliono mostrare alla comunità mondiale che cooperano con diversi gruppi etnici: uzbeki, tagiki e altri che vivono in Afghanistan. Difatti, tutto il potere è nelle mani della famiglia Haqqani. Ad esempio, uno dei membri del clan Haqqani ora ricopre la carica di ministro degli Interni. Il capo della delegazione arrivato a Mosca, Abdul Salam Hanafi, di recente ha avuto un incontro con i rappresentanti degli Hazara. Sono venuti da lui con lamentele sui talebani, che hanno espulso dalle loro case le persone che vivono in diverse province. Hanafi ha onestamente ammesso di essere impotente in questa materia, non poteva fare nulla. Ha consigliato di chiedere aiuto al ministro degli Interni Sirajuddin Haqqani o di parlare con uno dei pashtun. Da ciò si può concludere che i talebani non prendono sul serio la figura di Hanafi. E non prendono sul serio i negoziati che si stanno svolgendo a Mosca. Altrimenti avrebbero inviato una persona più seria come parte della delegazione che ha l'autorità per risolvere alcune questioni. Quindi la delegazione che si profila a Mosca non ha alcuna influenza sui talebani, e il suo capo è solo un "fantoccio". Viene annunciato che il tema centrale dell'evento sarà uno stato inclusivo. Forse la Russia si aspetta che i talebani agiscano in questa direzione. Ma parlare con i rappresentanti di questa delegazione è inutile. Tali questioni dovrebbero essere risolte direttamente con il Pakistan, che sostiene i talebani, o con il gruppo Haqqani. Ma è improbabile che vadano ai negoziati.