POLITICA
Il ministro alle commissioni Bilancio di Camera e Senato
Legge di stabilità, Padoan in Parlamento: "Sforzo notevole, procedura infrazione non scongiurata"
"Il riconoscimento della sostanziale coerenza del nostro budget con il quadro regolatorio dell'Unione europea - ha spiegato il titolare di via XX Settembre - vuol dire che anche l'Europa è sulla strada della crescita e della creazione di nuova occupazione". Ma un'eventuale "procedura (di infrazione) non è ancora scongiurata. Nei prossimi mesi avremo a che fare con la regola del debito"

Incassato il sostanziale via libera di Bruxelles e archiviato il Cdm che ha dato il suo ok alle misure aggiuntive alla Legge di Stabilità, il ministro Pier Carlo Padoan è andato a riferire in Parlamento di fronte alle commissioni Bilancio di Camera e Senato.
"Abbiamo avuto e continuiamo ad avere con la Commissione europea un dialogo aperto", ha sottolineato il ministro spiegando che "il nostro budget è stato costruito con un mix di misure di politica economica che nel loro disegno unitario perseguono 3 obiettivi: 1) spingere l'economia italiana fuori dalla recessione, 2) finanziare la prima fase di implementazione delle riforme strutturali che il Paese sta realizzando già in questi mesi, 3) Tenere i conti sotto controllo in modo da ridurre progressivamente il rapporto debito/Pil".
Nonostante questo però, ha ricordato Padoan, l'eventuale "procedura (di infrazione) non è ancora scongiurata. Nei prossimi mesi avremo a che fare con la regola del debito". Quello arrivato da Bruxelles è infatti un via libera 'informale' e, per l'ok ufficiale, bisognerà aspettare novembre.
"Abbiamo proposto alla Commissione - ha continuato Padoan - alcune misure aggiuntive al budget che tuttavia consentono di confermare l'impostazione iniziale e di stimolare la ripresa economica soprattutto attraverso la riduzione delle tasse - in particolare sul lavoro e sull'impresa - compensata da tagli di spesa. Il riconoscimento della sostanziale coerenza del nostro budget con il quadro regolatorio dell'Unione europea vuol dire che anche l'Europa è sulla strada della crescita e della creazione di nuova occupazione".
Non si tratta di una "resa all'Unione europea" o dell'Unione Europea, ha detto ancora il ministro, ma di "un accordo che dimostra che la flessibilità è possibile e ci consente di continuare nell'aggiustamento legato alle riforme strutturali". Un accordo che, come ha chiarito Padoan, "rappresenta un impegno notevole per un Paese che è al terzo anno di recessione" e rappresenta il proseguimento dell'impegno del governo nel cercare "un equilibrio non facile tra il risanamento delle finanze pubbliche e lo stimolo alla crescita".
Le "misure programmate (nella manovra) - ha assicurato - sono pienamente coerenti con il piano di riforme programmate" e "l'abbattimento della pressione fiscale non viene alterato".
"Abbiamo avuto e continuiamo ad avere con la Commissione europea un dialogo aperto", ha sottolineato il ministro spiegando che "il nostro budget è stato costruito con un mix di misure di politica economica che nel loro disegno unitario perseguono 3 obiettivi: 1) spingere l'economia italiana fuori dalla recessione, 2) finanziare la prima fase di implementazione delle riforme strutturali che il Paese sta realizzando già in questi mesi, 3) Tenere i conti sotto controllo in modo da ridurre progressivamente il rapporto debito/Pil".
Nonostante questo però, ha ricordato Padoan, l'eventuale "procedura (di infrazione) non è ancora scongiurata. Nei prossimi mesi avremo a che fare con la regola del debito". Quello arrivato da Bruxelles è infatti un via libera 'informale' e, per l'ok ufficiale, bisognerà aspettare novembre.
"Abbiamo proposto alla Commissione - ha continuato Padoan - alcune misure aggiuntive al budget che tuttavia consentono di confermare l'impostazione iniziale e di stimolare la ripresa economica soprattutto attraverso la riduzione delle tasse - in particolare sul lavoro e sull'impresa - compensata da tagli di spesa. Il riconoscimento della sostanziale coerenza del nostro budget con il quadro regolatorio dell'Unione europea vuol dire che anche l'Europa è sulla strada della crescita e della creazione di nuova occupazione".
Non si tratta di una "resa all'Unione europea" o dell'Unione Europea, ha detto ancora il ministro, ma di "un accordo che dimostra che la flessibilità è possibile e ci consente di continuare nell'aggiustamento legato alle riforme strutturali". Un accordo che, come ha chiarito Padoan, "rappresenta un impegno notevole per un Paese che è al terzo anno di recessione" e rappresenta il proseguimento dell'impegno del governo nel cercare "un equilibrio non facile tra il risanamento delle finanze pubbliche e lo stimolo alla crescita".
Le "misure programmate (nella manovra) - ha assicurato - sono pienamente coerenti con il piano di riforme programmate" e "l'abbattimento della pressione fiscale non viene alterato".