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ITALIA

La scheda

Cirio, le tappe del crac

Tutti i passaggi di uno dei più grandi casi italiani di risparmio tradito

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Un crac da 1,125 miliardi di euro che spazzò via i risparmi di oltre 35mila investitori. Quello della Cirio fu, nei primi anni Duemila, uno dei più grandi casi italiani di risparmio tradito, l’anno dopo il default dell’Argentina e l’anno prima del crac Parmalat.

Agli albori della vicenda
Le indagini della Procura di Roma sul Gruppo Cirio partirono nell'estate del 2003 in seguito al mancato pagamento di un bond da 150 milioni di euro. Un pool di magistrati si mise al lavoro tentando di far luce sull'emissione di nove bond dal 30 maggio 2000 al 31 maggio 2002, individuando tra i responsabili del fallimento l'allora patron della Lazio, Sergio Cragnotti. Con lui, altri pezzi da novanta della finanza e del mondo del credito dell'epoca, a cominciare dall'ex presidente di Banca di Roma, Cesare Geronzi, dall'ex amministratore delegato di Bpl Gianpiero Fiorani fino agli ex vertici del San Paolo Imi, subito usciti di scena in sede di udienza preliminare.

I reati
Bancarotta distrattiva, bancarotta preferenziale e truffa i reati contestati dalla Procura, convinta che il crac della Cirio fosse la conseguenza di una serie di operazioni che finirono per prosciugare le casse e far contrarre debiti sempre maggiori con gli istituti di credito. Debiti che, in buona parte, pesarono sulle spalle dei risparmiatori con l'emissione dei bond, anche se le banche erano ben coscienti che Cirio navigava da tempo in pessime acque.

Il prestito ponte
Le indagini misero in discussione anche l'operato di amministratori e sindaci del Gruppo Cirio, accusati di aver preso parte alla stesura di bilanci non veritieri sullo stato di salute delle varie società riconducibili a Sergio Cragnotti. Le banche intervenirono con un prestito ponte di circa 25 milioni di euro per garantire l'operativià del gruppo. Negli stessi giorni, Sergio Cragnotti lasciò la Lazio e la carica di presidente della Cirio, pur rimanendo nel Cda. 

Le tappe del processo, dal 2004...
Nel febbraio del 2004 Cragnotti viene arrestato nella sua tenuta a Montepulciano. Dopo quattro mesi passati nel carcere romano di Regina Coeli, ottiene i domiciliari il 16 giugno successivo. Nel 2007 il gup di Roma Barbara Callari rinvia a giudizio Cragnotti, Geronzi e altre 33 persone e quattro anni dopo la prima sezione penale del Tribunale della Capitale infligge una condanna a 9 anni a Cragnotti. Cesare Geronzi viene condannato a 4 anni.

...a oggi
Ad aprile 2015 si chiude il processo d'appello con una lieve riduzione di pena per Cragnotti (8 anni e 8 mesi) e la conferma della condanna di primo grado per Geronzi. Fino ad arrivare ad oggi, con la condanna definitiva della Corte di Cassazione a 4 anni di reclusione per Geronzi e con la disposizione di un nuovo processo per Cragnotti sulla vicenda Bombril, confermando, invece, la responsabilità per altri episodi di bancarotta.