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MONDO

Lunedì 19 luglio

Le notizie dal mondo: la rassegna stampa internazionale

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di Andrea Gerli
The Guardian

La cyber-sorveglianza non è un qualcosa di nuovo. E' del resto l'altra faccia delle enormi potenzialità del digitale, soprattutto degli smartphone, è già nota. Enormi potenzialità, enormi rischi. Un'inchiesta del guardian e altre 16 testate internazionali, tra cui anche washington post e le monde, e come vediamo SUDDEUTSCHE ZEITUNG, svela come attivisti per i diritti umani, giornalisti e avvocati in tutto il mondo siano stati sorvegliati grazie a un malware, Pegasus, prodotto dalla israeliana NSO GROUP. Ma l'aspetto rilevante è che a violare la privacy dei cittadini sono stati dei GOVERNI come Azerbaijan, Bahrain, Kazakhstan, Mexico, Morocco, Rwanda, Saudi Arabia, India, emirati arabi uniti, e, importante sottolinearlo, l'ungheria di viktor orban.

Il software infetta smartphone android o apple, e sostanzialmente apre una porta in questi dispositivi, rendendo disponibili messaggi, foto, email, telefonate, posizione gps e tanto altro. Può anche, così come per i trojan utilizzati nelle inchieste giudiziarie, attivare i microfoni e registrare l'audio ambientale. Si parla di almeno 50mila numeri di telefoni infettati dal 2016, e quello che troviamo oggi sulle edizioni cartacee e web non è che l'inizio delle rivelazioni

I giornalisti in questo elenco sarebbero 180, scrive il guardian, delle principali testate internazionali.  IL PAESE con più numeri in elenco è il messico. Ufficialmente la NSO vende ad agenzie governative. Il sospetto è che questo software possa essere finito in mani sbagliate o utilizzato per fini opachi. Il numero del reporter freelance messicano CECILIO PINEDA BIRTO è tra questi. Era il 2017. Poche ore prima dell'omicidio il reporter, 38 anni, aveva accusato sui social le autorità locali di essere colluse con un boss locale. I sicari lo hanno localizzato poche ore dopo nel sud del paese. Da giorni riceveva minacce anonime sullo smartphone. La NSO RESPINGE OGNI accusa e spiega che il suo software viene venduto solo a militari, forze dell'ordine e agenzie di intelligence in 40 paesi. Tuttavia, scrive ancora il GUARDIAN, l'enorme elenco di numeri di persone che non hanno alcun collegamento con il mondo del crimine porta a pensare che i clienti della NSO possano aver passato il malware ad altri. Una circostanza confermata dalle analisi svolte su alcuni dei telefoni nella lista da Amnesty, partner tecnico del pegasus project.

CLIENTE di NSO, scrive il guardian ancora, è l'ungheria di viktor orban, come dicevamo.. Una Nuova arma nella sua guerra contro i media. E il guardian lo afferma in base proprio alle analisi degli smartphone infettati. Ci sono contatti di persone oggetto di indagini criminali, ma anche almeno 10 avvocati, un poilitico di opposizione e almeno cinque giornalisti. Alcuni lavorano, come Szabolcs Pany nella testata investigativa direkt36.
"PENSO SIA UNA paranoia del governo, quella che c'è contro nio giornalisti" verso noi giornalisti, dice Pany. Il governo di budapest nega tutto. Tuttavia, si sottolniea, il portavoce di Orban ha pubblicamente attaccato il giornalista, accusandolo di orbanofobia e ungarofobia, dipingendolo più come un attivista che come un giornalista. Lo ricordiamo, dal 2010, anno dell'ascesa al potere del premier ungherese, il paese è sceso dal 23esimo al 92esimo posto nell'indice mondiale di libertà di stampa. Primo leader europeo, orban è finito nella lista dei nemici della libertà di stampa stilata da Reporter senza frontiere.  

Ma è sul WASHINGTON POST che andiamo per trovare il precedente tristemente famoso dell'uso questo spyware. E' il caso Jamal Khashoggi, giornalista e oppositore saudita ucciso nel consolato del proprio paese a Istanbul nel 2018. Secondo il WASHINGTON POST i telefoni della ex moglie e della compagna sono finiti nel mirino di Pegasus sei mesi prima della sua uccisione. Lo stesso khashoggi si era detto preoccupato di essere seguito e aveva chiesto a entrambe di cambiare applicazione di messaggistica. Uno sforzo vano, visto che pegasus è in grado di prendere totalmente il controllo del telefono. Non solo: l'hackeraggio sarebbe continuato anche dopo la morte del giornalista, per seguire le comunicazioni della sua compagna turca, Hatige. 

Cambiamo argomento e torniamo per un istante sul GUARDIAN. E' il freedom day nel regno unito, la fine delle restrizioni. Ma gli scienziati avvertono: i casi nel paese potrebbnero arrivare a 200mila al giorno. Sono quasi inevitabili, spiega neil ferguson, e metteranno di nuovo alla prova il sistema sanitario. Di questo si parla su tutti i quotidiani britannici. Vediamo il DAILY TELEGRAPH. La farsa del freedom day, mentre su johnson crescono le pressioni per mettere fine alla cossiddetta PINGdemia. Ovvero: l'obbligo di autoisolamento per chiunque sia entrato in contatto con un positivo. Lo stesso johnson e il cancelliere dello scacchiere Sunak sono stati obbligati a mettersi in quarantena proprio nel freedom day. Il contatto è il ministro della salute, in carica da appena un mese, vaccinato con doppia dose ma risultato positivo sabato scorso.

In realtà lo stesso johnson aveva escluso, scrive il telegraph, di volersi mettere in quarantena, delineando un progetto pilota di test quotidiani senza quarantene. Un progetto pilota per soli vaccinati ma, evidentemente, non per tutti, visto il costo dei test. Così johnson è stato costretto alla retromarcia, nemmeno tre ore dopo l'annuncio. Ma il giornale conservatore chiede a johnson di andare oltre. basta quarantene per i vaccinati con doppia dose. Il mondo del lavoro britannico, vista l'esplosione di casi dovuta alla variante delta, è messo a dura prova dalle quarantene, e alcuni settori essenziali soffrono di gravissime carenze di personale.


Simile la posizione del DAILY MAIL. Il tabloid chiede: ora Johnson capirà il senso della pingdemia?... E' costretto a una retromarcia umiliante sulla sua quarantena per i vaccinati, mentre la esclude per i sanitari, costretti a lavorare anche se in contatto con positivi.







Similmente scrive il FT: johnson e sunak si isolano, mentre la carenza di manodopera pesa, in un curioso contrappasso, sul freedom day. Si riapre tutto nel regno unito ma, vista l'enorme quantità di quarantene, molti rischiano dinon poter riaprire per carenza di personale. 







Andiamo su CNN ora: il network statunitense si chiede quanto la scelta di johnson possa avere successo. Johnson sta scommettendo di nuovo sulla riapertura. Anche se ammette, allo stesso tempo, che ciò potrebbe portare a nuove morti da covid. Oggi, si legge, Johnson mette i cittadini inglesi al centro di un esperimento che darà qualche indicazione su come un paese densamente popolato, con casi in forte ascesa, gestirà la pandemia senza lockdown. Il vantaggio è che la maggior parte della popolazionme adulta è vaccinata con doppia dose. Tuttavia, si legge ancora, mentre i vaccini hanno evitato sicuramente migliaia di morti, i casi sono in forte ascesa. L'inghilterra però va avanti, mentre scozia galles e nord irlanda rimangono più cauti. Da oggi niente mascherine obbligatorie, limiti agli incontri all'esterno o all'interno. Riaprono anche locali e discoteche. 
Il precedente è quello del 2 dicembre, quando johnson promise un natale normale. Una promessa che fu costretto a infrangere visto l'aumento dei casi. Cosa può andare male? Il sistema sanitario può comunque essere messo sotto pressione con un numero tale di infezioni. E nonostante l'alta efficacia dei vaccini, non tutti risultano immunizzati alla fine delle soministrazioni. L'altra minaccia è la capacità di mutare del virus. Simon Clarke, dell'università di Reading, ricorda a CNN come ogni singola infezione produce una mutazione. Forse non vedremo una variante resistente ai vaccini. Ma probabilmente delle varianti che ne metteranno alla prova l'efficacia. Mentre, dice ancora, sono tutti da valutare gli effetti del long covid… gli effetti a lungo termine della malattia…

Sulla stampa tedesca ora. Il giorno dopo la visita di Angela Merkel nei luoghi colpiti dalla devastante inondazione di 5 giorni fa. "La lingua tedesca conosce a malapena le parole per questa devastazione", afferma il cancelliere Angela Merkel in visita nella regione del disastro. Ha annunciato che mercoledì il governo federale lancerà un programma di aiuti, parlando di una situazione surreale e spettrale. Fortunatamente, la Germania è "un Paese che può farlo finanziariamente. A questa forza della natura ci opporremo - nel medio e lungo termine, anche con una politica che tenga più in considerazione la natura e il clima di quanto non abbiamo fatto negli ultimi anni", ha proseguito Merkel. "Dobbiamo fare in fretta per combattere il cambiamento climatico".

Sul TAGESSPIEGEL, troviamo ancora le polemiche, dopo le quasi 200 vittime dell'alluvione. Il sistema di allerta aveva previsto con precisione le inondazioni, ma non ci sono state reazioni, leggiamo. Nel mirino finisce il labirinto di competenze e sovrapposizioni tra le autorità locali e centrali. Risultato: gli allarmi furono ignorati. Ancora su tagesspiegel le POLEMICHE su Armin Laschet, premier del nordreno westfalia e, soprattutto, candidato della cdu alle elezioni di settembre. Nella bufera una foto che lo ritrae sui luoghi del disastro mentre ride. "Inopportuno, scrive der tagesspiegel. Risate catturate da un fotografo proprio mentre il rpesidente federale steinmeier portava la sua vicinanza alle vittime  di questa tragedia. Laschet si è scusato, ma la polemica politica non si placa e i quotidiani si chiedono: può davvero essere adeguato a sostituire angela merkel alla cancelleria - ammesso che vinca le elezioni?



Su DEUTSCHE WELLE: il bilancio dei morti sale, mentre merkel visita le zone più colpite. In alcune foto vediamo i luoghi più colpiti… come il paese di SCHULD. O, ancora, l'impressionante frana di BLESSEM e, ancora BAD MUNSTEREIFEL.
In chiusura l'editoriale, sempre su deutsche welle: tutto questo non può essere fermato, dobbiamo adattarci, si legge. Ora capiamo che ci troviamo davanti a una crisi climatica. Limitare le emissioni di gas serra è solo un lato del problema. La prevenzione è l'altro. In questo articolo David Ehl tira in ballo di nuovo Armin Laschet, delfino di ANgela Merkel. La commissione europea ha proposto un piano ambizioso, con lo stop alle vendite di veicoli a combustione fossile dal 2035. Laschet, però, ha una posizione più sfumata, non ritiene che sia giusto porre degli orizzonti temporali così stringenti. Sono più vicino all'età di greta thumberg, scrive ancora l'autore dell'articolo, che ad armin laschet. In che mondo vivremo tra qualche anno se non facciamo qualcosa? Non solo piogge: le autorità tedesche quest'anno hanno rilevato un aumento dlele morti dell'11% durante l'ondata di caldo che ha preceduto l'alluvione. Ma è così in ogni parte del mondo: combattere il cambiamento climatico e riconfigurare le città, fare prevenzione. Serve una maggiore consapevolezza su come potremo proteggerci dagli impatti devastanti del cambiamento climatico.