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POLITICA

Approvato un emendamento

Legge di stabilità. Sì al tetto di 1000 euro per il money transfer

La decisione di riportare la soglia dai 3mila ai mille euro per scongiurare "il rischio riciclaggio e finanziamento terrorismo". La Commissione Bilancio del Senato ha approvato anche due emendamenti sulla condivisione della genitorialità e per i voucher destinati al baby-sitting.

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Il tetto all'uso del contante per i money transfer torna a 1.000 euro. La commissione Bilancio del Senato ha approvato un emendamento delle relatrici alla legge di
stabilità.

La decisione di riportare la soglia da 3.000 a 1.000 euro è legata al fatto che l'attività di money transfer, strettamente correlata alla presenza di un elevato numero di lavoratori immigrati che inviano parte di loro guadagni alle famiglie nei paesi d'origine, presenta "elavati rischi di ricliclaggio e finanziamento del terrorismo". Per cui si è ritenuto "necessario" mantenere il limite di 1.000 euro per i trasferimenti in contante
effettuabili tramite questo canale.

Money transfer significa trasferimento di soldi. Si tratta di un circuito, alternativo alle banche, che permette l'invio di denaro in qualsiasi parte del mondo. Esistono diverse catene internazionali che offrono questo servizio e anche strutture informali o clandestine che permettono di far arrivare le rimesse degli emigrati nel paese di origine. 

Sono in arrivo 3 milioni di euro nel 2016 per le maggiori spese sostenute dagli enti locali della Sicilia per l'accoglienza di profughi e rifugiati extracomunitari. Sarà il ministero dell'Interno di concerto con il ministero dell'Economia a definire le modalità di riparto.

La Commissione Bilancio del Senato ha approvato anche due emendamenti sulla condivisione della genitorialità e per i voucher destinati al baby-sitting. Il primo prolunga al 2016 la sperimentazione sulla paternità obbligatoria, iniziata tre anni fa, raddoppiandone la durata a due giorni più altri due facoltativi; il secondo invece ripropone, sempre per il 2016, il contributo concesso alle famiglie in cui le donne desiderino tornare al lavoro invece che fruire di tutto il periodo di maternità.