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POLITICA

Lo scontro sulla riforma

Legge elettorale, Alfano: conclusa la collaborazione con il Pd, accettiamo sfida soglia 5%

Il segretario di Alternativa popolare sfida Renzi: "Dica se vuole far cadere anche questo governo". Slitta a martedì 6 giugno l'approdo in Aula della legge elettorale. A comunicare l'accordo tra i gruppi la presidente della Camera Boldrini. 

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"Accettiamo la sfida della soglia del 5% e non presenteremo emendamenti su questo". Lo ha detto il leader di Ap, Angelino Alfano, al termine della direzione. 

Alfano a Renzi: dica se vuol far cadere Gentiloni
"Chiediamo a Renzi di rispondere ad una semplice domanda: vuole fare cadere il governo Gentiloni o no? Attendiamo una risposta", ha affermato Alfano precisando: "Noi continuamo a sostenere il governo Gentiloni, ma consideriamo conclusa la collaborazione con il Pd. Non faremo ostruzionismo sulla legge elettorale". "La nostra fedeltà - ha aggiunto- è stata mal ripagata'" dal Pd. "Ma non cambiamo idea". 

Alla Direzione Nazionale di Ap hanno partecipato tutti i "big" del partito, inclusi i ministri Beatrice Lorenzin e Enrico Costa. 

Il leader di Ap ha risposto alla stoccata di Renzi di ieri, ospite di Porta a Porta, sulla soglia di sbarramento del 5% prevista dalla legge elettorale proporzionale secondo il modello tedesco. "Se quelli che non prendono il 5 per cento stanno fuori non è un dramma. Se dopo anni che sei stato al governo, hai fatto il ministro di tutto, non riesci a prendere il 5%, è evidente che non possiamo bloccare tutto". E Renzi risponde anche alle accuse del ministro degli Esteri e leader di Alternativa popolare. "Io impaziente? Potevo restare a Palazzo Chigi e invece me ne sono andato... ho l'impressione che sono loro che hanno paura ma non è accettabile il potere di veto dei 'piccoli'". 

Alfano: pressioni a febbraio su governo? Non smentisco
"Pizzolante è una persona seria, non smentisco", afferma poi Alfano soffermandosi sulle parole di Sergio Pizzolante che ha parlato di pressioni da parte di Renzi per far cadere il governo a febbraio. "Una certa agitazione c'è da mesi", prosegue Alfano. Ma il dem Guerini smentisce: "Non è vero".

Slitta a martedì riforma elettorale alla Camera
Slitta da lunedì a martedì della prossima settimana l'approdo in aula alla Camera della riforma elettorale alla tedesca con sbarramento al cinque per cento da ieri all'esame della commissioni Affari Costituzionali che dunque ora modificherà il suo calendario, avendo un giorno in più per esaminarla. Resta invece fermo il termine di giovedì 8 giugno per l'approvazione finale fissato dalla conferenza dei capigruppo. Lo slittamento è il frutto di una mediazione della presidente della Camera Laura Boldrini, anche a seguito di sollecitazione di alcuni gruppi parlamentari che avevano lamentato lo scarso tempo messo a disposizione per l'esame in prima commissione. Boldrini, secondo quanto si è appreso a Montecitorio, ha sentito telefonicamente i capigruppo parlamentari che hanno acconsentito allo slittamento di un giorno dell'inizio dell'esame in aula, mantenendo però fermi tempi massimi e termine ultimo di approvazione del lavoro in assemblea sulla nuova legge elettorale a Montecitorio.

Di Maio: Renzi dica verità a italiani, c'è rischio enorme per democrazia
"Siamo davanti ad un rischio enorme per la democrazia, quel rischio si chiama Matteo Renzi. Questo è un governo basato sul ricatto, il ricatto di Renzi al suo successore a Palazzo Chigi, un ricatto inaccettabile che usa il Parlamento come il tabellone del risiko". Così Luigi Di Maio (M5S) commenta le parole del parlamentare di Ap Pizzolante secondo cui ci sarebbero state pressioni dal Pd fin da febbraio per far cadere il governo Gentiloni. "Questi personaggi - continua il vicepresidente della Camera - vogliono un'oligarchia, vogliono essere loro a decidere le sorti del Paese per mandarlo definitivamente sotto terra. Se l'Italia è a un passo dal baratro è colpa di questi imbarazzanti figuri: da Alfano che combina disastri in qualunque ministero si trovi, fino a Renzi che dopo aver promesso di abbandonare la politica in caso di sconfitta al referendum adesso gioca a fare il piccolo dittatore. E ci sono anche le schermaglie pubbliche fra i due, con Renzi che prima attacca Alfano e poi sottobanco chiede altro. Se tutto ciò fosse vero sarebbe peggio dell'affaire Berlusconi-De Gregorio. Renzi infatti avrebbe usato come merce di scambio una delle leggi fondamentali dello Stato, quella che stabilisce le regole del gioco. Vogliamo tutta la verità, subito. Non teatrali smentite a uso e consumo dei media". "Scopriamo delle parole di un deputato del partito di Alfano - spiega Di Maio - che da diversi mesi Matteo Renzi chiede di far cadere il governo Gentiloni. Sono queste le parole del parlamentare in questione (il deputato Pizzolante): "E' da febbraio che Renzi ci chiede di far cadere il governo Gentiloni, in cambio ci ha detto: la legge elettorale scrivetela voi". "Esiste quindi un individuo, non eletto da nessuno, che da febbraio chiede al partito di Alfano (anch'esso mai votato da nessuno) di far cadere il governo Gentiloni per avere la possibilità di scriversi la legge elettorale su misura. Questo significa sputare in faccia ai 60 milioni di cittadini italiani che sono governati dal ricatto di questi politicanti senza scrupoli che pensano solo alle poltrone", conclude.