MONDO
Giovedì 21 ottobre
Le notizie dal mondo, la rassegna stampa internazionale

Niente mascherine, per favore, siamo inglesi. A fine ottobre, nel Paese che per primo ha saputo spingere sull'acceleratore della vaccinazione di massa, torna in discussione la gestione delle misure anti pandemia: perché i contagi sfiorano quota 50mila al giorno e i morti sono 150, 170, anche 223, questa settimana, in 24 ore. Sulle prime pagine internazionali anche un addio, quello del presidente della Bundesbank Jens Weidmann, dimissioni importanti, le sue, anche per il resto d'Europa in una fase dove milioni di europei fanno i conti con un vecchio conoscente, l'inflazione.
The Independent
Agire ora o ci saranno altre restrizioni anti covid, avverte Javid
Appello alla responsabilità del ministro della Salute fra crescenti timori di una crisi invernale.
The Times
Monito di Javid: i contagi giornalieri potrebbero arrivare a 100mila
Saranno necessarie ulteriori restrizioni anti coronavirus se i cittadini non riceveranno un richiamo del vaccino e continueranno a non prendere sul serio la raccomandazione di indossare mascherine, ha detto ieri il segretario alla salute, prevedendo che i casi potrebbero raggiungere i 100.000 al giorno. Sajid Javid ha insistito sul fatto che "la vita non è tornata alla normalità " e ha esortato le persone a prendere precauzioni per incontrarsi all'aperto più che al chiuso. In un triste briefing a Downing Street che ha ipotizzato mesi più bui e nuove varianti in arrivo, Javid ha cercato di scioccare le persone con l'invito a un comportamento più cauto ricordando che "questa pandemia non è finita" e sollecitando una "missione nazionale" per accelerare la vaccinazione.
The i
Richiamo del vaccino e mascherine per salvare il Natale, la richiesta di Javid.
Invito ai cittadini a sottoporsi alla terza dose di vaccino se rientrano nelle fasce di popolazione per le quali è consigliato, se non vogliamo andare incontro a nuove restrizioni per le feste. Gli ultra cinquantenni possono contattare direttamente le strutture sanitarie per fissare la data della dose di richiamo. Tony Blair: il governo dovrebbe darsi l'obiettivo di mezzo milione di richiami al giorno per evitare un auarto lockdown nazionale.
Daily Telegraph
Prendete il richiamo per tenervi strette le libertà, dice il segretario alla Salute.
Javid ha detto che il governo non ha in agenda "a questo punto" l'attuazione immediata del Piano B, che il Telegraph sostiene includa mascherine obbligatorie, invito a tornare al telelavoro e green pass. Ma il giornale riporta che i funzionari del Cabinet Office stanno "già discutendo le proposte per mischiare i vari divieti, parte di un 'Piano C'".
Financial Times
Agire ora o impennata di casi invernali, dice Javid ai cittadini
Weidmann lascia la guida della Bundesbank mentre si avvicinano scelte cruciali per la BCE.
L'uscita di Weidmann apre la strada alle colombe della BCE
Jens Weidmann è il membro più longevo del consiglio direttivo della Banca Centrale Europea e uno dei "falchi" su posizioni tradizionalmente ortodosse della Bundesbank sulla politica monetaria che attingono all'esperienza tedesca di iperinflazione negli anni '20. Così la sua partenza da presidente della Bundesbank apre la porta a un potenziale ulteriore spostamento a favore della maggioranza "colombe" della BCE.
La decisione di Weidmann di dimettersi alla fine dell'anno, quando la Germania sarà probabilmente governata da una coalizione guidata dai socialdemocratici di Olaf Scholz, ha innescato le discussioni sul suo probabile successore. Il presidente della Bundesbank ha ritenuto di dover lasciare prima che la Germania assuma la presidenza del G7 a gennaio. Per Holger Schmieding, capo economista di Berenberg, "il nuovo governo tedesco probabilmente nominerà un successore meno falco", aggiungendo che potrebbe scegliere Isabel Schnabel, la recente nomina della Germania al comitato esecutivo della BCE, "o qualcuno con simili punti di vista mainstream".
Handelsblatt
Jens Weidmann si dimette
Il presidente della Bundesbank vuole "voltare pagina" dopo dieci anni. La sua successione è ora un argomento nei negoziati di coalizione.
Il presidente della Bundesbank si è recentemente sentito in minoranza con il suo approccio normativo nel Consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE). Ha sempre insistito su una separazione netta della politica monetaria e fiscale - ed è stato scettico sulla prossima decisione di dicembre su un'estensione del programma di acquisto di obbligazioni PEPP lanciato nella pandemia della corona. Secondo il piano attuale, il programma dura fino alla fine di marzo e offre alla BCE una flessibilità speciale per comprare titoli di stato e sostenere così singoli stati come l'Italia.
1,85 trilioni è l'attuale programma di emergenza pandemica, conosciuto con il suo acronimo PEPP.
FAZ
Weidmann annuncia le dimissioni da presidente della Bundesbank
Dopo 10 anni si apre un nuovo capitolo per me e per la banca. Lindner: la rotta non deve cambiare.
La fine di un'era, di Gerald Braunberger
La storia della Banca Centrale Europea si può grossolanamente dividere in due epoche. Nella prima, dalla sua fondazione nel 1998 al 2011, la BCE era visibilmente nella tradizione della Bundesbank. Una tradizione incarnata dai capo economisti tedeschi Otmar Issing e Jürgen Stark. Questa fase si concluse con lo scoppio della crisi dell'euro e le dimissioni di Stark e dell'allora presidente della Bundesbank, Axel Weber. La nomina di Jens Weidmann come successore di Weber ha almeno assicurato che la tradizione della Bundesbank nella gestione della BCE avesse una voce udibile dopo il 2011. La maggioranza nel Consiglio della Banca Centrale, tuttavia, si è allontanata sempre più dalla tradizione della Bundesbank. Spinta dagli interessi di altri Stati membri dell'unione monetaria, la BCE si è avvicinata a una concezione americana della politica monetaria. Senza Weidmann, è probabile che questa tendenza si accentui.
Welt
Con Weidmann se ne va l'ultimo correttivo
op/ed: un disastro per risparmiatori ed aziende, di Ulf Poschardt
Weidmann lascia la Bundesbank: che perdita! Che catastrofe per la politica monetaria comune in questo paese, ma soprattutto per l'intera zona euro, dove il feticcio dello stampare denaro è esibito con disinvoltura dal capo della BCE Christine Lagarde. Dopo la crisi del debito sovrano, questa politica della BCE ha stabilizzato il continente, ma allo stesso tempo ha reso popolare un'irrealtà economica, che Jens Weidmann ha spesso contrastato in una posizione solitaria.
Tutti mettono in guardia contro il populismo di destra. Ma il populismo monetario è almeno altrettanto pericoloso: indebitarsi senza inibizioni. Jens Weidmann è stato uno dei pochi in Germania che ha costantemente combattuto contro questa tendenza. Il fatto che si dimetta da capo della Bundesbank è un disastro.
(inflazione in Germania al 4,1 su base annua a settembre, la Bundesbank prevede anche il 5% entro fine anno, livelli che non si vedevano dal '92).
Die Presse
Inflazione come nel 2011
Vienna. Sta aumentando sempre di più e ora ha raggiunto un massimo da dieci a questa parte: torna l'inflazione. A settembre, i prezzi al consumo in questo paese sono saliti del 3,3% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso.
La Vanguardia
Alimentari e commerci annunciano un aumento dei prezzi
Pesano gli incrementi della bolletta elettrica e delle materie prime che erodono i margini delle imprese della distribuzione.
La Razon
La proposta di legge di bilancio seppellisce il patto di coalizione fra socialisti e Podemos
I ministri ammettono il cambio di fase e il malessere con le scelte di comunicazione della vicepresidente e ministra del Lavoro Yolanda Diaz. Casado, Popolari, non vuole negoziare con i baschi di Bildu perché, sostiene, sarebbe un colpo di spugna su chi ha giustificato 850 morti
"La coalizione non va più avanti". La riflessione arriva dall'ala socialista del Consiglio dei ministri di Pedro Sánchez, in una settimana in cui i partner di governo continuano a mostrare segnali di crescente tensione e lo nascondono sempre meno. Il fatto che facciano la guerra separatamente non significa che le elezioni si terranno prima. Continueranno a condividere il Gabinetto, senza nascondere che ognuno lavora per interessi diversi.
Al PSOE sanno che, nei prossimi mesi, almeno fino a primavera, arriveranno tempi duri: il margine di spesa si restringe e la crisi energetica guiderà un processo inflazionistico con un impatto molto duro sul potere d'acquisto dei cittadini. La manovra per il prossimo anno rappresenta la svolta e da qui in poi, se si ascolta cosa dicono da entrambe le parti, non possiamo aspettarci che le riforme vadano avanti o che la coalizione sia produttiva.
New York Times
Biden sostiene il compromesso per portare a casa una vasta agenda welfare
In risposta alla ferma opposizione incontrata nel suo stesso partito, il presidente Biden sta riducendo due progetti di legge e le sue ambizioni per l'energia pulita, l'accesso all'università e l'aiuto alle famiglie. Il presidente ha proposto di abbandonare la sua promessa elettorale di due anni di college gratuito, secondo le persone che hanno partecipato agli incontri della Casa Bianca con i parlamentari democratici. Ha aperto all'abbandono di un programma di elettricità pulita respinto dai centristi del Senato. Ha rimosso l'idea di limitare a un anno l'estensione dei pagamenti alle famiglie con bambini. E ha detto che la durata del congedo retribuito federale potrebbe ridursi.
In risposta alla ferma opposizione del senatore Kyrsten Sinema, democratico dell'Arizona, la squadra di Mr. Biden sta ora lottando anche su come pagare trilioni di dollari di spesa senza fare affidamento su aumenti delle aliquote d'imposta per le aziende. Biden è un mediatore, un ascoltatore e a volte un negoziatore esasperato, secondo persone che hanno familiarità con dozzine di discussioni a porte chiuse, incontri Zoom e molte telefonate a tarda notte con i parlamentari democratici.
Per il presidente - uomo di centro - l'obiettivo è trovare un modo per raggiungere un accordo, anche se questo sembrerà a molti delle ali estreme il tradimento di promesse non mantenute.
Dalla redazione
Radio Corporación (Nicaragua)
CAF, sfide dopo pandemia: i presidenti latinoamericani affrontano il "problema delle democrazie fragili"
I presidenti di Colombia, Argentina e Panama hanno lanciato un appello per affrontare la questione delle "democrazie fragili nella regione" attraverso il dialogo, al fine di trovare soluzioni ai principali problemi che affliggono il continente latinoamericano. Le dichiarazioni dei presidenti sono state fatte durante la 25a Conferenza annuale del CAF (Banca Sviluppo America Latina), tenutasi questa settimana a Washington e che coincide con un momento cruciale per le Americhe; i piani di vaccinazione, gli effetti della pandemia su povertà e disuguaglianze, la ripartenza economica, l'educazione e il cambiamento climatico sono questioni strutturali che richiedono spazi di dibattito e costruzione di consenso.
I presidenti Duque (Colombia) Fernández (Argentina) e Cortizo (Panama) sono stati invitati all'evento incentrato principalmente sulle “questioni finanziarie”, sottolineando la necessità di non concentrarsi solo su questioni economiche, ma anche su questioni che riguardano le democrazie. "Il mio sogno in questa sede non è soltanto quello di sederci per affrontare problemi economici - ha dichiarato Cortizo - ma anche per approfondire temi come quello delle fragili democrazie e dei problemi legati ai diritti umani nella nostra regione". Gli altri leader hanno confermato le dichiarazioni di Cortizo, e hanno convenuto sulla necessità di instaurare un dialogo tra i paesi, per trovare una via d'uscita alla crisi economica e a quella politica ad esempio di Venezuela e Nicaragua. Il Segretario Generale dell’OEA, Luis Almagro, ha sottolineato che devono essere sviluppati piani per ridurre nel continente le disuguaglianze sociali. “Abbiamo livelli di disuguaglianza nella regione che dobbiamo affrontare. È qui che le banche e le istituzioni per lo sviluppo sono di gran sostegno". Da parte sua Sergio Díaz-Granados, presidente esecutivo del CAF, ha assicurato che la banca collaborerà con tutti i progetti nella regione che consentano la crescita economica. "Spetta a tutti noi costruire una nuova normalità che offra opportunità economiche e sociali per tutti".
mk.ru
I talebani vanno a Mosca per ottenere garanzie di non interferenza
Una delegazione talebana in Russia per partecipare a un incontro “formato Mosca” sull'Afghanistan. All'incontro prenderanno parte i rappresentanti di dieci Paesi che discuteranno della situazione politica e militare in Afghanistan e nell'intera regione dell'Asia Centrale. Gli esperti ritengono che i talebani chiederanno garanzie di non ingerenza negli affari afghani dagli Stati vicini, oltre a sollevare una serie di questioni militari.
La situazione interna in Afghanistan resta tesa. Dopo che il movimento talebano ha preso il potere nel Paese, non è riuscito tuttavia a stabilire il pieno controllo su alcune regioni. Sono osteggiati dai terroristi, così come da una miriade di formazioni armate nazionali nel Panjshir e in altre province.
Nelle ultime settimane, un'ondata di attentati terroristici ha investito il Paese, provocando centinaia di vittime. Gli attacchi sono compiuti da gruppi di attentatori suicidi e kamikaze solitari. Tra le vittime ci sono anche i miliziani delle forze armate talebane, le cui truppe subiscono regolarmente le perdite nelle imboscate.
I talebani intendono risolvere la situazione interna, oltre a negoziare con i vicini la riapertura delle frontiere. I talebani accusano alcuni loro vicini di sostenere le forze di resistenza all'interno del paese e intendono ottenere da loro garanzie di non ingerenza negli affari interni dell'Afghanistan.

Agire ora o ci saranno altre restrizioni anti covid, avverte Javid
Appello alla responsabilità del ministro della Salute fra crescenti timori di una crisi invernale.

Monito di Javid: i contagi giornalieri potrebbero arrivare a 100mila
Saranno necessarie ulteriori restrizioni anti coronavirus se i cittadini non riceveranno un richiamo del vaccino e continueranno a non prendere sul serio la raccomandazione di indossare mascherine, ha detto ieri il segretario alla salute, prevedendo che i casi potrebbero raggiungere i 100.000 al giorno. Sajid Javid ha insistito sul fatto che "la vita non è tornata alla normalità " e ha esortato le persone a prendere precauzioni per incontrarsi all'aperto più che al chiuso. In un triste briefing a Downing Street che ha ipotizzato mesi più bui e nuove varianti in arrivo, Javid ha cercato di scioccare le persone con l'invito a un comportamento più cauto ricordando che "questa pandemia non è finita" e sollecitando una "missione nazionale" per accelerare la vaccinazione.

Richiamo del vaccino e mascherine per salvare il Natale, la richiesta di Javid.
Invito ai cittadini a sottoporsi alla terza dose di vaccino se rientrano nelle fasce di popolazione per le quali è consigliato, se non vogliamo andare incontro a nuove restrizioni per le feste. Gli ultra cinquantenni possono contattare direttamente le strutture sanitarie per fissare la data della dose di richiamo. Tony Blair: il governo dovrebbe darsi l'obiettivo di mezzo milione di richiami al giorno per evitare un auarto lockdown nazionale.

Prendete il richiamo per tenervi strette le libertà, dice il segretario alla Salute.
Javid ha detto che il governo non ha in agenda "a questo punto" l'attuazione immediata del Piano B, che il Telegraph sostiene includa mascherine obbligatorie, invito a tornare al telelavoro e green pass. Ma il giornale riporta che i funzionari del Cabinet Office stanno "già discutendo le proposte per mischiare i vari divieti, parte di un 'Piano C'".

Agire ora o impennata di casi invernali, dice Javid ai cittadini
Weidmann lascia la guida della Bundesbank mentre si avvicinano scelte cruciali per la BCE.
L'uscita di Weidmann apre la strada alle colombe della BCE
Jens Weidmann è il membro più longevo del consiglio direttivo della Banca Centrale Europea e uno dei "falchi" su posizioni tradizionalmente ortodosse della Bundesbank sulla politica monetaria che attingono all'esperienza tedesca di iperinflazione negli anni '20. Così la sua partenza da presidente della Bundesbank apre la porta a un potenziale ulteriore spostamento a favore della maggioranza "colombe" della BCE.
La decisione di Weidmann di dimettersi alla fine dell'anno, quando la Germania sarà probabilmente governata da una coalizione guidata dai socialdemocratici di Olaf Scholz, ha innescato le discussioni sul suo probabile successore. Il presidente della Bundesbank ha ritenuto di dover lasciare prima che la Germania assuma la presidenza del G7 a gennaio. Per Holger Schmieding, capo economista di Berenberg, "il nuovo governo tedesco probabilmente nominerà un successore meno falco", aggiungendo che potrebbe scegliere Isabel Schnabel, la recente nomina della Germania al comitato esecutivo della BCE, "o qualcuno con simili punti di vista mainstream".

Jens Weidmann si dimette
Il presidente della Bundesbank vuole "voltare pagina" dopo dieci anni. La sua successione è ora un argomento nei negoziati di coalizione.
Il presidente della Bundesbank si è recentemente sentito in minoranza con il suo approccio normativo nel Consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE). Ha sempre insistito su una separazione netta della politica monetaria e fiscale - ed è stato scettico sulla prossima decisione di dicembre su un'estensione del programma di acquisto di obbligazioni PEPP lanciato nella pandemia della corona. Secondo il piano attuale, il programma dura fino alla fine di marzo e offre alla BCE una flessibilità speciale per comprare titoli di stato e sostenere così singoli stati come l'Italia.
1,85 trilioni è l'attuale programma di emergenza pandemica, conosciuto con il suo acronimo PEPP.

Weidmann annuncia le dimissioni da presidente della Bundesbank
Dopo 10 anni si apre un nuovo capitolo per me e per la banca. Lindner: la rotta non deve cambiare.
La fine di un'era, di Gerald Braunberger
La storia della Banca Centrale Europea si può grossolanamente dividere in due epoche. Nella prima, dalla sua fondazione nel 1998 al 2011, la BCE era visibilmente nella tradizione della Bundesbank. Una tradizione incarnata dai capo economisti tedeschi Otmar Issing e Jürgen Stark. Questa fase si concluse con lo scoppio della crisi dell'euro e le dimissioni di Stark e dell'allora presidente della Bundesbank, Axel Weber. La nomina di Jens Weidmann come successore di Weber ha almeno assicurato che la tradizione della Bundesbank nella gestione della BCE avesse una voce udibile dopo il 2011. La maggioranza nel Consiglio della Banca Centrale, tuttavia, si è allontanata sempre più dalla tradizione della Bundesbank. Spinta dagli interessi di altri Stati membri dell'unione monetaria, la BCE si è avvicinata a una concezione americana della politica monetaria. Senza Weidmann, è probabile che questa tendenza si accentui.

Con Weidmann se ne va l'ultimo correttivo
op/ed: un disastro per risparmiatori ed aziende, di Ulf Poschardt
Weidmann lascia la Bundesbank: che perdita! Che catastrofe per la politica monetaria comune in questo paese, ma soprattutto per l'intera zona euro, dove il feticcio dello stampare denaro è esibito con disinvoltura dal capo della BCE Christine Lagarde. Dopo la crisi del debito sovrano, questa politica della BCE ha stabilizzato il continente, ma allo stesso tempo ha reso popolare un'irrealtà economica, che Jens Weidmann ha spesso contrastato in una posizione solitaria.
Tutti mettono in guardia contro il populismo di destra. Ma il populismo monetario è almeno altrettanto pericoloso: indebitarsi senza inibizioni. Jens Weidmann è stato uno dei pochi in Germania che ha costantemente combattuto contro questa tendenza. Il fatto che si dimetta da capo della Bundesbank è un disastro.
(inflazione in Germania al 4,1 su base annua a settembre, la Bundesbank prevede anche il 5% entro fine anno, livelli che non si vedevano dal '92).

Inflazione come nel 2011
Vienna. Sta aumentando sempre di più e ora ha raggiunto un massimo da dieci a questa parte: torna l'inflazione. A settembre, i prezzi al consumo in questo paese sono saliti del 3,3% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso.

Alimentari e commerci annunciano un aumento dei prezzi
Pesano gli incrementi della bolletta elettrica e delle materie prime che erodono i margini delle imprese della distribuzione.

La proposta di legge di bilancio seppellisce il patto di coalizione fra socialisti e Podemos
I ministri ammettono il cambio di fase e il malessere con le scelte di comunicazione della vicepresidente e ministra del Lavoro Yolanda Diaz. Casado, Popolari, non vuole negoziare con i baschi di Bildu perché, sostiene, sarebbe un colpo di spugna su chi ha giustificato 850 morti
"La coalizione non va più avanti". La riflessione arriva dall'ala socialista del Consiglio dei ministri di Pedro Sánchez, in una settimana in cui i partner di governo continuano a mostrare segnali di crescente tensione e lo nascondono sempre meno. Il fatto che facciano la guerra separatamente non significa che le elezioni si terranno prima. Continueranno a condividere il Gabinetto, senza nascondere che ognuno lavora per interessi diversi.
Al PSOE sanno che, nei prossimi mesi, almeno fino a primavera, arriveranno tempi duri: il margine di spesa si restringe e la crisi energetica guiderà un processo inflazionistico con un impatto molto duro sul potere d'acquisto dei cittadini. La manovra per il prossimo anno rappresenta la svolta e da qui in poi, se si ascolta cosa dicono da entrambe le parti, non possiamo aspettarci che le riforme vadano avanti o che la coalizione sia produttiva.

Biden sostiene il compromesso per portare a casa una vasta agenda welfare
In risposta alla ferma opposizione incontrata nel suo stesso partito, il presidente Biden sta riducendo due progetti di legge e le sue ambizioni per l'energia pulita, l'accesso all'università e l'aiuto alle famiglie. Il presidente ha proposto di abbandonare la sua promessa elettorale di due anni di college gratuito, secondo le persone che hanno partecipato agli incontri della Casa Bianca con i parlamentari democratici. Ha aperto all'abbandono di un programma di elettricità pulita respinto dai centristi del Senato. Ha rimosso l'idea di limitare a un anno l'estensione dei pagamenti alle famiglie con bambini. E ha detto che la durata del congedo retribuito federale potrebbe ridursi.
In risposta alla ferma opposizione del senatore Kyrsten Sinema, democratico dell'Arizona, la squadra di Mr. Biden sta ora lottando anche su come pagare trilioni di dollari di spesa senza fare affidamento su aumenti delle aliquote d'imposta per le aziende. Biden è un mediatore, un ascoltatore e a volte un negoziatore esasperato, secondo persone che hanno familiarità con dozzine di discussioni a porte chiuse, incontri Zoom e molte telefonate a tarda notte con i parlamentari democratici.
Per il presidente - uomo di centro - l'obiettivo è trovare un modo per raggiungere un accordo, anche se questo sembrerà a molti delle ali estreme il tradimento di promesse non mantenute.
Dalla redazione

CAF, sfide dopo pandemia: i presidenti latinoamericani affrontano il "problema delle democrazie fragili"
I presidenti di Colombia, Argentina e Panama hanno lanciato un appello per affrontare la questione delle "democrazie fragili nella regione" attraverso il dialogo, al fine di trovare soluzioni ai principali problemi che affliggono il continente latinoamericano. Le dichiarazioni dei presidenti sono state fatte durante la 25a Conferenza annuale del CAF (Banca Sviluppo America Latina), tenutasi questa settimana a Washington e che coincide con un momento cruciale per le Americhe; i piani di vaccinazione, gli effetti della pandemia su povertà e disuguaglianze, la ripartenza economica, l'educazione e il cambiamento climatico sono questioni strutturali che richiedono spazi di dibattito e costruzione di consenso.
I presidenti Duque (Colombia) Fernández (Argentina) e Cortizo (Panama) sono stati invitati all'evento incentrato principalmente sulle “questioni finanziarie”, sottolineando la necessità di non concentrarsi solo su questioni economiche, ma anche su questioni che riguardano le democrazie. "Il mio sogno in questa sede non è soltanto quello di sederci per affrontare problemi economici - ha dichiarato Cortizo - ma anche per approfondire temi come quello delle fragili democrazie e dei problemi legati ai diritti umani nella nostra regione". Gli altri leader hanno confermato le dichiarazioni di Cortizo, e hanno convenuto sulla necessità di instaurare un dialogo tra i paesi, per trovare una via d'uscita alla crisi economica e a quella politica ad esempio di Venezuela e Nicaragua. Il Segretario Generale dell’OEA, Luis Almagro, ha sottolineato che devono essere sviluppati piani per ridurre nel continente le disuguaglianze sociali. “Abbiamo livelli di disuguaglianza nella regione che dobbiamo affrontare. È qui che le banche e le istituzioni per lo sviluppo sono di gran sostegno". Da parte sua Sergio Díaz-Granados, presidente esecutivo del CAF, ha assicurato che la banca collaborerà con tutti i progetti nella regione che consentano la crescita economica. "Spetta a tutti noi costruire una nuova normalità che offra opportunità economiche e sociali per tutti".

I talebani vanno a Mosca per ottenere garanzie di non interferenza
Una delegazione talebana in Russia per partecipare a un incontro “formato Mosca” sull'Afghanistan. All'incontro prenderanno parte i rappresentanti di dieci Paesi che discuteranno della situazione politica e militare in Afghanistan e nell'intera regione dell'Asia Centrale. Gli esperti ritengono che i talebani chiederanno garanzie di non ingerenza negli affari afghani dagli Stati vicini, oltre a sollevare una serie di questioni militari.
La situazione interna in Afghanistan resta tesa. Dopo che il movimento talebano ha preso il potere nel Paese, non è riuscito tuttavia a stabilire il pieno controllo su alcune regioni. Sono osteggiati dai terroristi, così come da una miriade di formazioni armate nazionali nel Panjshir e in altre province.
Nelle ultime settimane, un'ondata di attentati terroristici ha investito il Paese, provocando centinaia di vittime. Gli attacchi sono compiuti da gruppi di attentatori suicidi e kamikaze solitari. Tra le vittime ci sono anche i miliziani delle forze armate talebane, le cui truppe subiscono regolarmente le perdite nelle imboscate.
I talebani intendono risolvere la situazione interna, oltre a negoziare con i vicini la riapertura delle frontiere. I talebani accusano alcuni loro vicini di sostenere le forze di resistenza all'interno del paese e intendono ottenere da loro garanzie di non ingerenza negli affari interni dell'Afghanistan.