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POLITICA

Scontro Regioni-Governo

Legge di Stabilità, Chiamparino a Renzi: "Basta tweet, vediamoci"

Il presidente della Regione Piemonte su Facebook propone un confronto con il premier Renzi sul taglio di 4 miliardi

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Roma
Dallo scontro al confronto. Dopo le dure parole di ieri sul taglio di 4 miliardi deciso dal governo nella legge di Stabilità, tra il premier Matteo Renzi e il presidente della Regione Piemonte  e della Conferenza delle regioni Sergio Chiamparino si apre uno spiraglio. Chiamparino ha 'ufficialmente' fatto un passo avanti per un incontro, attraverso Facebook. 




Già in precedenza, in un'intervista su Rai Radio 2, aveva annunciato la necessità di un incontro con il presidente del Consiglio. ''Da Renzi andiamo con delle proposte concrete, che non toccano i quattro miliardi ma che  li articolano in modo tale da consentire di reggerli. La polemica è inevitabile, ma è indispensabile un incontro per raggiungere l'obiettivo. Noi da una parte abbiamo sollevato il problema, dall'altra abbiamo cercato la soluzione, che è complessa, fatta in parte di tagli in parte di rimodulazione di entrare. Ma bisogna incontrarsi ad un tavolo per discuterne, e parlarne con il Ministero dell'Economia'' sottolinea il presidente del Piemonte, aggiungendo che il premier Renzi "ha ragione quando dice che ci sono tanti sprechi da eliminare, ci sono delle cose da migliorare come le società partecipate dalle regioni, ad esempio. E' poi parliamoci chiaro, è anche vero che sugli sprechi, come diceva il Vangelo, chi è senza peccato..''. 

Le critiche di Vendola e Maroni
Prima di Chiamparino in giornata erano intervenuti altri presidenti di regione per criticare la decisione dell'esecutivo. Prima il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha definito "penoso" il dibattito sulla manovra "passato su Twitter: i tweet di Chiamparino, i tweet di Renzi poi i tweet di Chiamparino e i tweet di Renzi. Tutto sul proscenio, tutto nel teatrino - ha rilevato Vendola - è tutto legato alle urgenze di carosello degli spot pubblicitari". Poi è stata la volta di Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, che ha parlato di conseguenze catastrofiche: "si rischia la chiusura di almeno 10 ospedali, l'aumento dei ticket, delle addizionali Irap e Irpef e tagli a infrastrutture e trasporti".