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MONDO

Venerdì 15 Ottobre 2021

Le notizie dal mondo: la rassegna stampa internazionale

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di Paolo Cappelli
'Vogliono prendere in ostaggio il Natale'. Si accendono i toni dello scontro politico, nel Regno Unito, di fronte alla prospettiva di uno sciopero dei camionisti proprio sotto le feste. E' solo l'ultimo dei problemi sul lato dell'offerta di una ripresa post pandemia che presenta il conto, caro, della bolletta energia e fa i conti con l'inflazione, dagli Stati Uniti alla Germania. Ma sulla prima pagina dell'Independent troviamo un altro scenario che merita attenzione

The Independent
Ordinate i vostri regali di Natale a novembre, l'avvertimento di Amazon a chi fa acquisti.
Un documento interno del gigante dell'e-commerce ipotizza problemi nella catena di approvvigionamento almeno fino alla prossima primavera. Anche i clienti Prime devono attendersi ritardi nelle consegne.

5 morti in una protesta sull'esplosione a Beirut
La sparatoria in città è iniziata durante una manifestazione sciita contro l'inchiesta sull'esplosione al porto

L'Orient Le Jour
L'azione di Hezbollah risveglia i demoni della guerra
Il magistrato che conduce l'inchiesta, Tarek Bitar, ha ripreso ieri le sue indagini sulla doppia esplosione del 4 agosto 2020 al porto di Beirut, in un clima di guerra provocato dalla ferma volontà di parte della classe al potere, la componente sciita, di metterlo da parte a tutti i costi. Prima della manifestazione di ieri del movimento Amal e di Hezbollah, degenerata in sanguinosa sparatoria, avevamo assistito a un chiaro ricatto del ministro della Cultura, Mohammad Mortada (Hezbollah), che, durante il Consiglio dei ministri, aveva minacciato di far saltare il governo con le dimissioni dei ministri sciiti se il giudice Bitar non veniva sostituito.

Editoriale: lezioni da un giovedì rosso sangue, di Elie Fayad
La prima osservazione è che l'ordine delle milizie continua a prevalere in Libano a più di trent'anni dalla fine della guerra civile. Sì, in effetti, in questo paese, quasi tutti hanno un'arma, ma non tutti ne traggono lo stesso status. Tre decenni fa, i vertici di uno Stato libanese piegato alla tutela siriana decisero di proteggere Hezbollah con l'integrazione istituzionale delle milizie, con il pretesto che erano incaricate della "resistenza" contro Israele. Come se dovessimo dare per scontato che questa missione debba sfuggire al controllo dello Stato libanese. Di conseguenza, è la tomba di quest'ultimo che è stata scavata da allora. Questo è il peccato originale, questa è la responsabilità di quanti anche oggi continuano a minimizzare l'impatto, sulla crisi sta attraversando il Paese, di Hezbollah, del suo arsenale, della sua azione destabilizzante e del suo status osceno rispetto a tutte le norme e leggi di stati e nazioni. Un'altra lezione è che siamo entrati a pieno titolo nella campagna legislativa del prossimo marzo e che i principali attori si stanno preparando attivamente. Hezbollah, che deve essere un po' preoccupata per i deludenti risultati dei suoi uomini sotto controllo iraniano nelle elezioni irachene, vuole serrare i ranghi della sua base attorno a sé.


Daily Telegraph
I sindacati tengono in ostaggio il Natale
Unite, il maggiore sindacato del Regno Unito, ha minacciato di lanciare il più grande sciopero dei camionisti dall'inverno del 1979, chiamando migliaia di autisti di supermercati e consegne a uno sciopero di massa. Ieri un portavoce del Dipartimento dei trasporti ha accusato i sindacati di aver minacciato di "tenere in ostaggio il Natale", aggiungendo che qualsiasi sciopero di massa "danneggerebbe il lavoro svolto per ripristinare le catene di approvvigionamento in questo periodo vitale dell'anno".
Adrian Jones, delegato nazionale per il trasporto su gomma di Unite, che rappresenta circa 50.000 autisti di mezzi pesanti, dice che i camionisti chiedono un "fermo impegno" da parte del governo a fornire più aree di sosta per camion con servizi igienici puliti e ristorazione. Unite chiede anche che le aziende di trasporto offrano una retribuzione equa e paritaria per i conducenti di lunga data, rispetto a quella dei nuovi arrivati ai quali ora vengono offerti stipendi fino a £ 50.000 all'anno, e chiede la fine delle eccezioni temporanee che consentono ai conducenti di lavorare fino a 10 ore al giorno. Il problema dei salari dei camionisti è l'inflazione, gli aumenti degli ultimi 10 anni sono stati mangiati dall'incremento dei tassi di inflazione.

WSJ
Mancano 4,3 milioni di lavoratori. Dove se ne sono andati?
La scarsità di manodopera sta diventando un elemento fisso dell'economia statunitense, rimodellando la forza lavoro e stimolando le aziende ad adattarsi aumentando i salari, reinventando servizi e investendo nell'automazione.
A più di un anno e mezzo dall'inizio della pandemia, negli Stati Uniti mancano ancora circa 4,3 milioni di lavoratori. È quanto sarebbe più grande la forza lavoro se il tasso di partecipazione - la quota della popolazione di 16 anni o più che lavora o cerca lavoro - tornasse al livello di febbraio 2020 del 63,3%. A settembre si attestava al 61,6%.
In un altro segno di quanto sia stretto il mercato del lavoro, le richieste di disoccupazione sono scese a 293.000 la scorsa settimana, la prima volta dall'inizio della pandemia sotto i 300.000, ha detto ieri il Dipartimento del Lavoro.
Il numero di lavoratori, occupati o in cerca di lavoro, è calato particolarmente tra le donne, i lavoratori senza una laurea e quelli nei settori dei servizi a bassa retribuzione come hotel, ristoranti e assistenza all'infanzia. Le ragioni della carenza di manodopera sono molteplici e spesso interconnesse. Gli asili nido, a corto di lavoratori, stanno allontanando le famiglie. Il numero di persone impiegate nell'assistenza all'infanzia è diminuito di 108.700, o del 10,4%, a settembre 2021 rispetto a febbraio 2020, mostrano i dati del Dipartimento del Lavoro. I salari per questi lavoratori sono aumentati del 10% ad agosto di quest'anno da febbraio 2020. Gli asili nido più costosi e più difficili da trovare si propagano nell'economia, dando ad alcuni genitori un motivo in più per rimanere a casa con i bambini piccoli piuttosto che tornare al lavoro.
La chiusura delle frontiere a causa della pandemia ha ridotto la disponibilità di lavoratori immigrati. Molti baby boomer, timorosi del virus e dei loro portafogli ingrassati dal mercato rialzista, vanno in pensione anticipatamente. Altri lavoratori sono diventati lavoratori autonomi. Trilioni di dollari di aiuti federali hanno reso molti meno desiderosi di tornare a lavori faticosi e pagati poco.

NYT
Paul Krugman: la rivolta del lavoratore americano
All'inizio della pandemia, le persone hanno compensato la perdita di molti servizi acquistando cose. Le persone che non potevano andare in palestra hanno acquistato attrezzature per esercizi a casa. Il risultato è stato un sorprendente aumento degli acquisti di tutto, dagli elettrodomestici all'elettronica di consumo. All'inizio di quest'anno la spesa reale per i beni durevoli era di oltre il 30% superiore ai livelli prepandemici, ed è ancora molto alta. Man mano che il Covid-19 si attenua e la vita torna gradualmente alla normalità, i consumatori acquisteranno più servizi e meno cose, riducendo la pressione su porti, autotrasporti e ferrovie. La situazione del lavoro, invece, si presenta come una vera e propria riduzione dell'offerta. L'occupazione totale è ancora di cinque milioni al di sotto del picco prepandemico. L'occupazione nel settore del tempo libero e dell'ospitalità è sotto di oltre il 9%. Eppure, i datori di lavoro offrono aumenti salariali. Quello che sembra accadere è che la pandemia ha portato molti lavoratori statunitensi a ripensare alle proprie vite e a chiedersi se valesse la pena restare in lavori scadenti che troppi di loro avevano. Perché l'America è un paese ricco che tratta molto male molti dei suoi lavoratori. I salari sono spesso bassi; aggiornati con l'inflazione, il tipico lavoratore di sesso maschile non ha guadagnato nel 2019 più di quanto guadagnasse il suo pari livello di 40 anni prima. Gli orari sono lunghi: l'America è una " nazione senza vacanze ", che offre molto meno tempo libero rispetto ad altri paesi avanzati. Anche il lavoro è instabile, con molti lavoratori a basso salario - e in particolare i lavoratori non bianchi - soggetti a fluttuazioni imprevedibili nell'orario di lavoro che possono devastare la vita familiare. Non sorprende che molti lavoratori smettano o siano riluttanti a tornare ai loro vecchi lavori. Sì, ma perché adesso? Molti americani odiavano il loro lavoro anche due anni fa, ma non hanno agito allora come ora. Cosa è cambiato? Bene, la mia è solo una speculazione, ma è possibile che la pandemia, sconvolgendo la vita di molti americani, abbia anche indotto parecchi di loro a riconsiderare le loro scelte di vita.

The Economist
Lo shock energia
Il mese prossimo i leader mondiali si riuniranno alla cop 26 con l'obiettivo emissioni zero entro il 2050, mentre il primo grande allarme energetico dell''era verde si sta svolgendo davanti ai loro occhi. Da maggio il prezzo di un paniere di petrolio, carbone e gas è aumentato del 95%. La Gran Bretagna ha riacceso le sue centrali elettriche a carbone, i prezzi della benzina americana hanno raggiunto i 3 dollari al gallone, i blackout hanno travolto la Cina e l'India e Vladimir Putin ha appena ricordato all'Europa che la sua fornitura di gas dipende dalla buona volontà russa. Questo ci dice che la vita moderna ha bisogno di energia abbondante: senza, le bollette diventano insostenibili, le case si bloccano e le imprese si bloccano. Il mondo si sposta verso un sistema energetico più pulito fra crescenti rischi geopolitici e fragili riserve nei mercati dell'energia. Senza riforme rapide ci saranno più crisi energetiche e, forse, una rivolta popolare contro le politiche climatiche.

Die Presse
La seconda vita del nucleare
"Cara Germania, ti prego di lasciare in rete le centrali nucleari". Così inizia la lettera aperta in cui rinomati ricercatori, filosofi e ambientalisti di tutto il mondo chiedono ai tedeschi di riconsiderare la prevista chiusura delle loro ultime sei centrali nucleari l'anno prossimo. La Germania emetterà altri 60 milioni di tonnellate di anidride carbonica se saranno in funzione centrali elettriche a carbone e gas invece delle centrali nucleari. È possibile che l'appello a Berlino cada nel vuoto. Ma in altre parti d'Europa è applaudito a gran voce. Dieci anni dopo il disastro del reattore di Fukushima, in Giappone, l'energia nucleare, dichiarata morta, sta tornando al centro del dibattito sulla politica energetica, questa volta come possibile salvatore della crisi climatica. A cominciare dalla Francia.

Handelsblatt
Mentre le strozzature dell'offerta dovrebbero solo temporaneamente smorzare la ripresa dell'economia tedesca, l'aumento dei prezzi dell'energia minaccia di diventare duraturo. Il costo dell'energia è a livelli record. Il prezzo del gas è aumentato del 130% e quello del carbone di circa il 350%. Secondo l'Agenzia internazionale dell'energia, i costi energetici potrebbero limitare la ripresa dell'intera economia globale. In parte, una normalizzazione dei prezzi è prevedibile. Tuttavia, le misure di protezione del clima renderanno l'energia permanentemente più costosa. "Molti non hanno ancora capito che una politica efficiente di protezione del clima significa che dobbiamo stringere la cinghia", ha detto Oliver Holtemöller, vicepresidente dell'Istituto di ricerca economica di Halle. Non si vedeva un aumento così forte dei prezzi in Germania da 30 anni. L'inflazione a settembre è stata del 4,1% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso ma elettricità, gas naturale e altri combustibili sono aumentati del 7,5% e la fine della corsa non è in vista.
 

Dalla redazione 



El Economista (México)  
  
Brasile: il Presidente Bolsonaro annuncia di non vaccinarsi contro il Covid-19  

  
Il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, ha finalmente deciso di non farsi vaccinare contro il coronavirus, dopo aver ripetuto per mesi che sarebbe stato "l'ultimo" brasiliano a ricevere l'immunizzante. "Ho deciso di non vaccinarmi più. Sto vedendo nuovi studi, la mia immunizzazione è al massimo - ha dichiarato il presidente in un'intervista alla radio Jovem Pan -, perché dovrei vaccinarmi? Sarebbe come giocare 10 reais alla lotteria per vincerne 2. Non ha senso". Il presidente brasiliano è scettico sul coronavirus a tal punto da pensare, che il vaccino Pfizer potrebbe trasformare le persone in un "alligatore".

Dopo aver contratto il virus nel luglio 2020, Bolsonaro ha più volte assicurato che i suoi test rivelano un alto livello di anticorpi e che per questo motivo non era necessario che fosse vaccinato, cosa esclusa dagli esperti. Bolsonaro è stato molto criticato per la sua gestione della crisi sanitaria in un Paese dove il virus ha lasciato più di 600.000 morti, inoltre è contrario sull’obbligatorietà del vaccino e del passaporto sanitario che diversi Paesi stanno applicando per accedere a determinati luoghi. Il rifiuto di Bolsonaro di farsi vaccinare gli è valso molte critiche all'estero, soprattutto durante la sua visita a New York a fine settembre in occasione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite durante la quale ha raccomandato l'immunizzazione dei partecipanti. "Per me libertà è prima di tutto. Se il cittadino non vuole fare il vaccino è un suo diritto e basta".




iz.ru

Sparita senza traccia

Perché non si riesce a trovare la Camera d’ambra?

80 anni fa, nell'ottobre 1941, dal Palazzo della zarina Caterina nella città di Pushkin vicino a Leningrado, fu trafugato dagli invasori tedeschi il capolavoro di arti e mestieri del XVIII secolo, la Camera d'Ambra, una stanza di circa 55 metri quadrati le cui pareti erano completamente rivestite da pannelli decorati con ben sei tonnellate d'ambra, oltre a foglie d'oro e specchi.

Nella primavera del 1945, l'opera d’arte, trasportata a Königsberg (attualmente Kaliningrad), scomparve senza lasciare traccia. Alcuni storici sono sempre più pessimisti: anche se la Camera d'Ambra venisse trovata, sarà inutilizzabile per l’esposizione. Tuttavia, gli esperti di Kaliningrad credono che bisogna cercare anzitutto là dove l'opera è scomparsa: cioè entro i confini della loro città.

Il 14 ottobre 1941 nei registri del 50mo corpo d'armata della Wehrmacht fu fatta un’annotazione sul trasporto dalla città di Pushkin, occupata dai nazisti, delle opere d'arte, compreso il rivestimento della Camera d'Ambra del Palazzo della zarina Caterina. Il ministro della propaganda Joseph Goebbels ordinò la stesura di un elenco delle opere d’arte della cultura germanica, le quali, dal suo punto di vista, erano finite illegalmente in possesso di stranieri. Il re di Prussia Federico I regalò la Camera d'Ambra all’imperatore russo Pietro I, mentre il potere sovietico non aveva niente a che fare con l'imperatore - questa era la logica di Goebbels. La Camera d’Ambra faceva parte di 60 opere d’arte che dovevano essere consegnate al Reich.

Nella città di Pushkin occupata arrivarono due critici d'arte, che curarono personalmente lo smontaggio e il trasporto dell'opera d’arte. Dopo qualche tempo, l'immagine della Camera d'Ambra apparve nelle fotografie di propaganda tedesca: era stata portata nella sua "patria", nella Prussia orientale, ed esposta nel museo dell’ex castello reale di Königsberg. La data esatta e le circostanze della scomparsa della Camera d'Ambra dal castello di Königsberg non può essere stabilito: si sa solo che ciò avvenne nel periodo dal 19 febbraio al 5 aprile 1945.

Parte della decorazione in ambra trasportata da Pushkin a Königsberg è rimasto nelle casse, circa il 20 %. Oggetti da queste scatole di tanto in tanto spuntano alle aste. In particolare, il 29 aprile, le autorità tedesche hanno consegnato alla Federazione Russa alcuni pezzi sequestrati alle aste private. La scomparsa della sola Camera d'Ambra è uno dei principali misteri del XX secolo. La sua ricerca iniziò nel 1945 e non si è fermata mai fino ad oggi. Il numero di ipotesi su dove si trova il capolavoro si calcola a decine. Tuttavia, tutte, una dopo l'altra, si sono rivelate sbagliate.